Quanto si guadagna con Twitch
Solitamente, quando capita di parlare della nostra attività su Twitch, ci viene chiesto “Quanto ci guadagnate?” Il motivo è ovviamente come sempre il capitalismo, radicato fin nel profondo della società in cui viviamo, che impedisce ai più di fare a meno di parlare di soldi. Ma ok, parliamo di soldi: quanto ci guadagniamo con Twitch?
Per i comuni mortali, ovvero quelli che rifiutano o non ricevono sponsorizzazioni, ci sono tre fonti di guadagno tramite Twitch: le iscrizioni, altresì note come sub (da subscription), i bit e la pubblicità, più ovviamente lo donazioni. Andiamo a vederle in dettaglio.
Quanto si guadagna con le sub?
Ci sono tre “livelli” di sub: tier 1, tier 2 e tier 3. Le sub tier 1 costano, in Italia (il costo è differente in paesi differenti), 3.99 euro. Le tier 2 costano 7.99, mentre le tier 3 costano 19.99. Di questa spesa, circa metà va a Twitch, e circa metà va allo/a streamer. Quindi, abbonandovi a un canale per circa 4 euro, darete circa 2 euro al canale. Il resto va a Twitch. Così succede anche per i tier più elevati: a fronte di un'iscrizione tier 3, il canale ottiene circa 10 euro. Questo accade anche per le sub donate: se un utente dona 5 sub, è come se 5 utenti si fossero abbonati spontaneamente. Amazon, tramite l'integrazione con Prime Gaming, permette agli abbonati di sottoscrivere una sub tier 1 “gratuitamente”, questa conta per il canale come se fosse una sub tier 1 pagata con soldi veri. Sottoscrivere un abbonamento a un canale ne permette la visione senza interruzioni pubblicitarie (ma ci sono potenzialmente eccezioni, vedi sotto), l'accesso alle emote riservate agli abbonati, e un badge di fianco allo username in chat.
Quanto si guadagna coi bit?
I bit sono monete virtuali, che gli utenti possono pre-acquistare. 1 bit costa 0.015 euro, cioè un centesimo e mezzo circa. Per fare i conti più facilmente, 100 bit costano 1,59 euro. Donare bit a un canale equivale a contribuire alle casse del canale per un importo pari a 0,01 euro per bit. Se donate quindi 100 bit a un canale, spendete 1,59 euro, e al canale arriva 1 euro. Ci sono alcune eccezioni a questo, ovvero i bit spesi tramite le estensioni come il Crowd Control, dove l'80% va al canale e il 20% a chi ha sviluppato l'estensione, ma si tratta di meccaniche non statisticamente rilevanti. Donare bit permette di ottenere alcune emote riservate ai donatori, e conferisce un badge di fianco allo username in chat.
Quanto si guadagna con la pubblicità?
Risposta facile: poco. Risposta complessa... dipende. La pubblicità su Twitch può essere pilotata dallo/a streamer, in questo modo: 1) Tramite il Gestore Annunci, che mostra un quantitativo schedulato di pubblicità ogni tot 2) Manualmente, ovvero lasciando allo/a stremaer l'onere di lanciare la pubblicità quando preferisce
Nel primo caso, il quantitativo minimo che il Gestore permette è 30 secondi ogni ora. In questo modo, Twitch non mostrerà i cosiddetti preroll ad, ovvero sia la pubblicità che viene mostrata a un utente che si collega allo stream per la prima volta. Nel secondo caso, comunque lo/la streamer deve lanciare manualmente almeno 30 secondi di pubblicità ogni ora, per evitare i preroll ad. I preroll ad durano 30 secondi, e appunto sono visualizzati solo alla prima connessione: se lo/la streamer non lancia altri annunci, e l'utente non si scollega, quelli saranno gli unici annunci che vedrà. Tutto questo, solitamente, si applica soltanto agli utenti che non hanno sottoscritto un abbonamento. Sebbene lo/la streamer ha comunque facoltà di far visualizzare la pubblicità anche agli utenti abbonati, raramente si fa questa scelta. Quanto alla resa, è davvero difficile a dirsi. Per il nostro canale KSGamingLife abbiamo deciso di non abilitare il Gestore, e di non lanciare pubblicità manualmente. Questo significa che un utente non abbonato vedrà solo 30 secondi di pubblicità per ciascuno dei nostri stream se non si scollega. Sostanzialmente, è il minimo. Da inizio 2024, cioè in tre mesi e 16 giorni (questo articolo è stato scritto il 16/4/2024), il canale ha registrato un introito di 6,61$ (Twitch esprime i valori economici in Dollari USA). Un guadagno irrisorio, ma è così volutamente per quanto ci riguarda. Di questo ne parliamo meglio dopo.
