Una riflessione sola

Sono passati circa millemila mesi dall'ultimo Log. L'ultima volta ho parlato della sindrome dell'impostore, pensavo sarei riuscito a esorcizzare quel sentimento scrivendone. I fatti, però, sembrano aver dimostrato il contrario.

Quel sentimento non è passato, non mi sono normalizzato e nessun colpo di spugna è riuscito a ripulire i miei traumi come una bacchetta magica. Ritorno a scrivere dopo tanto tempo perché sento di avere qualcosa, un pensiero, un ragionamento, che può supportare le persone che mi sono vicine nel proprio percorso di vita. Perché tutti abbiamo una freccia in corpo che non avremmo voluto.

Oltre la scusa di non avere tempo, oltre il ciondolare sul baratro sperando che ci sia un abisso a farmi compagnia, oltre la tristezza, forse, ho ancora qualcosa da dire.

Il tema del ventesimo log, secondo programma, doveva incentrarsi sul concetto di forma, nella sua elaborazione però ci sono stati vari intoppi: come una macchina ingolfata, quel log non voleva accendersi. In questo testo invece ho deciso di affrontare un tema che ad un certo punto della vita, prima o poi, tocca ognuno di noi: la solitudine.

Una nottata, una di quelle in cui non riuscivo a prendere sonno, ho avuto la brillante idea di recuperare il videogioco dedicato ai Guardiani della Galassia. Adoro i film, ho adorato i fumetti e stranamente ho adorato il gioco.

Mentre andavo avanti nelle scene però, sentivo un continuo vociare nella testa.

Non era il berciare di Rocket mentre litigava con Drax, ma un ribollire oscuro denso come bitume, da cui affioravano resti fossilizzati. Come un sentimento latente che aveva aperto il suo occhio iniziando ad agitarsi nella gabbia: l’oscurità non riusciva più a contenerla.

Rocket Raccoon preso dal videogioco
Si, Rocket è più figo ma anche più scassaballs

Saranno state quelle luci al neon, la musica rock degli anni ‘80 presente nel gioco, la possibilità di guidare la Milano nello spazio… Sarà stato il continuo litigare dei membri del team e la fatica palpabile di Starlord nel cercare di tenere le fila di un gruppo di disadattati irascibili e distanti. Sarà stato Groot che, intorno al capitolo 15, ha detto qualcosa di importante…

Fatto sta che solo verso gli ultimi atti sono riuscito a scorgere i lineamenti della sensazione dall’oscurità: era assenza. Un vuoto relazionale composto di addii e tagli che nel tempo ha lasciato una cicatrice profonda quanto basta da essere un fossato per squali armati di laser.

Vorrei essere chiaro: non sono “solo”, almeno non nel senso strettamente materiale del termine. Di questo vorrei ringraziare il destino (alzando una allegorica statuetta degli oscar), la mia capacità di socializzare con quasi tutti e alcune persone che nonostante gli uragani e il tempo hanno avuto il coraggio e la perseveranza di continuare a credere che nonostante tutto, fosse bello avermi accanto.¹

La solitudine che intendo è interiore, quella che lascia case diroccate nella memoria e una bruma densa che annuncia fuochi fatui. In pratica il regno di Ravenloft.2

Guardiani della Galassia gioco, scelta di vendita tra Groot e Rocket
Bisognava scegliere la creatura più mostruosa, cattiva e terribile per Lady Hellbender. Ho scelto Rocket, OVVIAMENTE.

Come dicevo, i Guardiani sono un gruppo di disagiati con un'etica e una morale distorta. Ciò che li accomuna (oltre l’amore per la musica di Peter) è il loro passato carico di traumi. Tutti sono stati feriti, abbandonati o psicologicamente abusati da persone per cui provavano ammirazione o affetto. Per questo hanno alzato delle barriere emotive per non subire ulteriori traumi dagli altri. Quelle sono composte, mattone dopo mattone, da orgoglio, commiserazione, senso di colpa e rabbia (molta rabbia) verso se stessi e gli altri.

