Diario Segreto: Glossario dei termini più comuni

Nell’articolo di oggi trattiamo un elenco di termini utili che sono o sconosciuti o usati in modo improprio. Sono in ordine alfabetico e sono i più comuni a essere fraintesi, ma potrebbero essercene altri.

Capoverso: per farla breve, ogni volta che si va a capo.

Correttore di bozze: non è l’editor. Il correttore corregge refusi, doppi spazi, errori di grafica, controlla le norme redazionali… ma controlla anche che un personaggio non cambi colore dei capelli o tipo di scarpe. Arriva dopo l’editor a togliere tutte quelle imperfezioni che gli sono scappate e segnala quelle di grafica, di conseguenza non basta conoscere benissimo la grammatica.

Dramma: può avere diversi significati. Fino a Diderot, per dramma si intendeva qualunque espressione scenica. Dopo Diderot, a teatro non vengono più rappresentati divinità ed eroi, ma le persone comuni; non sarà più in rima, ma in prosa. In senso lato, può intendere l’azione in corso sulla scena, il vero e proprio agire dei personaggi.

Editor: da non confondere con l’editore, con la e finale, ma neanche con il correttore di bozze. Figura a metà strada tra l’angelo salvifico e il distruttore di mondi. In italiano sarebbe “revisore”, ma i compiti di un editor spaziano un po’ di più. Si riassumono in: rendere vendibile un testo. Sistema la struttura, rende le frasi fluide, elimina le imperfezioni (ripetizioni, rime, allitterazioni…), scrive la quarta, redige schede lettura…

Fabula: gli eventi in ordine cronologico della nostra storia.

Frase o periodo: elemento formato da un sintagma che abbia senso compiuto. Per farla facile, tutto ciò che va dalla maiuscola al punto. Gli elementi di cui è formato sono collegati tra loro logicamente seguendo le regole grammaticali.

Infodump: spiegone. Quando interrompete l’azione per dare una spiegazione. Normalmente viene brutalmente tagliato in fase di editing, ma ci sono eccezioni. Victor Hugo ne era maestro (e io ammetto che li salto sempre quei passaggi).

Narratologia: è la scienza che studia la struttura delle storie. Vorrei sottolineare che non detta le leggi della narrativa, semplicemente studia i meccanismi tipici dei racconti e ne trova dei punti in comune. Vi ricordo che non esiste un OMS della scrittura, anzi a studiare tanti narratologi vi accorgerete che non tutti sono d’accordo anche solo sul numero di trame esistenti.

Paragrafo: suddivisione del capitolo. Ogni paragrafo deve avere un informazioni omogenee. Da non confondere con il capoverso, il paragrafo viene segnalato con un rientro e una riga vuota.

Perifrasi: è una figura retorica, per capirci è un giro di parole. Un esempio famoso è ed elli avea del cul fatto trombetta di Dante.

Proposizione: due o più parole che abbiano senso compiuto.

Topos: è un altro nome con cui viene indicato il tema portante della storia. Da qui deriva anche “topic”.

Quarta: non è il riassunto. È un testo di marketing che deve spingere all’acquisto. In realtà sarebbe la “quarta pagina di copertina”, ma oramai indica quel testo che viene posto per spiegare che cosa sto andando a leggere. Per chi si chiede chi la scrive, di solito è l’editor.

Retorica: è l’arte della scrittura.

Schede lettura o di valutazione: testo professionale. Viene redatto per due ragioni. La prima è capire se un testo va bene per la pubblicazione, che tipo di correzioni bisogna apportare, eventuali criticità nella vendita… la seconda è rendere noto allo scrittore gli errori e le criticità presenti, spesso serve per stendere un preventivo.

Show vs Tell: li metto assieme. Questi due argomenti sono difficili da capire e spesso sono fraintesi. Non significa che devo mostrare quanti peli ha la protagonista sul braccio, significa che, se dico che un personaggio è capriccioso, si deve comportare come tale. Il tell spesso è un riassunto, è una tecnica e come tale va usata: con consapevolezza. Un esempio più pratico è questo: per dire che una persona è appena guarita da un braccio rotto, potete dirlo così o potete fargli toccare il braccio dove fino a poco prima c’era il gesso. Il primo è tell, il secondo è show.

Sinossi: è un riassunto ragionato di tutto il libro, finale compreso. Vedetelo come il cv del vostro manoscritto. Del manoscritto, non dell’autore.

Sintagma: è un concetto che si colloca a metà strada tra la frase e la parola. È una combinazione di una o più parole che formano un senso compiuto. (Anche ieri)(leggevo)(un bel libro). Vi consiglio la Treccani per saperne di più.

Trama o intreccio: gli eventi come appaiono nel romanzo.

Tropos: letteralmente, è un altro nome per la figura retorica. In realtà qualcuno ha iniziato a usarlo come sinonimo di trope (traslato da film e serie TV), di conseguenza alcune persone chiamano il tropos come topos1; quindi spesso, soprattutto nei romance, potete trovare i tropos: enemies to lovers, friends to lovers, forbidden loves…

Alessia