Una riflessione d’ottobre

Ottobre segna l’inizio dell’autunno, quello delle foglie che iniziano a seccarsi e cadere. Ricordo ancora la galleria di platani ad Avellino che di questi tempi diventava una pista di pattinaggio naturale per quanto fosse scivolosa. L’ottobre di oggi è diverso dall’ottobre di quando ero giovane ed è immensamente diverso dall’ottobre del 1917 ma in tutti c’è una cosa che ritorna (anzi due se inseriamo Halloween): le giornate si fanno “corte”.

A settembre ancora le giornate sono belle lunghe, dopo le 20 c’è ancora luce. A ottobre il sole inizia a diventare timidino, riprende il backlog di serie e film e si preparano le serate tisana e Netflix.

Per un attimo tralasciamo il fatto che la domenica ci siano persone che vanno al mare e che il sole spara 37 gradi di UV sulla pelle, le giornate inevitabilmente si fanno più corte e questo porta quella sensazione di malinconia nel sottobosco emotivo che, con le giornate uggiose¹, ci conduce su di un sentiero scivoloso, come quello dei platani quando cadono le foglie e piove.

Prima si chiamava camminare piano per non schiantarsi a terra, adesso lo chiamano foliage

La forte differenza penso la si nota quando si distoglie lo sguardo dai nostri impieghi o si esce all’esterno. Un attimo prima era luminoso, durante la pausa pranzo magari, quello dopo è quasi notte ma devi ancora:

  1. fare la spesa
  2. prendere 1 treno o 2 bus
  3. cucinare la cena
  4. non stenderti a letto o su qualsivoglia piano di appoggio morbido prima di aver completato le mansioni precedenti
  5. fare una vita sociale (questo punto può essere rimandato all’infinito o eseguito in smart)

Ottobre è quel mese in cui sono anche nati i bilancia e un quarto di scorpioni. Ho passato con i bilancia parte di esistenza e devo dire che sono tutti estremamente diversi. Non vogliono proprio stare nei confini zodiacali! Che prepotenti e sfacciati. Questo mi fa pensare anche a tutti gli altri segni… Davvero, smettetela di etichettare le persone. L’oroscopo è solo un’invenzione delle lobby per rompere il ghiaccio alle riunioni dei CEO del mondo: “Amíö dáve’ sei anche tu bilancia? Volo altissimo!”²

landscape di alberi autunnali con frase sotto “solo io vedo delle zucche tra gli alberi”
Foliage aka log #13 autumn version

A ottobre si approssima quella che è la festività più amata da una grossa fetta di popolazione millennial che è cresciuta insieme a Tim Burton e Jack Skellington: Halloween. Per chi non lo avesse notato, questa festività sta subendo la vendetta di Babbo Nachele in quanto lentamente diventa sempre di più eclissata dal Natale (ho visto addobbi natalizi a settembre e quelli di Halloween in un angolino dei negozi). É una di quelle ricorrenze che gradisco di più dopo… Mabon? Si, in realtà non sono mai stato un grande amante delle festività religiose.

Premetto, questa cosa che il Natale sta sovvertendo l’ordine naturale delle cose non mi piace. É come se Babbo Natale stesse cercando di sostituirsi alle altre festività come l’Agente Smith con gli abitanti di Matrix, tanto che si inizia a parlare di albero già ad agosto. AGOSTO, cioè non c’è nemmeno l’equinozio ancora che già si pensa al sole che vince l’oscurità. No sense. Capisco però che magari le persone amino il sentimento che c’è dietro la festività e quello lo apprezzo. Forse c’è bisogno dello spirito natalizio tutto l’anno, quella gioia e la voglia di essere gentili e disponibili con gli altri. Però questo non vuol dire sacrificare uno dei due giorni in cui vedere Nightmare Before Christmas o Il Corvo³. In realtà sono quasi sicuro che sia il capitalismo travestito da Babbo Natale a fare tutto ciò, se dovessi sparire dopo questo log sappi che era la verità.

Illustrazione di Santa Claus a sinistra con frase che prevede la distruzione di Ferragosto e Pasqua dopo Halloween per avere Natale tutto l’anno
Questo genocidio va fermato qui e ora.

