Uno dei punti su cui l’UE si è concentrata particolarmente con le modifiche al regolamento europeo sull'informazione di cui abbiamo parlato nell'ultima puntata è quello di garantire informazione pluralistica e, nel caso dell’informazione pubblica, più imparziale possibile.

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20240308IPR19014/liberta-dei-media-una-nuova-legge-a-tutela-di-giornalisti-e-liberta-di-stampa

Ma cosa significa “informazione imparziale”?

C’è un adagio nel giornalismo che recita più o meno: se ci sono due candidati e uno dice che fuori piove, mentre l’altro dice che fuori c’è il sole, il compito del giornalista non è di riportare entrambe le versioni, ma quello di aprire la finestra, guardare fuori e dire la verità agli spettatori.

È realmente possibile farlo, oggi?

Ammesso di avere un ottimo team per il fact checking – specialmente per i dibattiti in tempo reale – viviamo in un'epoca in cui basta opporre la minima resistenza alle dichiarazioni a ruota libera di politici e VIP per scatenare la ritorsione sia del soggetto, che non accetterà più di parlare col giornalista, la trasmissione o la testata, sia che del pubblico, con insulti, minacce, attacchi...

La conseguenza è che ci ritroviamo sempre più spesso ad osservare giornalisti che fungono da megafoni per qualsiasi messaggio i politici vogliano far passare, senza inquadrare e definire i contorni delle vicende, senza controllare la veridicità di quanto affermato, senza fare il loro lavoro.

Quando l'informazione non è libera di comportarsi onestamente nei confronti degli spettatori, la realtà viene plasmata dalla voce che urla più forte e più insistentemente.

Attenzione, però: non stiamo dicendo che i giornalisti dovrebbero essere al di sopra delle regole, in grado di dire qualsiasi cosa, perché a quel punto il rapporto di potere sarebbe sbilanciato nell'altro senso.

Questo è senza dubbio un equilibrio difficile da trovare. D'altra parte, poi servirebbe anche un pubblico più pacato, pronto ad accettare nuove informazioni ed integrarle nella propria opinione, invece di rigettarle come velenosi attacchi verso le proprie idee.

In effetti il punto sembra essere proprio questo: gran parte del pubblico ha rinunciato ad avere un'opinione “informata”, preferendo avere l'opinione “giusta”, quella confermata dai propri pari, dai politici che sono “dalla loro parte” e dai media che gli danno spazio.

Hanno rinunciato alla possibilità di avere una visione più chiara della realtà pur di non dover affrontare il disagio di ammettere di avere torto.

La puntata la trovate su:

https://podcasters.spotify.com/pod/show/basse-aspettative/episodes/11--Linformazione--morta-e-anche-noi-non-ci-sentiamo-tanto-bene-e2itkgv