gli eroi di famiglia
non sempre, non tutti hanno un eroe in famiglia, o meglio molti magari non sanno di averlo, altri non hanno mai ascoltato le storie eroiche che potenzialmente si nascondevano nella memoria di quel vecchio zio o ancor meglio di un nonno, una mamma, un papà, una nonna... Io ho sempre amato ascoltare i racconti dei miei nonni, racconti che venivano da un altro mondo in un altro tempo, una dimensione in bianco e nero come nei vecchi filmati che sono arrivati sino ad oggi, ma il mondo dei nostri nonni non era in bianco e nero e questo per me è sempre stato un punto di riflessione. Mio nonno Gerolamo è nato nel 1920, all'indomani della prima guerra mondiale, e giusto giusto in tempo per formarsi quanto basta per la secondo guerra mondiale, è nato a Lerma un piccolo paese in provincia di Alessandria, vicino a Ovada, una striscia di terreno che è già Piemonte ma che ancora sente l'aria di Genova, dove il dialetto Piemontese non è gentile e puro come "più in su", ma è sporco di tante tante parole genovesi che lo inquinano, lo imbastardiscono, se parli quel dialetto non sei ligure ma nemmeno piemontese... Ad un certo punto capita una questione strana nell'Italia e nell'Europa di quel tempo, si affacciano alla ribalta della storia personaggini del calibro di Benito Mussolini e Adolf Hitler, giusto per citarne due non di prima fascia... (va da se che il periodo precedente è volutamente sarcastico...) Beh per farvela breve: nonno Gerolamo anni 20, perfetto, guerra, vai... C'è un problema però, mio nonno come del resto anche io, è ipovedente, è dura esserlo oggi nel 2024, figuriamoci cento anni fa, alle visite di arruolamento, manco a dirlo non gli credono, viene accusato di "far finta" per sfangarsela e bon, ciao, divisa, stivali di cartone, fucile e via in marcia alla conquista dell'Unione Sovietica! Mio nonno come altri sessantamila ragazzi furono spediti con varianti di modi e tempi in Russia, e marciarono sino ad Odessa. Durante questa scampagnata le truppe, ovviamente si fermavano per recuperare e si allestivano quindi i campi per alcune ore, a mio nonno venne ordinato una sera di prestare servizio di guardia, mai gli era stato chiesto prima, in quanto tralasciando i medici fanatici che non gli credettero al momento dell'arruolamento forzato, si era reso evidente durante gli spostamenti che Gerolamo non fosso proprio un falco pellegrino in termini di vista, mio nonno quindi declinò cortese offerta, in parole povere rifiutò di eseguire un ordine diretto... La questione non fu certo semplice e a parte beccarsi un procedimento disciplinare militare fu preso a calci e pugni da quella elite di intellettuali che sulla divisa militare portava una "V" che stava per "vere teste di ca....." ehhhm no stava per "Volontario" esistevano V a vario titolo a secondo dello stato ed inquadramento sociale, interessanti i VU "volontari universitari" su cui stendo un velo di umana pietà... Mio nonno si rifiutò quindi, la conseguenza al di là dei provvedimenti disciplinari fù nell'immediato una saccata di botte... Non nego di aver pensto che alla fine, mio nonno avrebbe potuto fare la guardia e fottersene delle conseguenze, stare attento per quel che poteva, in caso di attacco nemico, non sarebbe stata certo l'acume visivo di una sentinella a far la differenza l'esito per l'esercito di carne e cartone italiano sarebbe satato, senza se e senza ma, disatroso... A questa osservazione però la giustificazione di mio nonno fu questa: "Se io avessi fatto la guardia e non avessi visto in tempo un potenziale nemico in arrivo avrei ridotto e di molto per qualcuno la possibilità di salvarsi, dalla prigionia o dalla morte, non guardare alla mi scelta o alle conseguenza che io ho subito per la mia scelta, guarda al risultato, la guardia quella sera la fece qualcun altro, e io come acnhe gli altri riposammo in filo più tranquilli" Un gesto di ribellione che donò, a persone immerse nella paura, una goccia, illusoria, di maggiore tranquillità, questo fu il gesto eroico di mio nonno nella steppa sovietica in una giornata indefinita del 1941. Di cui la memoria è sepolta, di cui io porto memoria in queste righe perse in un mare digitale tanto inquinato, se non di più, di quello vero. Ci sono ancora spiagge libere con l'acqua pulita dove rifugiarsi. Mio nonno fu inserito nel CSIR al comando del Generale Messe. 1.792 morti o dispersi, 7.858 feriti o congelati. conservo ancora il suo foglio di congedo, con loghi e fregi fascisti, conservo la sua foto in divisa, conservo una decorazione che gli fu data per l'assistenza offerta ad un compagno ferito durante il rientro in Italia a piedi. Di questo mio nonno non parlò mai, ma suoi coetanei ai quali ho chiesto mi raccontarono che trascinò in una barella un amico dello stesso paese per centinaia di chilometri rimanendo al passo ed evitando che questo congelasse, salvandolo nonostante la perdita di una gamba. Ricordo quest'uomo anziano nel pese in bici con una gamba sola... Lo ricordo a terra davanti la tomba di mio nonno... l'Ottava armata inviata successivamente in Unione Sovietica non fu cosi fortunata ed i numeri delle perdite ancora oggi sono sconvolgenti: 75.000 circa morti o dispersi e 32.500 circa feriti o congelati... Ecco credo che bastino solo questi numeri a raccontarci che non esistono guerre vinte, le guerre sono perse da tutti sempre... In questo ricordo di disobbedienza ed in questo riconoscimento riesco ad essere orgoglioso, riesco ad essere patriota. mio nonno ci ha lascito un 17 luglio di tanti anni fa...