Sempre al tuo fianco, ovvero perché diamine ho sprecato 12 ore del mio tempo libero

Eccoci qui, questo è il mio debutto ufficiale. Come sono emozionata. Tanto che sto abusando dei punti come la scrittrice di After. Ma iniziamo.

Questa potrebbe quasi essere un’opinione espressa in maniera seria, di una serie TV – anzi una ficcion, di borisiana memoria (concedetemi questa licenza poetica) – di qualità davvero fetecchioide; ed il mio continuo sconcerto di fronte al fatto che, sì, la RAI abbia mandato in onda (!) sulla rete principale (!!!) ‘na roba alluscinante come quella che ho visto, beh, non ha proprio senso di esistere amicy.
So’ 30 anni, almeno, che mandano in onda questi obbrobri e non smetteranno di certo adesso e tutto ciò asseta la mia brama di trash.

Introduzione, introduziò

I personaggi

Ambra, la protagonistaH

Immaginate un mondo, un’Italia, in cui Ambra Angiolini con l’accento siciliano è il capo della gestione emergenze (nonhocapitouncazzomavabeneuguale) in Protezione Civile: ma non sentite anche voi l’odore della sicurezza, dell’ottimismo verso la macchina dei soccorsi? No? Nemmeno io.
Niente, non c’è verso: Ambra ha sempre questa faccia da stronza in bilico tra lo scoppiare a ridere in faccia e l’essere poco impressionata, che rende veramente molto poco credibile ogni sua frase o azione nel corso delle puntate.
Coooooomunque, come direbbe Michael Kyle (se non sapete chi è, siete delle brutte persone, sappiatelo). Ambra interpreta la protagonista, Sara Nobili – o Nobbeli, come direbbe lei con questo terribile accento siciliano fintissimo –, una specie di Mary Sue de noantri: vulcanologa, speleologa, donna-ma-anche-mamma, capa delle emergenze… insomma, che palle.
Ad ogni modo, Sara cerca di destreggiarsi tra le varie emergenze, al meglio delle sue possibilità, ovvero andando sul luogo dell’emergenza. E basta. Metà delle scene sono letteralmente questo: X: «Sara è caduta una fornitura di gabinetti sul paese di Vergate sul Membro, è un vero disastro!» Sara: «Vado lì». Segue scena di lei, sul luogo della disgrazia, che stringe mani, abbraccia persone, dice cose e poi se ne va. Così de botto. Bellissimo, satira involontaria sulla gestione delle emergenze e io amo tutto questo.

Fausto Renato e la trombostoria con Ambra

Partiamo dal fatto che, per quanto mi riguarda, ho scoperto or ora che si chiama Renato, grazie a Wikipedia, ma per me è sempre stato e sempre sarà Fausto.
Il Faustone nazionale è un cyborg venuto per terminarci, sotto le mentite spoglie di un medico della Protezione Civile. Non c’è altra possibilità per poter giustificare una performance attoriale così robotica, ‘na roba che Detroit Become Human scansate.

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Non temere, il Faustone vuole solo misurarti la febbre per via rettale!

No davvero, Mario de la Telenovela Piemontese esprime una gamma di emozioni molto più ampia; o quantomeno lui era giacente e sapeva piangere, senza l'ausilio di lacrime appoggiate sul volto.
Al di là delle amare considerazioni sulla qualità attoriale del Faustone, la funzione del suo personaggio è il solito cliché delle serie tv idaliane, ovvero l’intreccio amoroso: lui è parte di una specie di triangolo con Ambra e il di lei ex-marito. Ah, dimenticavo: ha anche la funzione di prendersi una malattia che non esiste. Avete capito bene, cari amici lettori, questa serie è talmente all'avanguardia, che le malattie descritte in un qualunque manuale ICD-9 non bastano, no: qui se le inventano! Ricordate: mai mangiare la zuppa di scimmia affumicata, sulle rive del fiume Ngube, altrimenti diventate come il Faustone.

Marina, La figlia

Già mi prudono le mani e ho solo scritto Marina, la figlia. L'ortica è meno fastidiosa: ma d'altronde, come vuoi scriverlo un personaggio adolescente? Le strade sono due: o uno uscito diretto da una Pubblicità Progresso in anni 90 couture, oppure la lancia di Vlad l'Impalatore.

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«Deliziosa la figlia di Ambra, ve'?»

Purtroppo buona parte dei problemi del suo personaggio, derivano dal fatto che sembra un meme di Osho, del tipo anvedi come so' i pischelli ar giorno d'oggi. In ordine lei è: – vegana – ambientalista – free nipple – tendente al vandalismo – amante della musica rave – portatrice sana di rasta

Mancavano solo i capelli blu e sembrava il meme delle femministe di 4chan. Vabbè. Ah dimenticavo il suo lato tenero: odia a morte (in maniera del tutto random) il Faustone, perché spera che mamma e papà tornino insieme, nonostante Ambra abbia ricevuto in dote un palco piuttosto imponente dal maritino. La solidarietà non ha confini!

Per onore di cronaca, la giovane attrice che interpreta Marina è una dei pochi che prova veramente a recitare, bisogna dargliene atto: quindi se mai leggerai questo flusso di scoregge in forma di parole, sappi che in realtà io e il mio gruppo d'ascolto abbiamo apprezzato tantissimo il tuo impegno. Buona fortuna per i tuoi prossimi ruoli!

