L’esordio dell’Atletico Madrid nella Champions League 2023/24 non poteva catturare l’occhio più di così: gran bella prestazione in uno degli stadi più iconici d’Europa – l’Olimpico di Roma – contro la Lazio che ha trovato in pareggio soltanto in extremis, con un gran gol del suo portiere. Una vera e propria prima teatrale da ricordare in tutti i minimi dettagli: dalla performance degli artisti all’allestimento del palco, fino al geniale colpo di scena offerto dalla trama.

Questo esordio è stato il biglietto da visita perfetto per una delle squadre più iconiche e più sfortunate dell’ultimo decennio nella regina delle competizione europea. Da quando il cholo Simeone si è insediato sulla panchina dei colchoneros, infatti, la squadra biancorossa ha ottenuto i risultati migliori della sua storia, arrivando per ben due volte in finale della prestigiosa coppa e perdendola, ancora più amaramente, contro gli odiati cugini del Real ai supplementari e ai rigori.

Il merito di questi exploit va sicuramente a Simeone – non a caso diventato l’allenatore con più presenze e più successi della storia del club – che è riuscito a far diventare il suo stile di gioco prediletto, fatto di tanta grinta e sudore, addirittura il marchio di fabbrica della squadra. Chiunque affrontasse l’Atletico sapeva di essere atteso da una battaglia campale, dove i valori tecnici erano forse anche secondari rispetto all’intensità riversata sul campo.

Negli ultimi anni il ciclo di Simeone sembrava essere arrivato agli sgoccioli, l’evoluzione tattica del modo di giocare a calcio sembrava avesse trovato le contromisure alla filosofia di calcio proposta dall’Atletico Madrid. Tuttavia la campagna trasferimenti di questa estate, mirata allo svecchiamento della rosa, sembra poter allungare il ciclo dell’Atletico, che ancora una volta ha dimostrato di voler dare battaglia sul campo in nome del suo allenatore.