le giraffe in gabbia
Torna di moda la comunicazione non violenta (CNV) idealizzata e promossa dal famoso psicologo americano Marshall Rosenberg, anche conosciuto come comunicazione empatica o, appunto, comunicazione da giraffa. Questo modello comunicativo ha lo scopo di massimizzando la capacità empatica dell'interlocutore che la adotta di disinnescare il conflitto potenziale. Questo genere di modo di comuicare viene associato alla giraffa, animale dall'enorme cuore e dal lungo collo che le permette una visione ampia sulla posizione degli interlocutori... La giraffa è un animale buono, dal grande cuore dalle vedute ampie, alta in ogni senso. Contrapposto allo stile della giraffa c'è quello dello sciacallo, quest'ultimo è un animale con una forte eccezione negativa, si muove furtivo nascondendosi nell'erba alta, necrofago si nutre prevelentemente del cadavere di altri animali, la comunicazione da sciacallo individua nell'altro il problema, non empatizza con gli altri, trasforma il prossimo in un nemico ed enfatizza a prescindere in completa mancanza di visione le criticità nel presente. il kempo comunicativo della giraffa viene trasmesso ad alievi che si occupano di comunicazione o che devono rapportarsi spesso con altri, come ad esempio i manager di aziende, dirigenti politici ed affini. Rosenberg partorisce questo modo di comunicare in un periodo storico fertile in tutti i sensi, erano decenni di innovazione a tutto tondo, non era un periodo semplice certo, ma era un periodo vivo, un mondo aperto alle innovazioni. Un contesto, parlando di "buona fede", accogliente. Ma oggi dell'insegnamento di Rosenberg chi ne sta facendo buon uso ? e quanto ci viene insegnato dalle eziende che ci voglio assertivi e diretti, con peferenza per l'assertività, le istituzioni che ci vogliono resilienti ? Le giraffe in gabbia e con i paraocchi restano giraffe certo ma prive di libertà conducono vite non dignitore, gli sciacalli la fuori mangiano le carogne di giraffe già morte prima ancora di morire realmente. Facciamo attenzione alle modalità di condivisione, l'empatia è un bene anche nei confroti di chi empatico non è, ma per fiorire pone una condizione orizzontale di egualianza, mal si sposa con gerarchie ed inquadramenti di stamp gerarchico. Ma ritorneremo in argomento.