Lo stagista

L'altra metà della mela di Marina, se la mela fosse fosse una puntura di medusa. Altro grande campione di simpatia, il prode stagista: per 10 episodi sfracella il belino, con un perenne tono da pubblicità del Tantum Verde, perché lui deve andare a lavorare presso una multinazionale che lo riempirà de sordi, grazie alla raccomandazione della sua cornutissima girlfriend, poi improvvisamente scopre le sicurezze della Pubblica Amministrazione, altresì chiamate possibiltà-di-ficcarsi-la-figlia-17enne-della-capa e, niente, decide di rimanere in Protezione Civile. Il suo apporto è più o meno questo, sostanzialmente. Lagne e trombostoria cornifera con la dolce Marina.

Don Pietro Savastano on wheels e assistente

Don Pietro, perchééééééé?????
Mi lascia sempre un po' l'amaro in bocca vedere attori piuttosto validi accostati a ste ciofeche, però capisco anche che in qualche modo bisogna mangiare, ecco.
Comunque Don Pietro è letteralmente l'unico che lavora in tutto l'edificio della Protezione Civile: si butta a capofitto su un'indagine riguardante un principio di inquinamento marino nel Tirreno e manco lo ascoltano, poraccio! Impiegato del mese, nonostante gli strafalcioni scientifici – nel gruppo di ascolto c'era una chimica a cui hanno sanguinato più volte gli occhi, ma vabbè la coerenza scientifica non ci importa amicy!
Ha una backstory un po' fumosa: non è spiegato benissimo il motivo per cui è paraplegico, però trovatemi qualcosa che viene spiegato bene in questa ficcion...
Lui e il suo assistente sono letteralmente la quota Quasi amici: devo dire però che funzionano, l'attore che interpreta l'assistente è abbastanza credibile e c'è una buona alchimia. Forse l'unica cosa azzeccata in 12 ore. Nota a margine: loro due ci hanno regalato forse la miglior scena di sempre.
Immaginate questo: un personaggio paraplegico viene portato a casa dei parenti del suo assistente, tutti maliani e tutti stipati nello stesso appartamento, per risparmiare le spese dell'alloggio. Cosa potrebbe mai andare storto nella scrittura di questa scena? Don Pietro: «Ma vivete tutti e 11 qui?» Donna con turbante: «Sì, noi vivere tutti qui insieme, come grande familia. Abed detto noi che lei non ha gambe ma ha grande cervelo!» Seguono risate generali.

Ma non è magnifico? Una scena scritta da Borghezio sotto Xanax.

Gli altri

Faccio un calderone unico, perché ci sono poi una pletora di personaggi che servono solo a raggiungere il minutaggio corretto per ogni episodio. In ordine: – Il genovese: non serve a recuperare il pubblico AA, come avrebbe detto Stanis La Rochelle, ma solo ad indicare cose o a spiegare le scene. E a beccarsi i domiciliari per una storiaccia tra ultras. – La fregnona bionda: serve per la trombostoria col genovese – Il vero capo: chiama costantemente la Presidenza del Consiglio, manco fosse il centro assistenza Samsung – Il marito di Ambra: serve solo per il triangolo e per vendere villette dalla dubbia autorizzazione a Stromboli – L'ex fidanzato di Marina: non lo sa manco lui a che serve – Gli amici di Marina: vogliono solo fare un crowdfunding per andare in Norvegia, #leavethemalone – La cornutissima girlfriend dello stagista: poooorella, gli trova il lavoro e riceve in cambio un cesto di lumache – Altri personaggi che non mi ricordo: ma chi l sap!

Le maglie

Menzione d'onore va alle maglie della Protezione Civile: non capisco se vengano cucite direttamente sulla pelle o siano dei tatuaggi, perché nessun personaggio le toglie. Credo che sia necessaria particolare attenzione nel maneggiare quelle magliette, sotto le ascelle potrebbero albergare forme mutanti di Cordyceps e sarebbero uccelli senza zucchero.

Ma quindi, la trama?

Non c'è una vera e propria trama, sono quasi tutti episodi autoconclusivi – in cui non succede una mazza – col disastro del giorno da risolvere, ad eccezione degli ultimi, in cui c'è il vero villain della serie (no, non è l'inquinamento marino e nemmeno la pessima recitazione di Ambra), lo Stromboli. Ma non succede una mazza nemmeno in questi, letteralmente.

L'ultimo episodio

L'ultimo episodio lo hanno scritto il piccolo Giulio dello Zecchino d'Oro nel '94, non c'è altra spiegazione.
Come dicevo prima, il villain è lo Stromboli, che sta per eruttare... ma alla fine non succede una mazza. Cioè erutta, ma la macchina della prevenzione funziona, bla bla bla e finisce praticamente così.
Certamente c'è qualche momento di tensione: la dolce Marina rimane bloccata in una delle casette abusive messe in vendita dal paparino (ah, l'Italia che posto meraviglioso!), dopo aver donato il suo fiore allo stagista. C'è un po' di trambusto, mamma Ambra la salva e niente, finisce tutto così, dopo circa 15 minuti.

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Ma quindi che facciamo per i prossimi 40 minuti?

E tu, spettatore incredulo, rimani lì per i prossimi 40 minuti a guardare come chiudono tutte le varie trombostorie, quando ti aspettavi...

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IL VULCANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

In the eeeeend

Se come me e come il mio gruppo di ascolto siete amanti del trash inconsapevole, beh amicy miei, dovete assolutamente vederlo. Ma non guardate l'ultimo episodio, NON FATELOH!

Ok bye!