Terzo pensiero

Riflessioni senza scopo di lucro

Mi sono imbattuto in questo breve articolo e ho deciso di riflettere su di esso.

Sebbene la scuola italiana abbia molti problemi, siamo sicuri che il problema principale sia quello dell'inclusione? Quando parlo di inclusione, intendo sia quella relativa alla disabilità sia quella degli studenti stranieri.

Iniziamo con quella della disabilità. La cosiddetta vera integrazione sembra esistere solo alle elementari, forse perché la maestra ci chiede di stare vicino a quel compagno un po' “diverso” o perché la stessa maestra, insieme all'insegnante di sostegno, ci insegna cosa sia la disabilità e come possiamo rapportarci con il nostro compagno, non con il bambino disabile. Con l'avanzare della pubertà, l'integrazione diventa molto più complicata, ma con insegnanti e strumenti appropriati diventa possibile educare i ragazzi alla diversità, portando a una forma di integrazione futura nella società, riconoscendo che persone con difficoltà hanno diritti come gli altri. Può sembrare un'utopia, ma molte scuole stanno prendendo questa direzione attivando sempre più progetti di integrazione e di educazione al rispetto reciproco.

Per quanto riguarda i Bes (Bisogni Educativi Speciali) e i PDP (Piano Didattico Personalizzato), in questo articolo vengono erroneamente associati a una falsa integrazione. Non sorprende. Troppo spesso la scuola è solo un luogo di nozioni e nulla più. Nella maggior parte dei casi, non stimola gli studenti a pensare in modo indipendente e a scoprire l'arte, la cultura e la scienza come piacere personale, ma solo come materia di studio. Chi ha difficoltà a studiarle viene etichettato come colui che “non ha voglia di imparare”. La possibilità di avere strumenti compensativi che non creino frustrazione nella scoperta della cultura è, a mio parere, estremamente positiva.

Parlare dell'integrazione degli studenti stranieri meriterebbe molte più righe e riflessioni. Molte volte è vista come un problema “avere uno straniero in classe”. Pochi comprendono che è invece una sfida che può portare a scambi di conoscenze ed esperienze e a una crescita della diversità culturale. Sono parole affascinanti, ma attuarle è certamente difficile. Tuttavia, se iniziassimo a considerare ciò che definiamo problema o seccatura come una risorsa, potremmo arricchirci anziché arrabbiarci.

In conclusione, affrontare questi temi richiederebbe un cambio di prospettiva nella mentalità della società e del sistema scolastico. L'integrazione non dovrebbe essere vista come un problema ma come un fiore all’occhiello della scuola italiana. Solo attraverso un approccio inclusivo possiamo sperare di costruire una società più equa e rispettosa delle differenze.

Ben

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