Il rito della cartoleria, prima del ritorno a scuola
Erano questi giorni, i primi di settembre, ma di decine di anni fa. È un rito che ancora si perpetua, probabilmente, ma non ho più l'età per viverlo, nè una discendenza con cui condividerlo. Gli acquisti scolastici per il nuovo anno (scolastico)
Si tornava dalla villeggiatura, all'epoca si chiamava così, se la potevano permettere anche i moderatamente poveri per un motivo molto semplice: era l'unica concessione al superfluo dell'anno. Superfluo può sembrare un parolone, specie alla luce della sensibilità più moderna al diritto a staccare dal lavoro e dalla monotonia ossessionante del quotidiano, ma difficilemente, nel corso della storia, qualcuno sarà morto per mancanza di villeggiatura. Specie in quei periodi, che oggi considereremmo stati di povertà, senza dubbio.
In famiglia ce la siamo permessa giusto per sei anni, e per tutti quei sei anni, nella seconda metà di agosto il tempo iniziava a mostrare qualche nuvola in più. A rinfrescare. E in questo clima più accettabile, ricordo di tempi passati, poco dopo esser tornati alla normalità, iniziavano i preparativi per il nuovo anno scolastico. Per me, era un clima di festa.
Mi è sempre piaciuto andare a scuola. L'asilo no, ci sono stato un giorno solo e ho deciso che non avrei voluto starci un'ora in più, fortunatamente sono stato accontentato. Mi è sempre piaciuta la cartoleria intesa come local, mi è sempre piaciuto l'odore della cartoleria: un misto di carta, plastica e DAS (la pasta per modellare, non so quanto sia stato utile precisarlo).
Mi piaceva andare in giro per cartolerie e supermercati (ieri meno forniti di oggi, ma erano tappe del pellegrinaggio comunque) con la sensazione di poter spendere qualsiasi cifra, e invece erano cifre in linea con quelle di una famiglia del Sud, classe operaia, negli anni Ottanta. Poco, molto poco.
Confezioni risparmio di penne Corvina, all'epoca avrei preferito le Bic, ma costavano di più (oggi scrivo pochissimo, ma Corvina e simili mi piacciono molto, o sono stato fortunato trovandone di economiche molto scorrevoli); matite e gomme; squadrette, riga, righello e compasso, nel caso quelli dell'anno precedente fossero andati distrutti; quaderni e quadernoni; il diario; le copertine di plastica per i libri. Lo zainetto, almeno fino alle elementari, perché poi per le medie ne comprammo uno e quello è rimasto, ce l'ho ancora. E ancora lo uso, nonostante sia praticamente distrutto.
E dopo una settimana o due, iniziava la scuola, e io ero contento. Era un nuovo anno, era un altro passo nel futuro, quando potevo ancora sperare nel futuro.
Poi, quel futuro, è arrivato, umiliando anni di attesa.