#1 – cominciamo dalle basi

Mi scuso se parte (o tutto) di questo post potrebbe essere pieno di ovvietà per alcuni, ma è giusto per essere sicuri che siamo tutti sulla stessa pagina.

Inizierei quindi a definire il concetto centrale attorno a cui ruoterà tutto questo percorso: il fandom. Come per tante cose in questo ambito, cosa definisca veramente un fandom è abbastanza fumoso e aperto a diverse interpretazioni, ma per semplicità definiremo semplicemente il fandom come una comunità di appassionati (fan) che siano, quindi, in una rete più o meno fitta di conoscenze, scambi e interazioni. Un fandom potrebbe anche essere definito come una comunità di fan legata ad un prodotto o franchise mediatico (il fandom di Pokémon) oppure ad un genere specifico (il fandom della fantascienza), ma in questi casi stiamo sempre e comunque definendo delle comunità di appassionati, che abbiano o meno un oggetto di interesse comune.

Il termine “fan” è un'abbreviazione dell'inglese fanatic e pare sia stato usato inizialmente per riferirsi agli appassionati di sport nel XIX secolo, ma ha assunto la sua connotazione moderna a partire dal XX secolo con la crescita in popolarità del fandom della fantascienza negli Stati Uniti. Gli oggetti di interesse stessi dei fan e il livello di engagement necessario per poter essere considerato un fan non sempre sono definiti (potrei veramente considerarmi un fan della cioccolata se mi piace il suo sapore?), ma non è importante farlo qui e ora. Ciò che è importante, però, è che esistono dei paletti per definire un fandom, e cioè che i suoi membri sono parte di una comunità che interagisce, sia solo per mezzo di discussioni, scambiandosi o commerciando oggetti d'interesse o anche partecipando in attività da fan.

I fandom sono considerati delle vere e proprie sottoculture formate da individui che si riconoscono nei valori della comunità e che spesso integrano nella propria identità. Questo però non significa che i fan siano individui estraniati dalla società, anzi: Henry Jenkins (probabilmente la figura più conosciuta nell'ambito degli studi sui fandom) ha spesso sottolineato che i fan sono abili nel “rubare” contenuti dai loro libri, film, o serie TV preferiti per poterli reinterpretare in nuove forme, “evolvendosi” da semplici consumatori a produttori creativi di contenuto (evito di usare il termine prosumer perchè personalmente credo che non abbia senso). Questo è un concetto che io considero vitale nella mia tesi perchè nell'esperienza di molti fan creare fan-fiction e fan-art o consumare lavori di altri fan significa andare contro un sistema stabilito dai produttori di media che spesso non riesce ad adempiere all'esigenza di molte categorie di consumatori di sentirsi rappresentati:

Fan fiction is a way of the culture repairing the damage done in a system where contemporary myths are owned by corporations instead of owned by the folk. – Henry Jenkins, 1992 (in Textual Poachers: Television Fans & Participatory Culture).

Per ora credo vada bene se mi fermo qui. Per i prossimi post pensavo di seguire una cadenza settimanale e di pubblicarli nel week-end, quando mi prendo una pausa dallo studio. Alla prossima!

Per approfondire (oltre ai link già inseriti nel testo):