Il mio web personale è fatto di molti contenuti volatili
Perché nulla dura per sempre, neanche la fredda pioggia di novembre. Novembre stesso, tra pochi anni, non sarà che un altro mese di fine estate.
Nel titolo parlo del mio web ideale non a caso, perché questo è un discorso che faccio a me stesso, sostanzialmente: come vorrei stare nel web, come farlo praticamente? Parto dalla considerazione che ho della mia vita: nessuna. Dell'importanza che qualcosa del mio pensiero mi sopravviva: pari a zero. Del valore di qualsiasi cosa possa scaturire dal mio operato: ancora zero.
Eppure, continuo a salvare (temporaneamente, perché non tengo nulla per più di qualche anno) da qualche parte in rete, in angoletti accessibili pubblicamente, queste cose evitabilissime, lo faccio per un solo motivo: essere coerente con questa mia vita di cose sbagliate e inutili. Quando morirò, non voglio essere ricordato e non avrò lasciato motivo di farlo: dopo di me, l'oblio e non il diluvio.
A tutti quelli che non anelano alla dissoluzione, suggerisco un sito personale, un blog. Se sentite di aver qualcosa di permanente da dire, incidetelo su un vostro spazio, facilmente riproducibile altrove. I social vanno e vengono e saranno sempre gestiti da qualcun altro. E non sarebbero mai dovuti nascere, ma ora ci sono e dobbiamo conviverci. Non create contenuti per altri, siate il contenuto di voi stessi. Che frase sciocca, sembra presa da un libro di classifica.
Per contenuti di pubblica utilità, frutti collettivi di discussioni, l'unica via sensata sarebbero i forum, che non torneranno. La nave è salpata. Poi, chi legifera sulla pubblica utilità?
Tutto il resto, difficilmente merita di sopravvivere al momento stesso. Il microblogging può essere bello, ma tra un anno quel messaggio di pochi caratteri che importanza avrà? Tra cinque anni, con tutto quello che ci gira intorno, rileggeremo quel messaggio allo stesso modo? Tra dieci, quindici anni, saremo in tutto e per tutto le stesse persona?
Quindi, la mia ricetta, le mie idee per i contenuti transitori:
- microblogging con cancellazione programmata a breve, un mese al massimo;
- chat senza log, coi testi accessibili solo quando si è presenti, poi scompare tutto.
Possibile? Parzialmente, perché ormai tutte le chat tengono una memoria storica degli scritti. Il tempo di IRC, quando si entrava in chat chiedendo “che si dice?” o una formula simile, è passato .
Per tutte le informazioni che riteniamo degne di sopravvivere, fin quando decidiamo che non lo sono più:
- blog/sito personale;
- forum.
Possibile? Parzialmente, perché i forum sono il passato e forum nuovi bisognerebbe popolardi di gente nuova. Certe discussioni sono state imprigionate nelle galere volontarie di Discord, lasciate a marcire nell'impossibilità (o nella concreta difficoltà) di riesumarle dopo le sfuriate iniziali.
Per il sito personale, invece, non ci sono scuse. Uno spazio gestibile privatamente, fuori dalla schiavitù dei silos. Uno spazio facilmente replicabile e facilmente eliminabile, qualcosa che io creo e io distruggo, quando ho deciso così.