La maga trans Harriet Porber e la fanfiction per la challenge letteraria di febbraio
Harriet era rannicchiata sotto il tronco enorme dell'albero caduto. Il sapore di sangue in bocca, il puzzo di sudore e di zolfo le entrava nella testa provocandole fitte dolorose. “Stanno arrivando, state fermi immobili” sussurrò Rhonda al gruppo. E così fecero i quattro maghi. Ok, tre maghi e un bardo, per essere precisi. Fermi immobili, rannicchiati sotto l'enorme tronco mentre i dissennacosi, con i loro lunghi mantelli, perlustravano il piccolo rilievo in cerca di nuove emozioni di cui nutrirsi. E fu così che stettero, per minuti che parvero ore. “Se ne sono andati” disse Roberto con il suo inconfondibile accento dell'Avana, facendo capolino da dietro il tronco. “Pensavo fiutassero i nuestros sentimenti o qualcosa del genere.” “Per fortuna l'autore di questa fanfiction ha visto Il signore degli anelli e non il film da cui è tratta la nostra storia,” commentò Snabe “ma non saremo sempre così fortunati.” Harriet osservò in silenzio il suo ragazzaccio: se ne stava in posa plastica a osservare i meandri della foresta proibita. La leggera brezza della sera muoveva la sua camicia facendola aderire al suo petto muscoloso, gli ultimi raggi del sole al crepuscolo riflettevano il sudore sulle sue scaglie mettendo in risalto i suoi lineamenti possenti da parasaurolophus. Come faceva a essere così figo anche in una situazione del genere? Lei era conciata da sbattere via, esausta e ricoperta di fango. “Sono sicura che quello che hai detto abbia qualche senso, ma ora che facciamo?” Rhonda si lisciò il pelo arruffato. La donna-cane era rimasta seduta assieme ad Harriet sotto il tronco e stava controllando il contenuto di uno zaino. “Non abbiamo molte provviste, e siamo ancora lontani dalla scuola di magia.” “No te preocupes, mi amor” le disse dolcemente Roberto, stringendo le mani alle sue. “Ce la faremo.” Detto questo la aiutò ad alzarsi.
Per sfuggire agli scagnozzi di Colei-che-non-può-essere-nominata procedevano cambiando spesso direzione, tornando sui propri passi, cercando di non lasciare tracce. Questo li rallentò molto e ben presto calò la notte. A guidare il gruppo era Rhonda, conosceva bene la foresta proibita e con i suoi sensi, più sviluppati di quelli di un umano, poteva accorgersi del pericolo ben prima degli altri. Per lo stesso motivo Snabe chiudeva il gruppo, lui non era mai stato alla scuola di magia ma grazie al suo essere un parasaurolophus antropomorfo ci vedeva bene al buio. “O forse no, ma l'autore non ne capisce di dinosauri e ha deciso così” aveva spiegato al gruppo per giustificare la sua posizione nella formazione. Rhonda e Roberto lo avevano guardato con fare spaesato ma Harriet li aveva subito rassicurati: “Snabe è un metabardo e per tanto è a conoscenza di informazioni che vanno oltre la nostra conoscenza e il nostro spaziotempo. Fidatevi di me, ormai ho imparato a capirlo. Se ci dice che ci vede al buio, è vero.” Harriet lo frequentava ormai da qualche anno e, sebbene la maggior parte delle volte non capisse il senso delle sue parole, aveva imparato a conoscere e a capire l'uomo dietro esse, quindi non aveva del tutto mentito.
Ore dopo Rhonda fece cenno al gruppo di fermarsi mentre annusava nervosamente l'aria. “Dissennacosi!” gridò “Dietro di noi!”. Roberto, bacchetta in pugno, evocò delle luci attorno al gruppo per permettere a tutti di capire meglio la situazione: tre figure incappucciate stavano avanzando velocemente verso di loro lasciandosi dietro una scia di fumo nero. Harriet fece qualche passo di lato, per rompere la fila, evocò dei dardi di forza e gli scagliò contro i nemici per ostacolare la loro carica. Un dissennacoso fu preso in pieno e si dissolse all'istante in una nube di fuliggine, gli altri due continuarono la loro planata per colpire il gruppo. Snabe intonò un motivetto che aveva lo scopo di erigere una barriera tra loro e i nemici. L'idea funzionò solo parzialmente: il primo dissennacoso riuscì a passare e a scagliarsi contro Rohonda mentre il secondo si schiantò contro il canto del bardo e incontrò il suo creatore. Il mostro teneva la donna-cane per la gola e, con gli occhi brillanti di odio, si nutriva dei suoi respiri togliendole a poco a poco l'essenza vitale dal corpo. Il giovane cubano raccolse un grosso sasso e si scagliò furiosamente contro il nemico. Lo colpì ripetutamente alla schiena finché non mollò la presa. Il dissennacoso emise un rantolo di dolore. Cercò di allontanarsi dai due emettendo piccoli sbuffi di miasma; cosa che non gli riuscì perché Harriet e Snabe erano già pronti con un potente sortilegio che lo carbonizzò.
“Mi amor!” esclamò Roberto stringendo Rhonda a sé e baciandole il pelo della fronte. “Sei ferita? Stai bene?” “Sto bene… credo” rispose la ragazza, rigoli di lacrime le solcavano il viso. “Scusatemi. Non li ho sentiti arrivare in tempo. Sono un disastro, avreste potuto morire per colpa mia.” “No, mi amor. Non parlare così. Ci hai salvato con il tuo fiuto sopraffino e ci guiderai fuori da questa foresta. Arriveremo alla scuola e racconteremo al preside quello che è successo.” Gli occhi dei due maghi si incontrarono ed entrambi videro lo sguardo di un amico, un amante, un complice che non avrebbe mai abbandonato l'altro. Si baciarono appassionatamente per poi posare la fronte tra di loro e rimasero così, abbracciati, ad ascoltare il proprio respiro. Il nemico era stato sconfitto, per il momento, ma avrebbero potuto arrivarne di altri perciò Harriet, con fare imbarazzato, cercò di separare i due; Snabe la fermò, appoggiandole delicatamente una mano sulla spalla, poi un'occhiata, seguimi. Poco più in là la foresta si apriva su un precipizio che dava su uno scorcio della valle. All'orizzonte il castello della scuola di magia spiccava infuocato dal sole che sorgeva dietro di esso, nel naso l'odore della rugiada mattutina e nelle orecchie il risuonare della foresta. “Siamo salvi, Porber” sussurrò il parasaurolophus abbracciandola. “L'alba?” chiese Harriet ridacchiando dal piacere poiché Snabe la stava baciando sul collo. “È il tema della challenge, vuol dire che il racconto è finito” continuò lui abbassandosi per assaggiare altre parti di lei.
Anno nuovo, nuovo post che partecipa al Circolo di Scrittura Creativa Raynor’s Hall, maggiori informazioni qui. Questo racconto credo si possa considerare la prima fanfiction che scrivo. Tra tutti i racconti, libri, settings, universi o come volete chiamarli non avrei mai pensato che avrebbe avuto proprio questo. C'est la vie.