Le Black Holes di Borja González – Recensione
Con alle spalle già un’opera di successo, nel campo internazionale (La Reina Orquídea), Borja debutta in Italia con Le Black Holes, uno dei suoi lavori più complessi, ora edito da Oscar ink, nuova collana Mondadori dedicata ai fumetti e alle graphic novel.
Le sue opere rivisitano gli immaginari fiabeschi dell’infanzia, mischiandoli con la realtà del presente, e così creando un vortice nostalgico dal fascino fiabesco.
Alla ricerca dei ricordi dell’infanzia e delle sue sensazioni, Borja ci trasporta in un mondo fantastico, dove il presente (il 2016) e il passato si incontrano in una notte stellata, dove tutto è possibile.
I personaggi da lui disegnati sono piccole sagome che si muovono in spazi infiniti, che li rendono semplici pedine di una storia a loro sconosciuta.
I personaggi di Borja sono volutamente senza volto, poiché il lettore non si deve infatuare delle loro forme, ma andare oltre, vedendo ciò che essi rappresentano realmente, uno stato d’animo.
L’autore lascia quindi che ogni lettore riempia quei volti, legandosi con empatia ad essi, attraverso il proprio intimo immaginario.
Il tutto risulta essere un racconto fatto di nostalgia, tempi lontani e fiabeschi, dove un gruppo di ragazze del 2016, che vogliono creare una band Punk, si incontrano e scontrano con personaggi del 19°secolo, che sono alla ricerca di avventure straordinarie, per scappare dalla monotonia del proprio tempo.