Swap party, swap party, swap party!
Camminando i miei due chilometrini giornalieri per andare al lavoro, mi capita spesso di guardare i cartelloni pubblicitari a lato della strada. A volte vengo attirata dalle immagini, altre dai colori, altre ancora dalle parole.
È stato così che ho scoperto che nella mia città ci sarebbe stato uno swap party, uno scambio di abbigliamento gestito da un'organizzazione no profit locale nata da poco. Cercando più informazioni ho scoperto che si tratta di ragazzi giovani che pensano alla sostenibilità come uno dei metodi per ridurre l’impatto ambientale inestricabilmente collegato alla moda come industria.
Il progetto mi piaceva un sacco e sembrava un'idea carina per passare un pomeriggio diverso dal solito, così ho deciso di partecipare. Sono arrivata circa un'oretta dopo l'inizio dell'evento e con mia somma sorpresa ho scoperto che c'era la coda per entrare! Ho passato più di mezz'ora in coda (il che fa capire quanto ero motivata!), ma l'ho sfruttata al mio meglio: cercando di interagire con altri esseri umani!
Ora, non è che io sia timida, però sono un po' un orso. Ma ogni tanto mi costringo a socializzare e spesso ne esce anche qualche chiacchiera simpatica, come in questo caso. Le due ragazze che erano di fronte a me erano studentesse all'università e mi hanno raccontato un po' dei loro studi e dei lavoretti che fanno per guadagnare due soldini e potersi pagare un pieno di benzina ogni tanto.
La ragazza dietro di me invece si è rivelata essere un'esperta degli swap party. Anche lei era perplessa dalla coda e ha spiegato a me e a un altro paio di ragazze che l'ascoltavano che la situazione in altre città è diversa. Ad esempio, a Torino e Milano basta pagare un biglietto d'entrata e poi si possono prendere tutti i vestiti che si desidera, o portare tutti quelli che si vuole.
Questa organizzazione della mia città ha scelto un metodo differente, forse sapendo che da queste parti siamo un po' tirchi e pagare 10 € all'ingresso avrebbe fatto storcere il naso a qualche avventore. Hanno creato un sistema a punti, in cui ogni capo aveva un punteggio. Ad esempio: * una maglietta, 2 punti; * una felpa, 4 punti; * un paio di jeans: 6 punti; * un cappotto vintage cucito a mano da una famosa modista con ancora attaccato il cartellino del prezzo: 8 fantastilioni di punti, e così via.
Per ogni capo portato si ottenevano appunto dei punti, che si potevano “spendere” per prendere dei capi con un punteggio pari o inferiore. Insomma, per fare un esempio pratico: porto 10 t-shirt, mi danno 20 punti che posso usare prendendo altre 10 t-shirt oppure 5 felpe oppure 3 jeans e una maglietta... La riprova di quanto avevo torto quando da bambina mi lamentavo che la matematica non mi sarebbe mai servita XD
La cosa carina è che all'ingresso si potevano dare i propri contatti e venir registrati, in modo da poter uilizzare i punti non spesi all'evento successivo. Io di mio ho portato un po' di cose che non indossavo più: due maglioni di Natale adorabilmente kitch, dei pantaloni di un paio di taglie troppo grandi, magliette che erano in mio possesso da abbastanza tempo che viaggiavano se non per la maggior età almeno verso l'adolescenza...
Ho mostrato questi capi all'ingresso, mi sono registrata, ho preso il mio foglietto con i punti e poi sono entrata in questo mondo variopinto: attaccapanni con vestiti di tutte le taglie, tavoli cosparsi di felpe, maglie, magliette e maglioni, gonne e pantaloni, chi più ne ha più ne metta. Alcuni capi mi hanno attirato per i loro colori, altri per i materiali, ma alla fine mi sono limitata a prendere tre capi di cui ero sicura: un maglioncino blu, una camicia a scacchi bianca e nera, una maglia rossa a manica lunga.
Avrei tanto voluto prendere anche una camicia a scacchi rossa e blu, ci ho lasciato dietro il cuore, ma era di quelle che vanno stirate o magari anche portate in tintoria. Ho dovuto essere onesta con me stessa e ammettere che non l'avrei mai indossata perché odio stirare e sono troppo pelandrona per passare in tintoria. Però se ne ritrovo una simile ho tutte le intenzioni di prenderla: la camicia a scacchi da boscaiola lesbica canadese sarà mia, un giorno!
Mentre giravo fra le pile di vestiti mi divertivo a scambiare due parole con le altre persone, che erano principalmente donne ma non solo. C'era anche qualche ragazzo, e ho visto persone di tutte le età che curiosavano fra gli attaccapanni. Mi è piaciuta quest'esperienza condivisa, e ammetto che mi sono anche fatta una risatina sotto i baffi quando ho notato che i miei due maglioni natalizi sono stati accaparrati nel giro di pochi minuti da un ragazzo e da una ragazza. Non ho la più pallida idea di che fine abbiano fatto gli altri capi che ho portato, ma quei due lì erano molto, molto vistosi e mi ha fatto piacere che qualcuno se li sia portati a casa.
Senza neanche rendermene conto ho passato 40 minuti a girare, frugare fra vestiti e libri. E sì, perché c'era anche un banchetto per lo scambio di libri! Era gestito da un'associazione che ha un club del libro, devo assolutamente andarci. O meglio, devo ricordarmi di andarci. Fortunatamente mi hanno dato i loro link social, così posso reperire le informazioni su luoghi e orari con più facilità.
L'esperienza è stata più che positiva, mi ha fatto felice dare nuova vita a quei capi che non avrei mai più indossato e fare shopping in questo modo alternativo. Un pomeriggio davvero piacevole, spero di poterlo ripetere presto.