Il Piccolo Regno, una lettura estiva inaspettata e deliziosa

Questo è precisamente il libro che avrei regalato a un Mauri diecenne. Sono proprio le avventure che avrei voluto vivere io all'età dei protagonisti.

Il piccolo regno

I libri per ragazzi mi sono sempre piaciuti perché sanno cogliere lo spirito avventuroso che conservo. Sarà anche per questo che ho fatto lo Scout, ma di questo parlerò un'altra volta.

Ecco la sinossi:

Il quartier generale di noi Gente Bassa era la casa-albero. Era stata costruita da Saul e da zio Albie intorno alla base di un grosso olmo cavo che sorgeva in fondo al cortile. Era dove ci rintanavamo per discutere il da farsi, dove progettavamo le nostre spedizioni, dove raccoglievamo il bottino. Il pavimento era in assi di legno e si potevano stenderci sopra le coperte. Le finestre erano tonde come gli oblò delle navi, ed erano tre, grandi abbastanza per far entrare la luce. Dentro avevamo arredato l'ambiente con qualche vecchio cuscino e un tavolo da tè. Appesi alla parete campeggiavano il binocolo militare di zio Albie, che aveva sull'impugnatura il graffio di un proiettile tedesco, e una mappa della zona disegnata da Ariadne. Lì dentro ci sentivamo come conigli nella tana. Nessuno ci avrebbe mai sloggiati.

Wu Ming 4 è riuscito a raccontare con semplicità i pensieri e la curiosità di un gruppo di bambini che hanno tutto il tempo del mondo durante le vacanze estive. Ricordiamo tutti che le vacanze sembravano infinite quando eravamo piccoli, vero? Se aggiungiamo una casa in campagna dove trascorrere tutto questo tempo, ecco garantite le avventure quotidiane. Il periodo in cui si svolge è uno dei più incerti nella storia recente: gli anni Trenta, a cavallo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. In questa parentesi estiva i bambini, tra un gioco e l'altro, troveranno modo di riflettere anche su argomenti importanti, dopo aver scoperto un'antica tomba. Ci sono problemi che affliggono la famiglia ma questi non vengono direttamente palesati, probabilmente per immedesimare ulteriormente i lettori nella vicenda vista dal punto di vista dei ragazzi: gli adulti fanno discorsi complicati e noiosi, quindi degni di scarsa attenzione.

Il piccolo regno è uno di quei libri che ho tirato su in libreria senza pensarci troppo. Sia chiaro, non faccio mai acquisti di impulso, ma talvolta riesco a capire al volo quando qualcosa mi potrà piacere, che sia libro, fumetto, film o videogioco, un po' come avviene col quinto senso e mezzo di Dylan Dog. Trovare soddisfatte le aspettative è una delle sensazioni più belle quando si azzarda in questo modo.


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