casa mia, casa tua...
Voglio raccontare la mia personale esperienza in merito alla proprietà privata, agli affitti ed alle implicazioni non elementari che il discorso comporta. Da circa un anno lotto con un inquilino che ha deciso i maniera arbitraria e capziosa di astenersi dal pagare l'affitto di casa, casa di cui io sono il proprietario non che locatore, con regolare contratto depositato in regime fiscale di cedolare secca, il relativo canone congruo secondo il calcolo medio che stabilisce un ente terzo rispetto a locatore e conduttore, nello specifico è indicato da Agenzia delle Entrate. Ciò premesso io ho cercato in una prima fase di parlare con in mio inquilino, ho concesso dilazioni ho proposto di annullare debiti pregressi offrendo alcuni mesi di locazione gratuita in cambio di una firma per una risoluzione del contratto ad una determinata data, tutte le mie proposte di mediazione sono andata disattese puntualmente, in tutto questo sia chiari che la tassazione sui canoni mai corrisposti mi viene comunque imposta almeno sino a quando l'ammanco non venga certificato da un tribunale per il signor Stato tu stai incassando un reddito e le tasse sono dovute... La mia unica colpa rispetto al capitalismo edilizio è quella di aver ereditato da mia nonna la casa che questa si è comprata con sacrifici facendo le pulizie e che ha deciso di lasciare a me in quanto unico ad averla assistita nel corso degli anni, e di aver contestualmente ereditato anche da mio padre la casa che quest'ultimo aveva acquistato con il suo stipendio da operaio specializzato nel porto di Genova, immobili sui quali sia chiaro tasse: IMU, ICI, Successioni, cazzi e mazzi sono sempre state pagate sino all'ultimo, senza condoni o altra cazzate simili. Spesso raccontando di questa situazione con altri, mezzi amici, mezzi parenti ed affini, il riscontro che ho è sempre quello di violento giudizio nei confronti di chi "abusivamente" sta in casa mia senza pagare, lo capisco è la via più facile per tutti, e lo è stata anche per me in alcuni momenti, soprattutto in quei momenti dove dovendo far fronte a scadenze di tipo economico mi sarebbe servito quel piccolo reddito per superarle un pochino più agevolmente. Ma se dobbiamo essere giraffe a tutti i costi ciò ci impone quanto meno un punto di vista più ampio, non credo sia facile per l'inquilino, giunti a questo punto, convivere con una istanza esecutiva di sfratto con mandato ad ufficiale giudiziario, ogni giorno può arrivare l'autorità e metterti alla porta se non di casa "tua" quanto meno di un posto dove ti rifugiavi dal freddo e dal buio, non posso certamente sentirmi solidale con l'inquilino perché il suoi bisogni io li ho compresi e mi sono reso diligente nei suoi confronti lui non ha fatto altrettanto ha messo in campo una scelta e le conseguenze ora sono a suo carico, ma non mi sento di aggredire ulteriormente chi è già, probabilmente, sbranato dai suoi mostri, ad un passo da un crollo che può essere definitivo. Non credo viva sereno anche se dovesse mostrare arroganza o collera io sono molto più sereno di lui, per mille motivi, sono stato più fortunato e ho cercato di aiutarlo in tutti i modi, può essere che lui abbia vissuto questa mia mano tesa come una dimostrazione di superiorità ? Può essere tutto... Ma quello che non può essere e che non deve essere è che le persone aggrediscano l'ultimo anello di una catena che è marcia dall'inizio, in Italia ci sono settecentomila persone che sono o potenzialmente sono fuori casa, questo non lo possiamo ignorare soprattutto la dove gli immobili di proprietà di enti pubblici/stato disabitati superano il milione, è un problema che va risolto, e non come dicono molti con metodi all'americana, esasperando il concetto di proprietà privata, ma aiutando le persone, tutte, si e soprattutto quelle che secondo i canoni odierni questo "aiuto" per molti non lo meritano nemmeno. il livello di stato di una società corrisponde a coloro che abitano a livello più basso, ed è tempo che coloro che hanno qualcosa si rendano conto di essere più prossimi a quelli che non hanno nulla rispetto a quelli che hanno troppo.