La morte

Avanza il nero vessillo del tredicesimo arcano (Tredici foriero di sventura) Un fiore bianco a cinque punte rovesciate l'emblema della terribile innocenza: essere, cambiare, divenire, soffrire, morire. Le cinque punte del pentacolo, i cinque petali del fiore. Gli occhi rossi del destriero fissano un nuovo sole la morte cavalca con gli occhi vuoti. Giace per terra il re, rovina tra la polvere la corona, a nulla vale il candore della fanciulla, a nulla la bellezza del suo diadema di rose. Vane le preghiere, le invocazioni: il papa e la croce crolleranno e la città di Dio è un cumulo di rovine. Avanza la morte sul suo destriero, rovina la Storia sotto i suoi zoccoli. Al suo passaggio resta il nulla la steppa arida, la terra brulla. Possono i tuoi occhi vitrei guardare il giorno nuovo che nasce? Una barca lontana solca un ipotetico acheronte, la meta ignota di noi che trasmutiamo. Tutti ci accoglie la morte nel suo abbraccio dolce: un bambino, prima di essere fracassato, le offre un fiore.


La morte