Si mangia, e anche bene
Si sta organizzando una serata in compagnia di due amiche che non vedevo da un po'. Tra vari messaggi siamo riuscite a scovare un giorno in cui siamo tutte libere nello stesso momento e abbiamo anche deciso il luogo dove mangiare. Una pizzeria dove siamo già state in passato, era piaciuta a tutte e tre ed è facilmente raggiungibile sia in macchina che a piedi.
Decido di dare una sbirciatina al menù per vedere che pizze propongono. Non ci sono simboli che indichino se le pizze sono vegane o meno, ma mi sto abituando a leggere gli ingredienti su tutti i prodotti che compro, mi sento preparata.
Tutte le pizze sono condite con formaggio o affettati o formaggi e affettati. Tranne una, che si erge a mia paladina e difenditrice! Rileggo gli ingredienti: pomodoro, aglio, origano. Be', ecco, preferirei qualche condimento in più, se possibile. E magari non rischiare di stendere le mie commensali ogni volta che apro bocca. Di sicuro è un'ottima pizza anti vampiro, ma non è quello che cerco. Rileggo il menù.
Mozzarella, stracciatella, bufala, gorgonzola. Prosciutto, wurstel, acciughe, salmone, mortadella. D'un tratto mi coglie l'illuminazione: e se mi facessi rimuovere un ingrediente? Alcune pizze ruotano chiaramente intorno ai derivati animali e non avrebbe senso farli togliere. Se chiedo la gorgonzola e pere senza gorgo mi rimangono solo le pere, stessa cosa per salsiccia e friarielli.
Però ci sono un paio di altre pizze papabili. La vegetariana non sarebbe male con “solo” pomodoro, zucchine, melanzane e peperoni. Noto altre due possibilità interessanti, una con pesto e l'altra con pesto e patate. Insomma, non male. Le opzioni ci sono, quando sarò al ristorante avrò abbastanza scelta.
Chiudo il sito e decido di non decidere: sceglierò cosa prendere sul momento, quando saremo al ristorante. Mentre chiudo il browser un pensiero fa capolino e rimbalza momentaneamente nella mia scatola cranica: dato che ormai siamo a ottobre, sarebbe divertente se proprio questa settimana cambiassero il menù e mettessero quello autunnale. Già, sarebbe proprio divertente...
Le ultime parole famose!
È finalmente arrivata l'agognata serata tra ragazze, i soliti saluti e “Da quanto tempo” poi si entra nel locale. Dopo il benvenuto con convenevoli iniziali ci danno un tavolo, ci sediamo sulle cadreghe e apriamo il menù. Ed è già quello della nuova stagione, porca paletta! Calma e sangue freddo, mi dico, le pizze classiche non sono cambiate. Mal che vada posso prendermi la vegetariana senza formaggio.
Noto che adesso sul menù è anche specificato che la farina degli impasti è a km 0 e a basso impatto ambientale, informazioni interessanti ma il mio obiettivo è un altro. Fortunatamente siamo tutte immerse nella lettura, quindi posso dedicare tutta la mia attenzione alla prioritaria ricerca di cibo delizioso.
Sono quasi alla fine della lista quando trovo lei, la miniera d'oro: pizza al padellino. Impasto multicereale con tre tipi di farina, semi di sesamo, d'avena e di miglio e fiocchi d'orzo e di avena. Sopra la pizza: burrata, melanzane, zucchine, carote, olive e pomodori secchi. Abbiamo una vincitrice stasera, e sono io!
Quando arriva il cameriere ordiniamo e nessuno fa una piega alla mia richiesta di rimuovere la burrata. Si ritorna a chiacchierare e nel frattempo arrivano la birra e l'acqua, brindisi e via con gli aggiornamenti sulle varie novità tra lavoro, partner e amici in comune.
Arrivano le pizze e vorrei tanto aver fatto una foto alla mia. Bellissima presentazione, la base aveva un colore leggermente dorato e le verdure erano vibranti e molto profumate. Il cornicione era alto e morbido, l'impasto super particolare e diverso da qualsiasi cosa abbia mai provato, e le verdure! Devono aver fatto la spesa dal contadino, quelle non erano le solite tristi verdure sciape del supermercato. Oltre che belle esteticamente erano anche fresche, ricche di sapore e cotte bene. Insomma, un successone!
Non è la prima volta che mi capita di mangiare una pizza vegana, ma rimango sempre stupita dal fatto che non sia necessario il formaggio. L'ho sempre considerato un legante essenziale, che dà quella marcia in più, ma se la pizza è davvero buona non ce n'è bisogno.