Zosima Starec viaggiò e conobbe molti esseri viventi e degli esseri viventi sapeva storie passate, le storie formarono gli esseri viventi e nel ciclo infinito si sedimentò come pioggia che porta altra pioggia che il punto è solo l’acqua per bere irrigare lavarsi e ancora sfruttamento. L’alchimista Zosima chiese agli esseri viventi e non ai maestri e decise di tornare dai maestri solo una volta trovata la montagna sacra ma non la trovò mai e non si fidò mai di loro, un maestro è tale se è sparito e i suoi lasciti sono solo bozze errate di quando era poco più di un essere vivente, non può perdere tempo, c’è da coltivare e contemplare e perdere tempo, un maestro è tale solo quando è morto e quando non è più ascoltato. Zosima rifiutò per molto tempo gli essere viventi “vi ho salvati insolenti non sapevate nemmeno di aver bisogno di aiuto” ma agli esseri viventi non interessava salvarsi, erano occupati a soddisfare padroni e mai loro stessi e se loro stessi comunque i loro stessi del passato o del futuro ma non del presente e quindi padroni, è impossibile capire e correggere per chi non ha coraggio, rinascere dalla vita avviene dopo le altre rinascite, i vecchi parlano con i bambini perché gli è sempre mancato essere bambini e giocare e dormire e un amore sconfinato e senza scopo che si frantuma. E dopo diverso tempo il vento smise di soffiare e il sole di scaldare e una nebbia polverosa invase il cielo e pioveva solo polvere e tutti gli sforzi dell’umanità furono vani, l’umanità quasi scomparve e fu un bene. Troppi i ricordi, troppe le scelte che sarebbero potute essere diverse e che li avrebbero fatti diventare diversi e travolti dai pensieri gli esseri viventi impazzirono e dalla solitudine senza scopo che pretende di abbracciare tutto e tutti e lasciare inerti ma vissero vissero schiacciatati senza respirare e combatterono e persero e come sempre persero la loro piccola lotta miserabile. Zosima lo Starec incontrò un essere vivente uno dei superstiti che gli disse leggere è come mettere lievito nella farina, l’alchimista ringraziò e l’essere vivente scomparve. Era un mago, prima della santità si è maghi a forza di fare una professione ci si ingabbia e quella professione non voleva essere fatta, tutti sognano solo di smettere di sognare, realtà e magia sono la stessa cosa, le intenzioni sono mosse dalle percezione, l’importante è percepire rivivere il passato l’eterno ritorno la famiglia che distrugge non trasforma, è tutto immobile e falso, morire è cambiare e non è l’ultimo cambiamento, è difficile accettare, non accettare crea incubi a chi non è accettato e il non accettato faticherà a ritrovarsi e commetterà i soliti errori e si dovrà guadagnare anche quel perdono, gli esseri viventi sono il risultato di migliaia di anni di traumi e nella grandezza del tempo anche i secondi importano, ogni singolo attimo ha contribuito. “Guardate che vi ascoltate soltanto quando pensate parlate ascoltate le stesse follie e folli comuni siete e siamo tutti pazzi” così lo Starec tra le fiamme auto generate parlò in silenzio ma rapidamente a tutti quelli che si trovò vicino, e gli esseri non poterono che bagnarsi di lacrime e spensero alberi e foreste e fondali pieni di petrolio presero fuoco e da questa cascata organica la follia fu chiara a tutti i presenti e la folla non poté che gemere i pazzi comuni e pazzi ancora di più.