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Sailor Moon

Non so quanti potranno capire cos'ha significato e significa tutt'ora Sailor Moon per me.

Sin da piccola una cosa che non mi è mai andata giù è il fatto che in tutte le fiabe i personaggi femminili si dividevano in due categorie: quelle che potevano utilizzare la magia (che avevano il potere) e quelle che trovavano l'amore (che avevano il lieto fine). Come se non fosse possibile per l'eroina avere sia la magia che l'amore. Inutile dire che quasi sempre il personaggio femminile con la magia era spesso anche la cattiva. Più raramente era una simpatica vecchina ma che usava il suo potere per aiutare la principessa di turno, mai per se stessa. Perché se una donna è dotata di un grande potere lo deve mettere a servizio del prossimo, non esiste che possa usarlo per se stessa, per la proprio felicità. Anche oggi, quando una donna arriva ad avere una certa influenza sulla vita degli altri ci si aspetta che lei la usi per proporre un modello sano, positivo. Non le è mai permesso usare la sua visibilità per il solo scopo di divertirsi e conquistare i suoi obbiettivi personali. Se una donna arriva ad essere famosa o potente deve sempre pagare il pegno di dimostrare che se lo è meritato. Qualche esempio?! In Biancaneve c'è la dolce ma inerme e inerte principessa e la potente e crudele matrigna ovviamente destinata ad una triste fine. Ne La bella addormentata nel bosco abbiamo un'altra principessa che è quasi sempre passiva degli eventi, ma qui abbiamo due esempi di donna magica: la strega che usa la magia per vendetta e la fata madrina che invece la usa per proteggere. In Peter Pan c'è la benvoluta, perché servizievole Wendy, e c'è la magica, ma invidiosa, Tinkerbell.

Per una bambina affascinata dalla magia ma che voleva anche poter sognare il principe azzurro trovavo molto ingiusto che le fiabe proponessero solo queste due opzioni per il personaggio femminile.

Sailor Moon ha rivoluzionato tutto questo. Un personaggio femminile che ha sia il potere magico che l'amore era finalmente possibile. Non solo: era anche un personaggio che combatteva, che sconfiggeva i suoi nemici. E non era mascolina, rude, truce come spesso ci viene presentata una donna che vuole fare “cose da maschi”. Era allegra e le piacevano le “cose da femmine”, ma anche imperfetta e pasticciona. Qualunque ragazzina avrebbe potuto identificarsi in lei. Sailor Moon è stata una capostipite, un'apripista. È la donna che non ha dovuto scegliere tra amore e potere. Li aveva entrambi e li gestiva benissimo senza cadere nel tropo dei personaggi femminili che, quando si trovano a gestire troppo potere, finiscono per impazzire e diventare un villain a loro volta (Scarlet Witch, Daenerys, Azula...). Perché non esiste che una donna sia in grado di gestire il potere senza impazzire, giusto?! Sappiamo che la fragile mente delle donne non è adatta a gestire troppe responsabilità...

Aiutata in questo, importantissimo, da una squadra di alleate, amiche, sorelle che l'hanno sempre supportata e sostenuta. Senza mai invidie né gelosie. Ma Sailor Moon aveva anche un'altra grande risorsa: un compagno che non si è mai sentito minacciato dalla sua forza e dal fatto che fosse lei la protagonista. Mamoru (o Mylord) non ha mai cercato di impedirle di fare ciò che lei ha deciso (quante volte il maschio di turno impedisce al personaggio femminile di agire secondo la sua volontà perché “se fai questo ti farai ammazzare”?!?). E soprattutto quando lei ha avuto bisogno del suo aiuto lui c'è sempre stato senza mai sentirsi inutile o messo da parte. Anche quando l'aiuto richiesto era quello di stare a casa ad occuparsi della loro figlia.

Sailor Moon è stata una serie che all'epoca ha spaventato moltə, c'era chi temeva che proporre questo modello di personaggio femminile facesse diventare i bambini gay. Nessunə ha mai pensato che questa serie poteva far diventare i bambini degli alleati nella lotta contro il patriarcato.