Una riflessione sul doppio
In media, il 70% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto della sindrome dell’impostore. Di questo, il 75% delle donne che lavorano come direttori o esecutivi ne soffre quotidianamente (puoi immaginare perché). Di preciso si inizia con un 9% in giovane età e si arriva a picchi dell’82% della popolazione mondiale ogni volta che si comincia una carriera lavorativa. Questo vuol dire che nella nostra società praticamente tutti o quasi, almeno una volta, ne hanno sofferto.
La sindrome dell’impostore è una falla nella percezione cognitiva: il tergicristallo della macchina coperto di vernice giallo limone. Come quando giocando di ruolo fallisci il tiro in percezione e non vedi l’elefante nella stanza nascosto dietro una lastra di vetro. Un fallimento che è critico ma in realtà l’unico critico è il nostro perfezionismo.
There's a sense of being thrown into the deep end of the pool and needing to learn to swim but I wasn't just questioning whether I could survive. In a fundamental way, I was asking, “Am I a swimmer? ”¹
Ho riflettuto molto e spesso su questo tema nella mia esistenza. Forse mi avrai sentito dire almeno una volta, da quando scrivo questi testi: “Questa è una cazzata in confronto a tizi* x che ha rivoltato il mondo come un calzino con opera y”. Nel mio percorso di vita ho cercato di approcciarmi a questo costante fallimento cognitivo da svariati punti di vista provando a: combatterlo, ignorarlo o a seppellirlo, ogni volta me lo ritrovavo ugualmente li, giudicante.
Logicamente affrontare questi pensieri è facile: una serie di somme e sottrazioni matematiche che si concatenano nei collegamenti cognitivi. Metabolizzare, però, è un’altra cosa. Entrare nella profondità dell’inchiostro con cui scrivi i risultati è qualcosa di diverso, guardare fisso quelle parole come il soffitto la notte e comprendere va oltre la logica aritmetica. Ti accorgi che non è una penna su di un foglio ma un solco sulla pelle che sei sicuro, é indelebile, ma che dopo attimi inizia a sbiadirsi.
Mi è capitato, come tanti, di avere dei momenti di sconforto. Dei momenti in cui quella voce è più forte del solito e si è troppo stanchi per abbassare il volume o mettere il muto. Sarebbe bello avere un telecomando per queste cose. Una di quelle volte ho ascoltato quella voce senza una contrapposizione battagliera. Non avevo la forza di combattere anche contro me stesso. Quella volta ho assunto che potevo non essere SPECIAL², che avrei potuto darmi pace e accettare di non avere obblighi verso il mondo o verso me stesso. Non dovevo essere per forza il migliore o vincere, potevo anche godermi il viaggio, in un certo senso.
Sarebbe bello poter dire che questa assunzione abbia funzionato ma, come dicevo prima, fare la somma è facile, metabolizzare è un’altra cosa. Da questi ragionamenti ho sviluppato un’altra riflessione, ho pensato che se c’è un impostore, ci deve essere anche un bimbo vero, un’entità dicotomica gemellare che si oppone alla figura negativa per bilanciare il mondo. Il concetto del doppelganger é quindi affiorato alla mia mente associandolo al problema di sentire la propria voce estranea ogni momento.
“L’unico modo per prendere a pugni qualcosa è dargli una faccia”, così direbbe un barbaro in Dungeons & Dragons. Può, quindi, la figura del doppelganger aiutare a uscire da questa fallacia cognitiva? Forbes dice che servono anni di terapia, rassicurazioni continue, un paio di dadi nuovi e la gamba robotica di quel tizio³. Non parla di rappresentazioni concettuali, disegni a cui dare fuoco o racconti epici. D’altronde chi è l’impostore tra Anakin e Darth Vader? Entrambi? Nessuno dei due? Eppure il lato oscuro racconta che senza di lui sei niente.
