Racconti brevi – Darth Vader

Ho scritto questo pezzo ormai molto tempo fa e non era mai stato finito. Ho cercato di dargli una chiusura perché onestamente non penso volessi arrivare da qualche parte, ma semplicemente scrivere qualcosa su Darth Vader.

Quello che una volta era un uomo, mise un piede fuori dal TIE Fighter. L'aria irrespirabile veniva filtrata dal respiratore incorporato nel casco nero, che rifletteva la luce del pallido sole rosso. Il pianeta Honrora era pieno di distese di nulla che si estendevano per chilometri e chilometri. Solo terra rossiccia e qualche cratere qua e la. Vader mosse qualche passo in avanti. La mente era disturbata. La solitudine provoca pensieri irrequieti, lontani, dolorosi. Il dolore viene assorbito ed espanso. Il cuore batte più forte e la cassa toracica è come se fosse in fiamme. Il tradimento. L'amore. L'odio. Arriva il segnale dal nulla. La direzione è segnata e la marcia ha inizio. Un passo dopo l'altro, Vader seguì le indicazioni della Forza e si mosse spostando un polverone che nessuno poteva vedere. Di ricordi riaffiorarono dal passato. Anakin teneva in mano una chiave multifase e la stava usando per collegare parti del reattore. Shmi era uscita dalla porta sul retro e aveva messo in testa ad Anakin un cappello. “Ti prenderai un'insolazione se non stai attento”. “Grazie, mamma”. Notte. Dei predoni Tusken agitavano i fucili laser in aria. Stavano portando via Shmi. Anakin urlava, impotente, mentre veniva portata via. Vader spostò lo sguardo sulla lama rossa della sua spada. Era fermo in mezzo al nulla. Ritrasse la spada e la fece svolazzare agganciandola alla sicura. Riprese a camminare guidato dalla Forza. I suoi passi si interruppero sull'orlo di un grosso cratere, largo almeno quaranta metri e profondo dieci. Con un balzo atterrò sul fondo, ai piedi di quello che aveva tutta l'aria di essere un altare. Molte persone sono morte su quella pietra. C'era traccia d'odio. C'era anche traccia d'amore. Quell'altare era sporco di sentimenti profondi. Vader appoggiò una mano su di esso e chiuse gli occhi. Padme stava accarezzando Anakin e gli sorrideva. Lo aveva preso per mano e portato sul balcone. Anakin non era mai stato così in alto a Coruscant. Gli speeder e altre navi sfrecciavano in ogni direzione, il cielo era illuminato dalle luci dei mega palazzi, come da un sole, e la mano di Padme era calda e morbida. Lui gliel'aveva stretta e lei si era avvicinata di più, portando il corpo a contatto col suo. Dall'altare fuoriuscì una nuvola di fumo quando le pietre cominciarono a muoversi e a rivelare un passaggio. Vader scese le scale un gradino alla volta, immergendosi nell'oscurità. La Forza lo guidava e non aveva bisogno di luce. In fondo attraversò un passaggio stretto per poi ritrovarsi in una grossa sala, con un altare al centro. Le torce appese alla parete erano accese e illuminavano l'antro. Alle pareti, tra una torcia e l'altra, spuntavano delle librerie piene di libri impolverati. Dopo essersi guardato intorno, Vader si avvicinò all'altare, dove c'era un libro rivolto con la faccia verso il basso. Con un gesto della mano lo mise dal verso giusto e girò le prime pagine. Le parole erano scritte in un linguaggio diverso dal basic, ma c'erano anche delle illustrazioni. Continuando a sfogliare trovò delle strane creature che assomigliavano a degli exogorth, ma con un'armatura di squame e con la facoltà di sputare fiamme. “Prendi solo i libri che riguardano plasmare creature, il resto non serve”, così aveva ordinato l'Imperatore. Vader fece un altro cenno e il libro si chiuse, volando dietro le sue spalle e rimasea mezz'aria, poi fece qualche passo per avvicinarsi alle librerie. Il rumore del respiratore era l'unica cosa che andava a mischiarsi con i passi pesanti della macchia nera che si aggirava per la stanza. Alchimia, arte del combattimento, arte della guerra: gli scaffali raccoglievano grossi tomi, conservati lì da chissà quanti secoli. Risalendo le scale ecco di nuovo riaffiorare i ricordi di una vita precedente, ricordi dell'amore, dell'odio e della paura. Alcuni non sembravano neanche echi del passato, ma suoni distanti, come premonizioni. Il calore del proprio figlio, la furia cieca verso il maestro. In cima alle scale c'era ad attenderlo il nulla cosmico. Il deserto rossiccio attendeva i suoi passi a ritroso verso il caccia spaziale. Il tomo, nero pece, dalle pagine ingiallite e una copertina tutt'altro che esaustiva, lo accompagnò per tutto il viaggio, fin dentro la nave. Vader era ancora scosso dalla valanga di ricordi e di sensazioni da cui era stato travolto e non poteva presentarsi dal suo maestro in quello stato, cosa avrebbe pensato di lui? Il problema, però, era che Sidious era sempre in ascolto, sempre vigile per controllare i pensieri e le azioni del suo allievo.

Originally wrote in 2022-03-22T23:49:00.007+01:00