Quanto si guadagna con le donazioni?
Le donazioni sono volontarie, di entità volontaria, e non tracciate da Twitch in alcun modo. Non portano vantaggi diretti (cioè non eliminano la pubblicità, non conferiscono emote, ecc ecc) ma possono portare vantaggi a discrezione dello/a streamer (ad esempio, una certa donazione potrebbe essere scambiata con un'azione da parte dello/a streamer, ad esempio scrivere il nome del donatore su qualcosa).
E le tasse?
Le tasse si pagano! Nel senso, gli introiti di Twitch vanno dichiarati nell'ambito della dichiarazione dei redditi. Twitch rilascia regolarmente documenti di valenza fiscale, una sorta di CUD, e pertanto tutti gli introiti di Twitch sono tassati a norma di legge.
Considerazioni – Guadagni medi per mese
Nell'ambito della gestione del nostro canale, abbiamo scelto di non trattare l'utenza differentemente, tra chi può/vuole sottoscrivere un abbonamento e chi no, e abbiamo scelto di non mostrare a schermo widget di gamification come ad esempio una barra che conta quante sub mancano al raggiungimento di un “sub goal”. Questo ci porta comunque un guadagno mensile di circa 120-130, a volte 150 euro. Il nostro canale è attivo per 2 ore e mezzo a sera, dal lunedì al giovedì. Calcolatrice alla mano, si tratta di circa 40 ore di trasmissione ogni mese (senza contare le ore spese a preparare le live, gestire i social, e quant'altro), il ché significa un guadagno orario di 3,25 euro circa, sui quali dobbiamo poi pagare le tasse come spiegato sopra.
Considerazioni – Gestione della pubblicità
La pubblicità su Twitch può essere la migliore o la peggiore fonte di guadagno. Scegliendo di mostrarne tantissima, e avendo una media spettatori di gran lunga maggiore della nostra, si guadagna potenzialmente bene. Il problema sorge nel momento in cui si vuole ottenere o mantenere la propria audience. Se Twitch costringe a guardare la pubblicità invece dello stream, gli spettatori si spazientiranno e andranno altrove (oppure si iscriveranno, forse). È nostro parere che la pubblicità sia il maggiore ostacolo che gli/le streamer si auto-infliggono nel cammino verso l'aumento di popolarità. C'è da dire che l'equilibrio tra preroll ad e pubblicità durante lo stream è molto precario, e dipende tanto dal tipo di community ottenuta e che si vuole ottenere. Non esiste una soluzione che va bene per tutti. Quel che è certo è che nella misura descritta poco sopra, lo/la streamer ha facoltà di impostare la pubblicità come più preferisce: chi sostiene che non può fare a meno di mettere tanta pubblicità o è in malafede oppure non sa configurare il proprio canale. Il minimo impostabile sono 30 secondi di preroll per gli utenti non abbonati, in un canale affiliato o in un canale partner, non cambia.
Considerazioni – Vale la pena?
Non si vive di Twitch. Non è neanche ipotizzabile vivere di Twitch, solo con le proprie forze. Vive di Twitch chi già ha intorno a sè centinaia (CENTINAIA) di persone pronte a pagare continuativamente, tramite sub ma soprattutto tramite donazioni, e chi ha già contratti di sponsorizzazione stabiliti. In Italia, si contano sulle dita delle mani. Non ha il benché minimo senso iniziare a streammare per guadagnare. Si rientra del necessario investimento in termini di attrezzatura in anni. Per questo motivo, fa sorridere chi insiste col chiedere se lo si faccia per soldi. Allo stesso modo, fa sorridere chi inizia una carriera di stream per guadagnarci, o anche per arrotondare lo stipendio. Il motivo per cui viene da commentare “Chissà quanto ci guadagnano!” è perché molte persone (spettatori e emittenti) non sanno bene come funziona, perché come ogni ambito dove intervengono i soldi, è complesso. Va da sé che sapendo come stanno le cose, è evidente che una carriera di streaming non può basarsi sul guadagno monetario. Ognuno trae dalla propria attività il tornaconto che vuole, ma è sensato che esso consista di soddisfazioni, non di soldi nel conto corrente.