Little Big Adventure


È un gioco dall'aspetto bizzarro, oggi come allora. Non ho mai giocato al secondo episodio e preferisco il titolo europeo a quello usato nel resto del mondo: Relentless: Twinsen's adventure. L'aggettivo relentless mi pare troppo... troppo.

Schermata di un videogioco, con un personaggio vestito con una sorta di palandrana blu che si avvicina a un essere simile a un elefante, in una zona delimitata dal filo spinato.

I personaggi di questa piccola, grande avventura, sono realizzati in gouraud shading, una tecnica che oggi si considera probabilmente barbara, ma all'epoca era un passo avanti rispetto ai poligoni piatti, nudi e crudi. Questi personaggi si muovono su una grafica 3D posticcia, isometrica, fatta assemblando tanti elementi cubici, esattamente come nel 2D si utilizzano i tileset per ottenere una grande varietà di visuali da un limitato numero di elementi .

Questa grafica di altri tempi, ben lontana dal realismo, per qualche processo mentale mi aiuta a calarmi meglio nel mondo di gioco, mi aiuta ad astrarmi dal mondo reale e a vivere in quella dimensioni di poligoni poco lavorati e cubetti di pixel. Ecstatica, con le sue ellissi, e quegli sfondi particolari, sfrutta questo stesso principio per ottenere risultati simili. Dovrò scrivere anche di Ecstatica.

La grafica tendente al realismo, che oggi impera negli AAA, per me non funziona neanche lontanamente con questa efficacia. Intanto, nel 2024 di giochi davvero fotorealistici non ne abbiamo (nonostante alcuni tentino di convincerci/convincersi), non ne avremo per chissà quanti decenni ancora e sono sicuro di non volerne nemmeno, ma le volontà del mondo vanno in una direzione diversa.

Il sistema di controllo pure è abbastanza atipico: il protagonista, Twinsen, ha a disposizione quattro tipi di comportamento, in modo da poter fronteggiare le sfide del gioco, che ricordo non essere monoliticamente lineare. Tra queste, la modalità combattimento, per risolvere certe situazioni dove la diplomazia ha fallito. È possibile anche lanciare una sorta di palla magica, per completare certi enigmi o sbarazzarsi di avversari.

Ci ho giocato con gran gusto, versione floppy (niente sequenze animate, solo schermate fisse) e non ricordo se con scheda audio o meno: credo di esser sopravvissuto con l'altoparlantino interno fino al 486, per passare di sicuro alle Soundblaster dal Pentium 200 MMX, qualche anno dopo.

La storia, onestamente, non la ricordo: ricordo solo che mi prese molto.

Su Mobigames, una nutrita serie di screenshot

Vedo ora che sta per uscirne un remake: dal trailer, trovo la grafica simpatica, ma un corpo meno estraneo rispetto all'originale.

#Videogiochi #PC #Avventura #anno1994