Una riflessione nata dal caos

Mi è capitata sotto gli occhi la locandina del prossimo tour della casa MBR. Dato che non ci sono date su Roma ho deciso di condividere con un'amica la data che si terrà nella sua città nonostante forse non sia propriamente nelle sue corde. Il genere su cui surfano è un po’ spinto in quanto è un tecno metal con suoni analogici dei dispositivi elettronici degli anni ‘80. Questo li rende molto cyberpunk e quindi, ovviamente, una delle mie case discografiche preferite.

Per la cronaca, sono gli stessi che hanno curato la colonna sonora di VirtuaVerse, gioco punta e clicca che portai in stream per la rubrica sulle avventure grafiche. Era un ottimo rappresentante del genere CP con le citazioni giuste ma senza finire nella prostrazione da adepto. In ogni caso il concerto degli MBR è decisamente poco canonico: c’è caos, c’è violenza, c’è memoria e c’è creatività.

É dal brodo primordiale del caos che prende forma la creazione.

L’atto del concepimento, creativo o carnale che sia, è un atto caotico: c’è sudore, violenza, passione e incontro. Due pianeti che collimano tra loro per annullare il freddo spazio e compiere l’ancestrale missione di generare nuova vita. Il seme si unisce alla terra umida e, in un fast forward filmico, genera la quercia millenaria che verrà abbattuta dalla prima multinazionale a cui serviranno ettari di terreno per una fabbrica di liquami radioattivi.

Nel vuoto che si riempie c’è l’aspettativa dell’uno, quella che nel nostro tempo viene tradita dall’ego tirannico che anela alla crescita della propria struttura personale piuttosto che alla creazione di qualcosa di nuovo. L’uno è quando gli astri si allineano nascondendosi l’uno con l’altro per un millesimo di secondo creando così ordine nel caos.

Gif della intro di Virtuaverse
Attimi che generano colori come luce nella pioggia

Le regole sono tentativi di imbrigliare il caos e permettere all’esercito persiano di infrangersi contro la falange spartana. Incanalare un flusso nel letto di un fiume cognitivo utilizzando lettere, sillabe, parole… Impalcature create per la comprensione tra gli esseri così da ridurre al minimo quelli che sono i crolli del significato. Una disabilitá che passa dal “Non riesco a sentirti” a “Non riesco a dirtelo”. Forse è così che ha avuto inizio lo spazio tra le persone, forse è così che l’alienazione ci ha reso spettatori narrativi, personaggi non giocanti che aspettano l’interazione per animarsi e spendere le parole generate da anni di vita colma di gioia, sofferenza e auto convincimento.

Generiamo attimi che proviamo strenuamente ad assemblare in un grottesco puzzle fatto di tasselli non compatibili. Come osservare il sole al tramonto, giorno dopo giorno, ignorando le grida della natura che ci indica l’incoerenza di usare una lancetta per qualcosa in perenne mutamento come il movimento di un Sole. Chiudere tra paletti logici la fonte della nostra vita e, poco ma sicuro della nostra dipartita da questo pianeta, è come dire a Golia di fermarsi un attimo per una partita a Ramino per farlo cadere in una trappola fatta di stuzzicadenti.

Tecno vichinga di Virtuaverse
Chi non vorrebbe una Cyber Lagertha che risponda a tutte le sue domande?

Da dentro a fuori e da fuori a dentro, il caos e l’ordine ci costringono a espanderci o fortificarci nell’ego. Accettare il caos a cavallo di una zattera senza timone con la cascata in vista o costruire una diga e placare il fiume una volta per tutte. Non scegliamo questo tutti i giorni tutto il giorno? Non decidiamo volontariamente di ballare senza musica al centro di una stanza vuota o giudicare gli attimi come un critico d’arte osserva stancamente l’opera di un neofita?

Mentre asciugavo i capelli ho ricordato le parole di una delle professoresse del master che oltre a essere una bravissima art director è anche una Dj che piazza musica elettro ambient con note rock. Potrei farvela immaginare come una Bjork siciliana senza l’eccentricità ma con un velo di nero gotico che allunga le dita al Sole in una ricercata ascensione al climax. Disse: “Io vivo nel caos, il caos genera creazione, movimento, energia.” Le risposi che nella mia ribellione intrinseca anelavo al caos quando l’ordine diventava tirannico e alle regole quando la belva inizia a sbavare arcobaleni.

Ma siamo davvero liberi di scegliere?

La matematica nel suo ordinare ogni singolo atomo della nostra realtà si è scontrata con il caos dei quanti e ne è uscita illuminata. Particelle che mutano la loro direzione se osservate o meno. Gatti che ricordano un passato fuori dalla scatola e sognano di appallottolarsi di fronte ad una super nova solo per vedere come andrà a finire. Cosa succede quando una stella muore? Cosa succede quando il cuore si blinda tanto da contare i bulloni che la circondano? Succede il caos.

Dato che ho il piano a induzione in cucina ho preso l’abitudine, una volta buttata la pasta, di spegnere la resistenza una volta che l’acqua giunge di nuovo al bollore. La distrazione viene punita con l’eruzione ma l’attesa focalizzata allunga la percezione del tempo generando il pensiero metafisico del “non bollirà mai”. La mia attenzione è tutta sul rumore, sull’odore e sul forellino del coperchio che mi diranno quando è il momento giusto per spegnere il piano cottura.

Virtuaverse, scena su marte
Scambiare umanità con serenità, è un trend?

La frase molto studiata della professoressa unita alle sue competenze mi ha fatto compiere alcuni salti logici: il caos genera ritmo. Basti pensare alle percussioni che addomesticano con mani e piedi i battiti cardiaci: sono ritmi tribali, istintivi e non soggetti alle strutture di linguaggio. Vanno a sentimento e parlano a tutti, anche a chi la musica non la capisce. Oh, gli Imagine Dragons ci hanno fatto un imPero su questo tipo di musica.

Il caos è la scossa elettrica che collega le sinapsi e ci fa venire in mente, uscendo dalla doccia, che una città piena di zombie è uguale a una piena di vivi. Che sognare di notte è più divertente perché i fili che reggono la realtà sono talmente sottili che quando si spezzano rivelano quello che dimentichiamo ogni mattina: siamo burattini che hanno perso la lingua del cuore. La mano della mente potrà farci muovere come uno schiaccianoci ma sarà la verità a farci tornare degli esseri umani.

Spezza i fili, trasmuta il legno, senti il caos.
La colonna sonora di questo Log è stata offerta dai 65daysofstatic


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Mi raccomando, be gentle, siamo pianeti in una galassia lontana lontana.