Ottobre è quel mese in cui si mangiano le zucche buone. Quelle degli altri mesi non sono granchè, sembrano concimate con le radiazioni tanto che sono arancioni o magari gli danno tanto succo di pomodoro. Con l’autunno già la natura diventa un po’ tutta arancione, questo nonostante l’inverno abbia le tinte fredde del bianco e dell’azzurro. Un ultimo calore prima di sprofondare nel freddo gelido dell’inverno che arriva.

Per questi motivi e altri, ottobre diviene inesorabilmente uno dei miei mesi preferiti. Novembre ha quella sensazione di fine che si avvicina, settembre vede il mio compleanno quindi magari era carino solo quando ero piccolo in cui tutto sembrava più colorato e leggero. Ottobre invece è il giusto, se fosse parte della Teoria narratologia sarebbe il momento prima del climax in cui si monta tutto lo stato emotivo e anche il personaggio più scemo prende spessore.

Tipo Drax il Distruttore che pensi sia stupido fino a quando non scopri il background

A ottobre una volta si iniziava a pensare di fare il cambio stagione, adesso magari la sera ti metti una felpa sopra la t-shirt. Il cambiamento è però nell’aria e che sia climatico o di stagione, inevitabilmente si va verso la direzione del freschetto andante. In autunno e soprattutto a ottobre, puoi stare ancora in mezzo: puoi vestire con le felpe e le giacche o in t-shirt e nessuno ti potrà giudicare perché se sei freddoloso è ok, se sei accaldato è ok. Insomma l'autunno è praticamente la stagione dell’uguaglianza.

Mi viene in mente una pièce teatrale che recitai alle superiori⁴ in coppia con uno dei miei best friend delle scuole. Tratta da una grande poesia di Totó cantava di due personaggi fantasmatici di antitetica classe sociale che si trovavano al campo santo. Un marchese (ovviamente chi faceva il nobile secondo te?) e un netturbino. La poesia di base ironizza sulla morte e sulla vera importanza della vita e di come questa viene vissuta. Per quanto ci si spenda a collezionare potere, soldi, oggetti o denigrare gli altri, alla fine, al campo santo, siamo tutti uguali perché “A morte ‘o ssaje ched'è?…è una livella.”

Logo dell’inktober
Ottobre il mese di Ink 100%

Tra l’altro proprio a ottobre ricade uno degli avvenimenti internettiani che raccoglie artisti di tutto il mondo. L’evento che mi rende una specie di divinità perché tutti mi nominano ovunque e costantemente ma nessuno mi paga l’affitto. L’Inktober è un evento che cade ogni anno ed è sopravvissuto a diversi competitor capitalistici. Nonostante il tempo passato non è mai cambiato e ha ispirato moltissimi artisti a generare arte. A volte bella, a volte orribile, questo tipo di arte lo trovo sempre apprezzabile perché nato molto spesso da un dolore o da un blocco che non permetteva all’artista di sfondare il muro della pagina bianca. Quindi sempre applausi a chi riesce a fare i prompt giorno dopo giorno.

Ottobre e autunno fanno tagteam per spronarci a cambiare qualcosa nella nostra vita, ci intimano a conservare il meglio per l’inverno e tagliare via le cose che invece ci succhiano linfa vitale: quel gioco che ci annoia a morte ma che ci stiamo trascinando dietro da troppo tempo, l’ossessione per un album del 1994, la speranza di un finale per Berserk, le amicizie redivive, i progetti che come nome in codice dovrebbero avere “Succubus” per quanto sono impegnativi…

Ottobre è quel momento pregnante in cui vedi le foglie cadere e pensi che sia giusto che ciò che non ha vita debba trasformarsi in qualcosa di nuovo.

¹ Dove sono queste giornate uggiose? Me le sono perse per casa. Cinque anni fa le avevo tra le dita e oggi sono sparite. Devo averle perse durante qualche trasloco o a casa di qualche ex. Dannato cambiamento climatico che ha spostato tutto di un mese.

² Perdonatemi se ho utilizzato la lingua di Satana ma per me se aspiri a essere il CEO del mondo un po’ di corsivo lo parli.

³ Si, anche Coco ma quel film è per chi ha il cuore forte.

⁴ Sì, ho fatto teatro anche alle superiori. Sì, era una ragioneria con indirizzo di programmazione e non c'entrava niente con il teatro ma, ehi, chi sono io per lamentarmi.


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Mi raccomando, be gentle, siamo pianeti in una galassia lontana lontana.