Nonni

Me lo avevi detto del nonno Gino, non mi importa di quello che dicevano loro, a dirti il vero ho proprio rimosso tutto, lo ricordo appena appena in viso. Quando ero piccolo piccolo ricordo che andavamo a mangiare da loro e che in casa preparava tutto una sorella (Giselda, suora laica) che ricordo cattiva. Mi ricordo che quando è morta (la nonna Maria diceva a seguito di un’infezione presa tagliandosi con una scatoletta di tonno) io sono rimasto molto impressionato. Di quel ceppo della famiglia mi sono interessato pochissimo dal punto di vista affettivo. Io ero legato al nonno Mario e alla nonna Maria. Comunque in qualche modo quando le cose non sono andate bene i N*** ci hanno anche aiutato. Ma non mi sento in debito con loro perché poi le cose sono andate in un certo verso. I nonni miei, quelli in casa, mi hanno permesso di studiare il papà non mi ha mandato a lavorare neppure quando ce ne sarebbe stata la necessità. È questa l’eredità che mi hanno lasciato, una cosa molto grande che mi ha permesso di vivere ora degnamente. Con l’andare degli anni ho potuto scoprire papà al quale via via mi sono sempre più affezionato perché ho capito chi era. Ancora adesso non passa giorno che non lo ricordi non rimpianga tutto il tempo che ho perso quando non ci capivamo. La mamma era più istintiva, era la mamma ma mi capiva meno del papà, tutto ciò l’ho intuito bene durante il periodo breve che ho passato con loro quando mi sono separato. Ricordo benissimo: una sera ero andato a cena forse da Renata tornando a casa loro li ho trovati alzati tutti e due ad aspettarmi in pensiero, saranno state le 11 e mezza al massimo. Quella sera ho anche capito che dovevo al più presto trovarmi una soluzione altrove. Comunque sì la mamma era molto bella.

Luigi