Lavoratori di tutto il mondo... arrangiatevi

Tutti i santi giorni leggo notizie di aziende che stanno per chiudere uffici, fabbriche, stabilimenti: alcune sono in crisi, altre stanno benissimo e vogliono stare ancora meglio spostando la produzione dove conviene. E scrivo solo del Piemonte, chissà mettendo insieme le altre regioni come peggiora il quadro.

L'ultima in ordine di tempo è qui: Ex Ilva, lo spettro della chiusura

Ma vediamo anche la penultima: Gli operai della Lear in sciopero e domani si replica

E chiudiamo con: La protesta dei lavoratori di Te Connectivity davanti al Consiglio regionale

La storia si ripete sempre nello stesso modo, ogni segnale di allarme viene ignorato, quando la crisi diventa evidente si chiamano i sindacati che provano a dare rilevanza alla notizia e se i numeri in gioco sono significativi si attiva anche la classe politica alla ricerca di pezze: ammortizzatori sociali, ricollocazioni, accordi etc etc. Nessun piano a lungo termine, nessuna visione strategica, semplicemente si cerca di risolvere quel caso specifico.

I lavoratori d'altra parte sembrano i primi a non pensare al proprio futuro tutti addormentati da televisori con sempre più pollici da smartphone con display sempre più luminosi dai buongiornissimi dei social e dalle partite di calcio. E questo sonno perenne li porta a votare sempre gli stessi politici incapaci di pensare al futuro del paese che dovrebbero governare. Governare = Manovrare un bastimento per dirigerlo secondo la rotta prestabilita, mediante l’impiego del timone. Invece qui non c'è una rotta e non c'è un timone, si va a caso, secondo la propria convenienza, poi in caso di tempesta o scogli si fa il possibile per tirare la barca in salvo.

Il caso più significativo in tal senso è quello della vendita della rete TIM ad un fondo straniero https://www.ilpost.it/2023/11/06/tim-kkr-approvata-vendita-rete/

La mandria di sovranisti che ha votato l'attuale governo non va oltre l'apporre la bandierinia italiana sul proprio profilo social visto che la vendita di un asset critico per la nazione sta avvenendo nel silenzio generale: si perché ad interessarsi alle notizie linkate siamo probabilmente in 4 gatti, non bastano pochi articoli di giornale per sovrastare il rumore dei video di tiktok, delle liti dei giudici in qualche talent show e delle performances di pio e amedeo.

Nessuna strategia o visione del futuro: perdiamo un pezzo di Italia con relativi posti di lavori e la destra di governo muta. I confini si difendono solo a Lampedusa.

Ma la responsabilità dei lavoratori non è solo quella di dare vita a questa classe politica con il proprio voto. E' anche e soprattutto quella di non avere fatto l'unica cosa che dovevano fare: unirsi. Non avevano una lunga lista di comandamenti cui obbedire, in tal caso qualche dimenticanza sarebbe stata legittima. No, una sola indicazione: unitevi!

Invece ognuno si fa i fattacci propri, nessuno si sogna di solidarizzare con chi sta rischiando il proprio posto di lavoro perché tanto sta toccando a quelli, la nostra azienda non è in crisi. Poi quando tocca a te sei da solo con i tuoi colleghi perché altri ragionano come ragionavi tu prima.

Questo permette ai dirigenti di gestire numeri piccoli che fanno poco clamore sui media: uno stillicidio di 25 aziende che stanno per licenziare 250 persone non fa notizia come 25x250=SEIMILADUECENTOCINQUANTA lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Gli scioperi generali non servono comunque a nulla perché al di là dei dibattiti mediatici relativi alle prescrizioni da parte dei vari ministri e del diritto allo sciopero non viente di fatto creato nessun disagio: d'altra parte gli italiani sono maestri nell'arte di arrangiarsi ed anche se un treno non parte o una scuola non apre una soluzione si trova.

Non ho la soluzione per il futuro, se non crescere una classe di persone nuove in grado di eleggere una classe politica nuova. Per adesso lavoratori di tutto il mondo, arrangiatevi.