La nebbia offuscava la vista. Il corpo, sempre più pesante, ondeggiava, in balia di forze caotiche.
Lento fu il declino spinto dalla gravità.
Il corpo era inerme, come carne morta. Lenta ed inesorabile, esso cadde rovinosamente
Vani furono i tentativi di frenare quel declino. Futile la rapidità di pensiero.
Inesorabile fu la caduta.
Fu un attimo. Pesantemente imbarazzante. Come il dolore alle ginocchia, che perpetuò più a lungo di quello dello spirito.
Maledetto fu quel gradino, E la nebbia sua complice.
“Passeggiata con rovinosa caduta”