Iniziare.
Sono stato sempre attento ai preparativi per un viaggio. Da bambino adoravo avventurarmi coi miei amici in qualche boschetto, scoprire qualche caverna, simulare combattimenti e uccisioni di draghi famelici. Ma la parte che mi piaceva di più era la preparazione, tutta quella fase dove sistemavo la sacca con attrezzi e merende per la “spedizione”, che sarebbe durata qualche ora, ma per la quale il tempo in solitaria dedicatoci prima, aveva un sapore di responsabilità, una sensazione di controllo che mi stimolava molto, come se davvero avessi potuto “gestire” il fato con il contenuto della mia bisaccia.
La notte prima della partenza per la missione fu una notte strana, dove parecchie sensazioni si avventarono sul mio stomaco, dove alcuni pensieri si insinuarono nella mia mente, ben lieta di aprire, anzi spalancare le proprie porte a intrusi che poi da scacciare sono più ancorati di una nave relitto di Luksan. Così quella notte non riuscii facilmente a prender sonno, ma quando la stanchezza ebbe il sopravvento, rimpiansi quelle sensazioni ai sogni turbolenti che ebbi quella notte. Immagini sfocate ora, ma ben ricordo l'immagine della mia famiglia distrutta ai bordi del ruscello vicino casa. Il corno del mattino fu la mia salvezza, e mai in passato, durante il periodo di leva, avrei ringraziato tanto quel suono così presto, ancor prima del canto del gallo della cascina dei Mergot. Stravolto dalla nottata presi le mie cose e mi diressi verso il cortile centrale dove avevo appuntamento con Leo. Riconobbi subito il mio amico, da ben più lontano del poterlo riconoscere in viso; la sua spada e scudo scintillavano, quasi di luce propria, smaniosi come il loro proprietario di scagliarsi contro qualcuno o di parare un colpo, per poi fendere di ribattuta. Ero ben felice di poter affrontare questa avventura con lui, colui con la quale avevo condiviso tante nottate a chiacchierare sul nostro futuro, sulle nostre ambizioni. Ci eravamo scambiati rispettive ferite dell'animo che avrebbero abbattuto giganti,e in più di un'occasione gli avevo confessato che solo nelle sue mani avrei rimesso la mia vita. Ci dirigemmo verso gli alloggi del comandante per le ultime direttive e da lì poi ci indirizzammo verso l'uscita del forte, superammo il grande portone ferrato e imboccammo il sentiero verso Nord.
Insieme iniziammo la nostra avventura.