Oggi è il giorno. Sono passati più di 10 anni da quando mi sono iscritta al forum e a oggi è ancora abbandonato. Perciò me ne vo. Non mi trascino dietro questioni insolute, rapporti sospesi. Non lascio finestre aperte sul passato.
C'è però una cosa che vorrei salvare di quel forum, prima di lasciarlo definitivamente. La giusta conclusione del percorso che vi ho compiuto e che ho trovato in Afrodite.
Afrodite è stata per molto tempo una dea che trovavo irritante.
Perché lei è bellissima, anzi la più bella. Chiunque si innamorava perdutamente di lei, e lei sceglieva senza remore chi amare e senza preoccuparsi delle conseguenze che ciò avrebbe avuto sugli altri... Inconcepibile per una ragazzina insipida e insignificante com'ero io; bruttina, grassoccia e senza amici a cui avevano insegnato che i valori di una donna sono la modestia e la discrezione.
È solo adesso che, guardando alle divinità come aspetti di noi umani, ho capito chi è davvero Afrodite. Lei è ogni donna così come dovremmo tutte essere.
Lei è bellissima, certo, ma non perché lo sia obbiettivamente, ma perché lei si sente bellissima. Si percepisce bellissima e come tale si comporta. Sa di essere attraente e questa convinzione si realizza perché è lei la prima a crederci. Per questo Afrodite mi faceva rabbia: la invidiavo. La consideravo una poco di buono superficiale ed egoista perché non potevo ammettere che ammiravo la sua forza, la sua indipendenza, la sua capacità di fregarsene del giudizio della gente.
Ora vedo questa dea per quello che è: un modello a cui ogni donna dovrebbe guardare perché è questo che noi donne siamo in fondo. Siamo tutte Afrodite in potenza. Ma poche lo sono anche in atto. Millenni di patriarcato hanno umiliato e seviziato i nostri corpi e le nostre menti e ora soffriamo della paura del giudizio di questa cultura malata e distorta, ma possiamo uscirne.
Ogni volta che ci facciamo dominare dai sensi di colpa e da chi li usa contro di noi (mariti, madri, suocere, figli...) Afrodite perde terreno. Ogni volta che scegliamo per il bene nostro, sopra a quello degli altri, Afrodite vince un po'.
Noi donne siamo state addestrate a sacrificarci, a immolarci sull'altare del focolare domestico. Soprattutto dal cristianesimo (religione maschilista e patriarcale), ma perché sacrificare noi stesse, la nostra libertà, il nostro benessere quando non è necessario o, peggio ancora, quando possiamo pretendere che il sacrificio sia equo da parte della donna e da parte dell'uomo?!
Perché siamo portate a invidiare, a odiare, chi riteniamo più libera di noi, chi non è preoccupata del suo aspetto? Perché sappiamo che noi potremmo essere come lei, ma la nostra paura ci blocca, il nostro bisogno di essere accettate dal potere maschile ci dice che quel modo di agire non ci darà mai il “rispetto” della cultura dominante. E odiamo noi stesse per inibirci in questo modo. E odiamo lei perché questo condizionamento patriarcale lo ha superato.
Ho guardato ad Afrodite con tanta irritazione perché la invidiavo terribilmente e, consapevole di non poter mai essere bella e forte come lei, ho cercato me stessa in atri modelli più... alla mia portata. Ma ora che ho imparato a capirla tenderò a lei come mio modello. Se devo pensare ad un'idea di me in potenza voglio che sia Afrodite e voglio che sia lei la dea perfetta alla cui immagine e somiglianza siamo state fatte.
In realtà Afrodite non è la più bella perché è oggettivamente la più bella (anche perché sappiamo tutti che il concetto di bellezza è personale) ma perché il suo amore verso gli altri la rendeva bellissima agli occhi di chiunque.
È l'amore a renderci belli, l'amore attiva quella luce negli occhi di chi guarda. E non mi riferisco al solo amore tra amanti. Parlo dell'amore che lega una famiglia, un'amicizia, ma che ci lega anche alla città in cui viviamo. Dopotutto ogni cosa è fonte di amore, basta donarglielo.
Potrei quasi dire che Afrodite sia una dea/specchio perché il suo potere è quello di rimandare a chi la guarda, a chi la ascolta ciò che l'altro vuole vedere ovvero se stesso guardato, ascoltato, amato...
Afrodite è la dea più bella perché si circonda di bellezza: ama l'arte e fa di tutto ciò con cui entra in contatto un'opera d'arte. Ama anche le persone belle e se ne circonda. Ama chi la fa sentire bene perché così può far sentire bene gli altri di rimando. Perciò cerca sempre il meglio nelle persone che la circondano.
In quest'ottica il concetto di bellezza perde totalmente il significato che secoli di propaganda hanno creato in noi (la bellezza da cartellone pubblicitario) e riacquista quello di bellezza come “creazione di emozioni piacevoli, armonia, serenità”.
Questa è la bellezza in cui credo. La bellezza del sentirsi bene con se stessa e con gli altri.
È la bellezza a cui aspiro.
Credo che questa consapevolezza sia una sorta di conclusione di un cammino.
Dopo essere partita dalla schiva Artemide, colei che cerca di bastare a se stessa, ho trovato la fragile Persephone che mi ha guidato nel mondo delle ombre per costringermi a guardare in faccia i miei lati oscuri. Per giungere infine alla placida Hestia che vive bene nella sua pace solitaria, la pace di chi ha già visto tutto e non si sorprende più di nulla. Ma ho deciso che non voglio più essere così. Voglio sorprendermi, voglio meravigliarmi, voglio innamorarmi, voglio vedere la bellezza ovunque soprattutto in me stessa. Voglio essere Afrodite. Voglio essere creativa, voglio suonare, dipingere, cantare, muovermi, esplorare. E voglio che le persone accanto a me godano di tutto quanto mi fa gioire attraverso me.