Romics Inside (Aneddoto Personale)
Voglio iniziare questo blog avvisando chi legge di prendere queste parole come un bel racconto personale. Reale, ma aneddotico. Un'esperienza che può non essere uguale per tutti. Sono entrata nel mondo dell'editoria da pochissimo e passando attraverso una finestra (quella degli adattamenti) che a scuola veniva in molti casi anche snobbata, tanto da due dei miei professori, quanto dal lato “favorito” della classe. Tuttavia, ho deciso di raccontare ugualmente il mio legame con questa manifestazione e spero che quanto racconterò possa offrire un'ispirazione o anche solo un margine di riflessione a chi leggerà.
Romics è attivo a Roma dal 2001, ma ho iniziato a frequentarlo solo a partire dalla seconda metà degli anni dieci del 2000 (2015 circa). Da subito mi è stato presentato in modo negativo da chiunque lo frequentasse: nato come fiera dei fumetti, l'aumento del merchandising e cosplayers nel corso degli anni ha fatto fuggire molte case editrici di fumetti, favorendo al loro posto altri tipi di attività commerciali. Dalla scherma delle spade laser, ai venditori di katane e parrucche, Romics ha visto scappare negli anni moltissimi editori grandi e piccoli. I grandi assenti di quest'anno sono stati: Bao, Shockdom, Bonelli e la Scuola Internazionale di Comics.
Eppure è stato proprio al primo Romics dopo la pandemia che ho trovato il mio primo vero lavoro da sceneggiatrice: conoscevo già l'editore al quale provai a presentare un progetto, ma era la prima volta anche per lui nel mondo dei fumetti. Aveva iniziato da poco una collana dedicata agli adattamenti dei suoi romanzi/racconti e stava tastando il terreno nelle varie fiere. Romics non gli piacque e decise di non tornarci più. Neanche il mio progetto gli piacque (le sue critiche sono state molto preziose e mi hanno spinto a una riscrittura totale, ma questa è un'altra storia), ma vedendo che comunque avevo con me molte tavole di prova sceneggiate, mi chiese se volevo cimentarmi in un adattamento. Accettai immediatamente e così nacque “Il cervo di Horn Creek”, seguito da altri tre contratti su cui i disegnatori stanno attualmente lavorando. Tutti pagati. Dopo ciò, non potei non legarmi a questa fiera. Poco meno di un anno dopo (la fiera ha sempre due date: una autunnale e una primaverile) incontrai un altro editore a Romics (Prankster Comics) e strinsi un buon rapporto con uno dei suoi sceneggiatori/editor: avevamo in comune la passione dei lupi mannari. Acquistai i suoi volumi, più altri di genere comico. Tra un commento e l'altro finii per proporre una storia breve mia, che venne accettata e pagata. La pubblicazione, prevista nella primavera di quest'anno, saltò. Insieme alla stessa, mi era stata proposta la partecipazione allo stand, che io avevo accettato. Ma con la mancata pubblicazione del volume e il ritardo di altri materiali, cancellò completamente la partecipazione della casa editrice. Quest'autunno, il volume antologico in cui ho partecipato è ancora sospeso, a causa di una storia non ancora finita. L'editore ha però deciso che potevo ugualmente partecipare con loro. Anche se l'ho saputo solo all'ultimo momento, alla fine anch'io sono risultata tra gli ospiti di quest'anno.
