E i miei cibi preferiti?

Quando presi la decisione di diventare vegana, mi resi conto che le mie scelte alimentari sarebbero cambiate drasticamente e non avrei più mangiato alcuni dei piatti che amavo. Decisi quindi di scrivere una lista dei miei piatti preferiti, dividendoli in diverse categorie, e iniziai a notare qualcosa di interessante.

Piatti già vegetali 🍴

Alcuni dei miei piatti invernali preferiti sono già totalmente privi di prodotti e derivati animali, come ad esempio le patate al forno con olio e rosmarino, le mille zuppe di verdure e legumi che mi hanno scaldato cuore e stomaco negli infiniti e nebbiosi mesi tra novembre e febbraio. Per l'estate, sicuramente il piatto che mi preparo più spesso è la classica insalatona mista, anche denominata “Apro il frigo e lo riverso in questa terrina”. Immancabile anche l'insalatona di patate e fagioli, di solito borlotti. Di solito ne preparo in abbondanza per poterla mangiare nei giorni successivi, ma siamo onesti: nel giro di massimo massimo due pasti me la sarò già scofanata tutta.

Piatti veganizzabili 🍴

Neologismo alquanto interessante, come potete immaginare “veganizzabile” fa riferimento a quei piatti che si possono trasformare in vegani con poche sostituzioni. Mi vengono in mente i vari flan e pasticci, si può usare l'agar agar per addensare un flan di piselli e renderlo buonissimo. I toast e le piadine, invece di essere conditi con sottilette e mortadella che non sono manco così sani, possono contenere verdure grigliate e salsine deliziose come l'hummus. La pizza non deve essere solo ai quattro formaggi ma può anche essere condita con altri ingredienti, non è incredibile? Se avete un locale nei dintorni che la prepara con i porri o con la zucca vi prego provatela, sono degli abbinamenti fantastici!

Piatti animali 🍴

Questo è un punto sul quale vorrei soffermarmi un po' di più, non tanto per la tipologia di cibo quanto per ciò che provo pensando a questi cibi. I miei piatti preferiti in questa categoria sono, nell'ordine: gli agnolotti, la pasta tonno e piselli, le lasagne e gli hamburger.

Io ho un forte legame emotivo con tutti questi cibi: 4. Gli hamburger mi ricordano le grigliate fatte in famiglia, in cui di solito mi sfondavo di patate e mangiavo la bistecchina più piccola che riuscivo a trovare (sono sempre stata una grande carnivora, né). 3. Le lasagne sono il classico piatto fatto dalla mamma, di solito solo per le grandi occasioni e per celebrare eventi speciali. 2. La pasta al sugo con tonno e piselli è la pasta che si era “inventata” nonna Pina, quella che mi ha preparato innumerevoli volte, che mi faceva trovare pronta alle 2 quando arrivavo a casa dopo la scuola e guardavamo insieme i cartoni animati su Italia1. 1. E gli agnolotti. Che mi preparava nonna Bice con le verdure del suo orto e la carne degli animali che allevava lei. Il pasto del giorno di festa, la Domenica in cui si mangiava tutti insieme. Gli agnolotti, che quando la nonna ha iniziato a star male abbiamo imparato a preparare la mamma ed io, in una cucina così piccola che ci ingombravamo ad ogni passo. Impastare e tirare la pasta, metterla sullo stampo, mettere la giusta dose di ripieno (non troppo che sennò scappa, non troppo poco che sennò non ti basta la pasta), altro strato di pasta e giù di mattarello e poi di rotella per tagliarli.

Questi per me non sono mero cibo, sono ricordi. Sono piatti che mi hanno accompagnata durante l'infanzia e l'adolescenza e di cui ho cercato di ritrovare i sapori per tanto tempo. Ho mangiato tonnellate di agnolotti, ho provato e riprovato a farmi la pasta tonno e piselli con differenti spezie e ingredienti ma la verità è che non ho mai scovato l'agnolotto perfetto come lo faceva nonna Bice, né sono mai riuscita a replicare la pasta tonno e piselli come la faceva nonna Pina.

Sono sapori confortanti ma purtroppo l'originale che è impresso nella mia mente, nel mio DNA, nel mio cuore non sembra esistere in natura. Vuoi per gli ingredienti diversi, vuoi per le dosi, le spezie, le cotture, le proporzioni, ma quei meravigliosi piatti ormai esistono solo nella mia testa. C'è anche da dire che i ricettori del sapore cambiano con gli anni, magari la mie papille avevano davvero percepito questi gusti in un modo diverso, un modo che adesso non sono più in grado di fare.

Sta di fatto che per me questi piatti sono legati a delle persone, a un'emotività più che al loro reale contenuto. Sono sicura che se da piccola le nonne mi avessero preparato pasta e broccoli, farinata e taralli alle cipolle, li adorerei nello stesso modo in cui amo i piatti della mia tradizione.

Insomma, per farla breve: non sono triste perché non assaggerò più queste pietanze, sono felice di averle mangiate da piccola e di portarle nel mio cuore. Ma non ho bisogno di mangiarle per sentirmi connessa con le mie radici. Posso fare le mie scelte alimentari senza necessariamente sentirmi vincolata dal passato e posso creare delle nuove tradizioni e dei nuovi ricordi con questo mio nuovo stile di vita.