il tesoro nel fondo del Chienti
Il primo non stava mai fermo un moscerino della frutta alimentato a pile atomiche e finiva con un piede nell’acqua e perdeva una scarpa sporco, sempre sorridente con l’imperativo assoluto di non essere da meno.
Il secondo era carino delicato come bandiera di panna sulla cima di una torta di Pisa e intrecciava la lenza tra rami impossibili calmo, sempre interrogativo con l’imperativo assoluto essere alla mano.
Il terzo ero io chiacchierone ridanciano, fabulatore, contromano e parlavo e parlavo e parlavo e parlavo vispo, sempre ironico con l’imperativo assoluto di essere umano.
E poi c’era il Grande Pescatore che ancora urla: ma non lo vedi che hai un piede in acqua? ma come cazzo hai fatto a intreccia’ lassù? ma tu non pigli fiato mai?
i testi e i disegni sono di Saio Giampaoletti – ordinariafollia.net