L'esperienza allo stand è stata molto piacevole: anche se tutti si conoscevano da prima di me, mi hanno fatta subito sentire a casa. L'ambiente era tranquillo, scherzoso, casareccio. Si lavorava, ma divertendosi, scherzando, chiacchierando e confrontandosi. Ho scoperto molte cose del “backstage” di tante case editrici: da persone che si sono bruciate a causa di un uso sbagliato dei social, alle decisioni di alcune case editrici che se da fuori risultano incomprensibili una volta nell'ambiente acquistano un altro senso. Nessun commento è stato mai denigratorio o insultante. La prima regola, mi ha spiegato l'editore, è essere gentile e comprensivi con tutti, dal disegnatore in erba all'editore con più esperienza: siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo aiutarci e non farci la guerra. Mai insultare chi arriva più in alto per quanto ci sembri immeritevole il suo traguardo, mai snobbare chi è indie o indipendente; meglio creare una rete costruttiva in cui c'è spazio per ognuno di noi. Anche se non c'era il mio volume, ho fatto del mio meglio per descrivere a chiunque si fermasse gli altri volumi che erano esposti (ne avevo letti molti). Anche se temo di non aver fatto abbastanza, l'editore era comunque contento di vedermi interagire con chi si fermava. Non sapendo disegnare non potevo fare molto, così ho pensato di aiutare in quel modo. Avevo molta libertà di movimento e dunque ho potuto visitare parte della fiera con facilità. Ho ignorato i padiglioni che erano per cinema e videogiochi (cosa che faccio ormai sempre, da che ho iniziato a frequentare le fiere con lo scopo “lavoro”) e ho visitato solo i padiglioni dedicati al fumetto. Ho già parlato dei grandi assenti, ma non sono la sola cosa che ho notato: ho visto che lo spazio per gli artisti (Artist Ally e Self Area) erano molto più piccoli del solito. E così l'area dedicata ai “talk”. La “Scuola Romana del Fumetto” era presente e ho avuto modo di consigliarla a un paio di persone che allo stand avevano commentato il loro desiderio di imparare a disegnare. Mi ha sorpreso non vedere “L'Internazionale di Comis”. E non so cosa possa significare la sua assenza. L'unico contatto interno che avevo si è licenziato tempo fa. Dunque non posso scoprire nulla. Ma alla fine, la cosa veramente importante erano le presenze: la quantità di merchandising in vendita e il suo aumento dei prezzi (molto più alti degli altri anni) mi ha decisamente intimorito. Tutti quelli che erano presenti compravano soprattutto oggetti relativi a prodotti come fumetti e libri... ma non fumetti o libri. Era anche chiaro che in molti casi non era un merchandising “regolare”: la percentuale delle vendite non sarebbe finita in tasca agli autori coinvolti. Un'altra cosa, notata anche allo stand, era che la presenza era minore degli anni precedenti. Parentesi cosplay: Naruto resiste, meno One Pice di quelli che aspettavo, un Trinità e un Tex selvatici sono apparsi, discreto numero di personaggi Disney. Il cosplay più bello è stato quello che non ho visto ma che mi è stato raccontato da un disegnatore dello Stand: un tale con una colomba ammaestrata sulla spalla (non ricordo il nome del personaggio, ma era di One Pice). Alla fine ho salutato tutti, ho preso tanti contatti e me ne sono andata felice. L'editore ha detto che potrò partecipare anche in primavera quando l'antologia uscirà.
Anche se può sembrare una sciocchezza, è stato bello partecipare a questa fiera stando dall'altro lato degli stand. E' una fiera che sta “morendo”, ma a cui resterò comunque legata per la vita solo per avermi concesso queste prime occasioni di lavoro. Sarebbe però bello e auspicabile un suo ritorno al passato, un periodo legato più agli editori e meno alle cianfrusaglie. Purtroppo al momento sembra che molte fiere stiano lentamente prendendo la piega del Romics e non il contrario.
Una cosa però è sicura: le fiere stanno tornando e con loro la possibilità per tanti, esordienti e professionisti, di incontrarsi tra loro e con il pubblico. E questa è una buona notizia.
“Il cervo di Horn Creek”: https://www.amazon.it/cervo-Horn-Creek-9/dp/8832077655
Prnakster edizioni: http://www.prankstercomics.it/
La pagina wikipedia di Romics: https://it.wikipedia.org/wiki/Romics
Legenda: Racconto = Racconto di fantasia ( se vicino c'è “– fanfiction” : racconto di fantasia che utilizza personaggi creati da altri autori)
Opinione personale = espressione di un parere sul quale si può essere d'accordo oppure no a puro scopo di stimolo riflessivo
Aneddoto personale = Storia reale ma con il punto di vista esclusivo della sottoscritta
Storia vera = storia vera esterna alla sottoscritta, che si limita a illustrare i fatti e le fonti
Autopromozione = Blogpost dedicato all'autopromozione di qualcosa di mio