In ognuna delle storie dei protagonisti e comprimari sentivo risuonare una parte del mio passato a diversi gradi. Dove però loro (tramite il giocatore) riuscivano a unire le proprie cicatrici in una trincea da cui partire per l’atto di eroismo, io ho sentito invece la profondità di quella fossa e l’altezza delle mura intorno ad essa. Prendere atto di una mancanza è sicuramente positivo direbbe una psicologa su Tiktok ma...

Esiste un momento adatto quando si parla di affrontare i propri traumi interiori?

La forza dei protagonisti non giace nell’atto eroico di salvare l’universo con le proprie abilità, la forza dei Guardiani della galassia sta nelle fragilità dei suoi membri. Personaggi che, nonostante la paura, riescono di nuovo a fidarsi l’uno dell'altra. Questo perché, man mano che il gioco procede, ognuno di loro capisce di trovarsi di fronte a uno specchio, nel cui riflesso c’è l’altro. Un io diverso che urla e allontana per gli stessi motivi, per le colpe e rimpianti e ferite e il desiderio di tenere tutti distanti per non subire ancora. Solo negli atti finali però c'è la rivelazione: non ci sarà mai qualcuno di così vicino a te di chi ha attraversato o attraversa il tuo stesso inferno.

Nel mio essere terribilmente orgoglioso e rispettoso, raramente ho rincorso qualcuno che vuole abbandonare la scialuppa del nostro rapporto e dedicarsi a nuovi mari. Sono scelte che si compiono e immagino ci sia sempre un ragionamento che spinge all’azione in questi casi. Come ciò che si pensa essere meglio per sé e il proprio futuro. Per quanto ci si possa restare male, bisogna rispettare i percorsi umani: siamo strade che si intersecano nel grande disegno della vita.

Forse è per questo che mi sento così vicino a Rocket3: non ci fidiamo del prossimo (non abbastanza da abbassare il ponte levatoio), teniamo a pochissime persone più di noi stessi e, per chi vuole provare ad avvicinarsi oltre il perimetro, c’è l’artiglieria pesante.

Star lord in shrug pose
Ho rivalutato Starlord, Pratt era bravo ma il personaggio era diverso.

Quello che hanno i Guardiani va oltre l’amicizia. Hanno trovato nel loro gruppo sgangherato una famiglia su cui contare. Forse questo tipo di narrazione era quello che mi serviva per comprendere quanto la paura e l’insicurezza riescano a tenere a distanza le persone.

Io non lo so se un giorno mi verrà di essere bold come un tempo e permettere a qualcuno di fare breccia senza diventare un puntaspilli. Penso che questa paura di essere ferito sarà per sempre presente dentro di me e, come il Grillo parlante di Pinocchio, mi ricorderà di non fidarmi di nessuno perché hey, è proprio un mondo di merda.

Vorrei che questa sensazione, questa paura, fosse soltanto mia. La terrei come una coppa radioattiva all’interno di un caveau da sparare verso un buco nero ma sono quasi sicuro di non essere l’unico ad avvertire questo peso. Credo che più si vada avanti più ci si chiuda in se stessi agognando il fantomatico tempio Shaolin in Tibet. Spero però che i coraggiosi che hanno deciso di arrivare fino alla fine di questo testo sappiano di non essere soli e che esistono persone che vivono nella stessa trincea, solo un po’ più in là. Forse, tutti insieme, possiamo trovare la forza per un nuovo atto di eroismo e cambiare finalmente le cose.

Noi siamo Groot.

¹ Pazzi scellerati, chi ve lo fa fare, ne avreste guadagnato di salute, serenità e pop corn. No, forse i pop corn no, ma salute e serenità sicuramente.

² Un regno terribile di Dungeons & Dragons paragonabile alla Transilvania letteraria dove sono presenti tutti i mostri tipici degli horror gotici.

³ A parte l’amore per le esplosioni e le battute di pessimo gusto ovviamente.

Questo Log è stato offerto dalla colonna sonora dei Guardiani della Galassia. Che pezzacci che ci sono ao.


Grazie per essere arrivato fino alla fine di questo blog post. Se ti va possiamo discutere di questo log su Mastodon @MrInk, su Ig o sul canale Telegram

Mi raccomando, be gentle, siamo pianeti in una galassia lontana lontana.