Non saprei far appassionare nessuno al ciclismo, però so quel che del ciclismo mi piace


Intanto, non seguo sport di gente che diventa milionaria o milionaria ci nasce (per esempio, calcio nella prima categoria e automobili e motorette nella seconda). Come no, ma sai i milioni che ha Pogačar? Lo so, ma quelli che guadagnano quelle cifre saranno meno di dieci in tutto il mondo (e non un calciatore qualsiasi di serie A che, magari, resta in panchina per tutto il campionato). Poi ci sono quelli che guadagnano qualcosina in più, facciamo un centinaio, e tutti gli altri che si devono accontentare di qualcosa di simile a uno stipendio. A fine carriera, quindi prima dei quaranta anni, devono reinventarsi in qualche modo se vogliono continuare a mangiare. Anche i tifosi non hanno bisogno (speriamo ancora per molto) di abbonamenti per seguire le competizioni più importanti, se passano dalle tue parti puoi assistere senza pagare un biglietto, non ci sono tifoserie gestite da malavitosi e fasci in genere. Non ho mai sentito di scontri tra gli ultrà del ciclismo, con le coltellate in prossimità del traguardo e i capibastone invischiati nel traffico di droga.

È uno sport che, teoricamente, posso fare anche io per i fatti miei, a 1/50 dell'intensità dei professionisti: ho una bicicletta (una gravel nello specifico), un abbigliamento sommario e le strade a disposizione. Le pendenze a doppia cifra diventano ben presto impegnative/infattibili, la velocità in pianura è quella che è e non posso fare centinaia di chilometri al giorno, ma in scala molto ridotta posso ricrearne un simulacro.

Ci vedo la libertà che non ho mai avuto, perché non hanno mai voluto comprarmi la bicicletta e di quella libertà ho avuto un surrogato televisivo quando ho iniziato a seguire il ciclismo, ai tempi di Bugno, Chiappucci, Indurain e Pantani. Libertà che mi son concesso in questa grigia mezza età, libertà di allontanarmi fisicamente da un punto di partenza che sento come una prigione, solo con la scarsa forza dei miei muscoli.

Il ciclismo su strada mi mostra panorami e luoghi, spesso bellissimi, che non avrò modo di vedere dal vivo. Mi piacciono le strade del Giro, perché l'Italia è un posto che può essere bellissimo, nonostante gli italiani; mi piacciono anche le strade del Tour, su quelle della Vuelta non posso esprimermi nettamente perché la copertura video è scarsa e il paesaggio spagnolo è particolare, quindi penso che, per forza di cose, ci sarà un discreto chilometraggio in zone semidesertiche.

Non tifo per nessuno: se mi piace uno sport, è lo sport in sé a piacermi, non perché sia trainato da Tizio o Caio. Se c'è un bell'attacco in salita, se una fuga va a buon fine, se vedo una discesa pennellata alla precisione... mi va bene tutto, non mi interessano i protagonisti.