La domanda allora arriva precisa e con anche una punta di orgoglio: e se fosse quella voce l’impostore? Se continua a dirti che non sarai mai capace, che stai mentendo, che è tutta fortuna o grazie a qualcun altro solo per dissuaderti dalla verità? Ossia che Rosso l’ha ucciso Verde in electrical? Sus.
I was taught I would need to “work twice as hard to be half as good.” While this instills a goal-oriented approach within me, it also keeps me feeling as though my efforts will never be enough.⁴
Ricordo che la prima volta che mi sono sentito allo stesso modo fu all’Unisob parlando con il tutor del dipartimento. Leggeva il mio passato accademico con ciglio perplesso, avevo vent'anni, mi disse che sarebbe stato più facile per me prendere economia che iniziare da capo nelle scienze umanistiche. Non avendo un background da liceo avrei trovato persone che erano già a uno stadio avanzato di conoscenza e mi avrebbero sicuramente superato.
Sicuramente, se hai imparato a conoscermi attraverso questi log, sai già come reagii a tali insinuazioni: MALE. Cioè, come ti viene di dire una cosa del genere dopo aver superato un test di ingresso a numero chiuso? In ogni caso con un sorriso probabilmente fintissimo dissi che sarebbe stato molto interessante dimostrare che avere entrambe le conoscenze mi avrebbe aiutato nella vita. Sono passati 13 anni, ancora non ho capito se la teoria funziona o devo andare da quel tutor a bucargli le ruote dell’auto. In compenso, a prima vista, mi danno tutti dell'ingegnere informatico.
Quanto è stancante combattere contro se stessi ogni giorno? Quante energie ci rimangono da dedicare al resto? Forse non ne usciremo mai completamente, avremo sempre quella voce che rema contro. A volte griderà, altre sarà solo un sussurro nell’oscurità ma di una cosa sono certo: non siamo soli. Ascoltando, parlando, comprendendo, possiamo unirci come in un raid di World of Warcraft, e fare in modo che quei 4 Dragons of Nightmare vadano giù in un modo o nell’altro.
And we all lift, and we're all adrift together, together. Through the cold mist, till we're lifeless together, together.
Per fare pollo e patate bisogna cuocere gli ingredienti separatamente, pollo in pentola con acqua e spezie e patate in forno preriscaldato a 200° in modalità ventilato, circa 25-30 minuti, all'incirca lo stesso tempo che sarà necessario perché il liquido del pollo evapori. Poi metti il pollo insieme alle patate fino a quando non diventa croccante. La tentazione di fare tutto insieme è tanta, lo so, ma se fai tutto insieme qualcosa esce crudo sicuramente.
A volte bisogna cuocere una cosa alla volta per far uscire un buon piatto e così combattiamo un pensiero alla volta, un giorno alla volta, una vita alla volta.
¹ É come essere buttati nelle profondità di un pozzo con il bisogno di imparare a nuotare ma, non mi stavo domandando se sarei sopravvissuto… Fondamentalmente la domanda che mi sono posto è: “sono un nuotatore?”
² Hai appena incontrato un easter egg di Fallout! Ogni bambin* che nasce nel mondo post apocalisse atomica è un bambin* S.P.E.C.I.A.L. e può cambiare le sorti del mondo attraverso 7 caratteristiche di base: Sight, Perception, Endurance, Charisma, Intelligence, Agility & Luck.
³ Se non conosci questa citazione mi sa che non possiamo essere amici :(
⁴ Mi è stato insegnato che avrei dovuto “lavorare il doppio per essere bravo la metà”. Sebbene questo instilli in me un approccio orientato agli obiettivi, mi fa anche sentire come se i miei sforzi non fossero mai sufficienti.
Grazie per essere arrivato fino alla fine di questo blog post. Se ti va possiamo discutere di questo log su Mastodon @MrInk, su Ig o sul canale Telegram
Mi raccomando, be gentle, siamo pianeti in una galassia lontana lontana.