La maestra

La mia maestra mi ha insegnato a scrivere correttamente in italiano. Senza di lei non avrei mai imparato ad usare correttamente né il verbo avere né il verbo essere. Talvolta la mia maestra era particolarmente severa. Ricordo un episodio, forse ero in terza: avevo sbagliato a scrivere il verbo essere: il presente indicativo, la terza persona l'avevo scritto senza l'accento. Si avvicinò, e arrabbiata in volto, mi mollò uno schiaffone potentissimo. Da quel giorno, non ho più sbagliato il verbo essere. Non ricordo affatto quale fosse il suo nome. Era comunque una persona magrissima quasi scavata, rossa di capelli, priva di qualsiasi trucco che non fosse un filo di rossetto sulle labbra strette strette. Era la moglie di un commercialista, contabile, della zona. Lo stesso “sapiente” che consultava mio padre quando aveva delle difficoltà economiche, era uno che conosceva i misteri delle tasse e addirittura era più “in gamba” di quel solito ragioniere di paese che teneva la contabilità dell'impresa. Ho sempre visto queste persone come coloro che “sapevano” tutto sui soldi e mio padre era costretto ad affidarsi a loro. Povero papà.

Luigi