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by Inside

𝗜𝗟 𝗡𝗘𝗠𝗜𝗖𝗢 𝗣𝗨𝗕𝗕𝗟𝗜𝗖𝗢 Accusati di essere un concreto pericolo per la salute e per l'incolumità pubblica. Accusati di creare disordini, violenza e abusi. Chi partecipa ad un rave party è complice di un reato! Chi lo organizza è marchiato come un criminale con pene fino a 6 anni di carcere.

Più concretamente: chi organizza una festa senza permesso rischia la stessa pena di chi sottrae un minore in affidamento, di chi causa un incendio doloso, di chi possiede armi da fuoco senza permesso o di chi causa lesioni personali gravi.

Forse bisognerebbe alzare lo sguardo dallo smartphone e guardare la realtà.

È dentro e fuori dai club e dai locali del centro città che avvengono abusi e riciclaggio. È durante le partite di calcio che migliaia di tifosi spaccano e imbrattano i centri cittadini. (e non durante rave party nelle periferie dimenticate) È lo stesso Stato che attenta alla salute pubblica guadagnando dalla vendita di alcol e sigarette. È la scuola pubblica di vostra figlia che attenta alla sua incolumità crollando a pezzi. È il vostro amico maresciallo (quello che vi toglie le multe) che da l'ordine di manganellare persone che ballano e studenti che manifestano per la pace o per il clima. (E che avrà l'avvocato pagato dallo stato per difendersi dalle accuse di eccesso di violenza.)

L’ATTUALE GOVERNO AUTORITARIO REPRIME OGNI FORMA DI DISSENSO. ANCHE BALLARE SENZA PERMESSO È UN REATO PUNITO CON LA VIOLENZA.

ATTENTO A NON PENSARE TROPPO LIBERAMENTE. IL PROSSIMO RICERCATO POTRESTI ESSERE TU!

𝗙𝗔𝗞𝗘 𝗡𝗘𝗪𝗦

Il potere distruttivo, rivelatore, caustico, ironico delle fake news.

Prima di Internet, prima che diventassero strumento di disinformazione di massa nel mare delle notizie che navigano in rete senza controllo; venne utilizzato abilmente negli anni 90, come strumento artistico e politico, per beffarsi di stampa, televisioni e tutto il sistema dell' informazione. In nome di una cultura del sabotaggio, si contestavano i media e l'invasività delle pubblicità.

Da persone scomparse, a culti demoniaci e violenze mai esistite, che crearono un vero e proprio fenomeno di isteria di massa, prima di essere svelati di fronte all'indignazione dei più. Dimostrando al tempo stesso quanto la sete di notizie dei media è tale da divulgare qualsiasi informazione senza la minima certezza.

Tra le azioni più incredibili che riguardano il culture jamming c'è sicuramente la copia del sito Vaticano nel 1998 che coinvolse 200.000 visitatori per un totale di 4 milioni di accessi.

“Abbiamo acquistato il nome di dominio Vaticano.org e fatto una copia del sito web ufficiale della Santa Sede. Il nuovo sito web era visivamente identico a quello ufficiale, ma conteneva piccole ma significative modifiche nascoste tra i testi sacri, che ci hanno permesso di satireggiare e correggere l'identità della Santa Sede, esaltando l'amore libero, le droghe leggere e l'attivismo online.[...] Il tutto inserito tra le righe di encicliche papali, citate con precisione.

Dal momento in cui Vaticano.org è andato online, un flusso enorme di visitatori si è riversato sul sito web parodia, trascorrendo migliaia di ore a leggere testi modificati con proclami eretici, parole inventate, errori imperdonabili e canzoni di band di teeny-bopper.” (0100101110101101.org)

L'ingegno che era dietro queste operazioni era tale da trasformarle in opere d'arte sovversiva e partecipativa, dove lo spettatore stesso prende parte alla scena e alle sue modificazioni poiché interagisce con essa.

