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Sto leggendo “L'attenzione rubata” e ho deciso che devo dare un taglio alle distrazioni della rete. Il punto è che ragionando su questa possibilità mi sono resa conto che se anche cancellassi i miei profili e i miei account probabilmente nessuno se ne accorgerebbe.

Quando ho scoperto il Fediverse ero estasiata. Mi sembrava tutto bello, tutto attraente e ho voluto iscrivermi praticamente ovunque. E ora ho una miriade di account che guardo una volta a settimana solo per rendermi conto che non c'è niente che mi interessi... o quasi. La cosa che ho dimenticato (e sì che l'avevo imparato bene dopo l'esperienza con i social “tradizionali”) è che l'esperienza online non la fanno le piattaforme, ma le persone con cui interagisci. È il motivo per cui, nonostante il mio odio profondo, rimango su TwiX, ci sono quelle tre persone che mi interessano davvero e che non si vogliono schiodare da lì anche se io vorrei scappare da quel manicomio.

E ora sto seriamente valutando che fare degli account creati e mai aggiornati. Da una parte vorrei liberarmene, cancellarli. Ho già detto che non amo lasciarmi dietro contatti aperti se la questione è chiusa. Dall'altra parte c'è la mia più grande paura ovvero “e se un giorno cambio idea?! Non potrò più usare il nome che è mio, che ho creato io per me”.

E ora sono in crisi. Voglio davvero liberarmi di questi account persi nel Fediverse (e non solo), ma questa forma di fomo che mi lega al mio nome mi blocca.

Però il mio animo minimalista mi sta richiamando all'ordine e mi ricorda il mio bisogno di avere solo lo stretto indispensabile. E allora penso che sia giusto eliminare. Che se una cosa non mi è tornata utile per settimane o mesi la situazione non cambierà di certo nell'immediato.

Ho pensato di adottare la tecnica del trasloco. Presto la mia mail ufficiale verrà cambiata e allora cambierò la mail di accesso solo a quei profili che uso, che mi piacciono, che voglio tenere. E terrò davvero solo quello che uso perché mi piace.