“Un'opera d'arte, in rete o no, non può essere interattiva di per se, sono le persone che devono usarla interattivamente, è lo spettatore che deve usare un'opera in un modo imprevedibile. Copiando un sito, stai interagendo con esso lo stai riutilizzando per esprimere dei contenuti che l'autore non aveva previsto. Interagire con un'opera d'arte significa essere fruitore/artista simultaneamente; i due ruoli coesistono nello stesso momento. Per cui dovremmo parlare di meta-arte, di caduta delle barriere nell'arte; lo spettatore diventa un'artista e l'artista diventa spettatore: un testimone privo di potere su ciò che accade al suo lavoro.” (0100101110101101.org)

I media moderni hanno compreso il potere partecipativo della massa: diffondendo contenuti accattivanti, capaci di generare estremo stupore o profonda indignazione, riescono ad ampliare la diffusione delle loro notizie, poiché ogni condivisione aggiunge il punto di vista del trasmettitore, spesso incurante della veridicità del contenuto. Se un tempo lo spettatore poteva interagire con un’opera d’arte in modo imprevedibile, oggi la decontestualizzazione di frasi, immagini o parole viene utilizzata per provocare reazioni calcolate, prevedendo esattamente l’effetto della catena di ri-condivisioni.

La società contemporanea vive in uno stato costante di isteria, e i mezzi di (dis)informazione, insieme ai social media, riflettono un meccanismo che asseconda l’impazienza collettiva di ottenere risposte rapide e rassicuranti di fronte a eventi controversi. Si tende a individuare un colpevole immediato, un capro espiatorio che soddisfi il bisogno di ordine, trascurando dettagli e sfumature che potrebbero ribaltare l’intera narrazione. È invece fondamentale sviluppare uno sguardo critico sulle informazioni, coltivare la volontà di approfondire e ricostruire il contesto.

𝗜 𝗩𝗜𝗔𝗚𝗚𝗜𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜 𝗙𝗟𝗨𝗜𝗗𝗜

Ci troviamo di fronte a una nuova era, in cui l’aspirazione alla libertà si manifesta come una forza primordiale, guidando una generazione alla ricerca di un’esistenza senza né pesi né confini. Un’epoca in cui la leggerezza diventa un dogma, dove l’essere umano si svincola dalle convinzioni del passato e abbraccia il presente con ferma determinazione. In questo contesto, la fluidità diventa il nuovo mantra, tracciando un percorso verso una vita libera da legami superflui e aperta ad un futuro senza limiti.

“… il prologo alla creazione di una nuova specie: più leggera, mobile, che sfugge a ogni schema e quindi sopravvivrà alle mutazioni in corso. Ma pensate che rivoluzione sarebbe, che vera rivoluzione, forse l’ultima possibile: altro che destra, sinistra gran borghesi con la faccia spalmata sulle fiancate degli autobus che vogliono rifarci l’acconciatura, semplificatori semplicisti, liquidatori liquidi, rottami venuti dal futuro […] Una generazione capace di scegliere sempre la libertà, di consumare soltanto il necessario (incluso ciò che è necessario per il piacere), di non legarsi a nulla, di saper perdere cose e battaglie senza perdersi, di non credere in idee e fedi che le sono state data dalla nascita, una generazione senza troppo passato né avvenire, ma con una inflessibile attrazione verso il presente, inafferrabile, imprevedibile, disincantata dal suolo e dal tempo. In sintonia piena e pura con l’esistenza. E poi, quando finisce, arriva qualcuno a dirti: ti sia lieve la terra. Fallo tacere. Ti sia lieve la vita.” (Gabriele Romagnoli, Solo bagaglio a mano. Feltrinelli 2015)

Viaggiare leggeri, essere leggeri. Non ingombrare col corpo e con l’anima. Una ricerca di autonomia e una sfida alle convenzioni sociali.