“Se non fossi corrotta, non esisterebbe”: in difesa di Nikita, personaggio transgender (Opinione personale/aneddoto)

Alcuni giorni fa, in streaming, stavo giocando a un gioco mod e free-to-play che alcuni di voi mi avranno visto giocare: Stalker Anomaly. Un’esperienza FPS (ma volendo si può scegliere nelle impostazioni anche la terza persona) che vi consiglio, se vi piace il genere e avete giocato alla trilogia originale. Vi lascio qui il link per scaricarlo: https://www.moddb.com/mods/stalker-anomaly

Nel gioco, che è un sequel immaginario della prima trilogia di Stalker (composta da “Shadow of Chernobyl”, “Clear Sky” e “Call of Pripyat”), si sceglie una fazione con cui giocare. Ogni fazione è avvantaggiata o svantaggiata rispetto alle altre (dal luogo della sua base, dal rapporto con le altre fazioni, ecc), ma molto resta sulle spalle del giocatore e della sua abilità. Le fazioni sono in tutto 12, con 3 che possono essere sbloccate solo una volta completate le tre missioni principali del gioco (i Renegades, i Sin e gli ISG). Non è però di questo che voglio parlarvi, ma solo di un’esperienza molto spiacevole che mi ha fatto riflettere. Una persona, forse di nazionalità statunitense (ero in inglese) è entrata in chat. Abbiamo iniziato a parlare, e io ho raccontato di come vorrei provare a giocare a Stalker creando da zero un personaggio per ogni fazione esistente nel gioco, dandogli anche delle regole mie partendo dalla sua storia personale. Il mio primo personaggio attuale, ad esempio, appartiene alla fazione degli Echologist. Si chiama Hans Steiner, 25 anni, nato a Berlino, è un pacifista, un bravo ragazzo, astemio e odia profondamente le sigarette. In più è asessuale. Mi sono immaginata che dopo una vita accademica completamente chiusa dentro il laboratorio della sua università, ha colto l’occasione di sostituire un collega in visita nella Zona, restandone incantato sebbene la stessa fosse violenta e pericolosa. Tornato in Germania, incapace di togliersi dalla testa l’esperienza vissuta, Hans si mette in contatto con il capo degli Echologist e ritorna nella Zona, desideroso di sapere di più di questo luogo, spaventoso e incantevole al tempo stesso. Quando gioco con Hans, ho delle regole: non posso uccidere nessun essere umano se non costretta dalla necessità di difendermi (se però posso scegliere la fuga la scelgo sempre) e non posso accettare missioni che prevedono raid nelle fazioni avversarie o l’uccisione di obiettivi umani precisi. Posso sparare a qualsiasi mutante e anche utilizzare i loro loot anatomici per cucinare qualcosa (sì, su Anomaly potete assaggiare gli occhi di lurker con fagioli e vodka). Essendo Hans astemio, non può bere alcolici, che nel gioco sono un antidoto alle radiazioni talmente prezioso che nel gioco vanilla non è possibile usarli per creare una molotov. Né può fumare sigarette. Può raccoglierli e venderli. Ma per curarsi deve usare solo pillole antiradiazioni o altri antidoti (siringhe, acqua, ecc). Inoltre non gli faccio mai raccogliere giornali pornografici: lo immagino che li ignora totalmente considerandoli un peso inutile. Una volta descritto Hans sono passata a parlare degli altri personaggi ed è venuta fuori la storia di Nikita. Nikita sarà della fazione dei Mercenary, donna transgnder che ha trovato nel combattere una sorta di vocazione. Anche per lei ho pronte delle regole, ma ho intenzione di iniziare la partita con lei molto più in là, quando conoscerò meglio il gioco. Mentre parlavo di lei in streaming, l’utente in chat mi ha detto: “deve essere per forza transgender?” Avevo già capito in che direzione andava la domanda. Ma per quanto colta di sorpresa ho semplicemente risposto qualcosa del tipo: “No, non per forza, ma lei mi è venuta così.” Il tipo è andato via pacificamente, ma non senza specificare che si vede che sono stata “corrotta” da un certo tipo di propaganda. Non mi importava, sono andata avanti a parlare dei miei personaggi, del mio Clear Sky che farò talmente misterioso che nessuno saprà mai se è maschio o femmina, della mia Sin, arrivata nella zona ancora minorenne perché completamente corrotta già in fasce dal richiamo della Zona oltre che da una passione ossessiva per la violenza, del mio Military, che sarà costantemente sotto pressione sul cosa ci sta a fare uno come lui in questo luogo incontrollato, della mia Duty che ha visto i suoi amici morire e così è arrivata a odiare profondamente la zona e i suoi abitanti…. Però, oltre al dispiacere della dichiarazione, mi è venuto un dubbio: se la comunità LGBT+ non fosse presente e in qualche modo riconosciuta (purtroppo anche solo come “minaccia” secondo alcuni come quello che era passato in chat) avrei mai saputo creare un personaggio come Nikita? Ci ho riflettuto molto, e la risposta che mi sono data è stata: in verità può essere.

Il mio rapporto con la comunità LGBT+ non è stato sempre roseo, poiché da brava cretina, quando ero ragazzina, mi è capitato di ritrovarmi a condividere dei contenuti non appropriati nei confronti della community, arrivando a perdere un’amicizia importante. Un giorno parlerò anche di quella storia perché è stata il vero punto di partenza per la creazione della tesi del complottismo. Tuttavia, soprattutto grazie a social come Facebook, ho incontrato e fatto amicizia con molti componenti della community che hanno saputo spiegarmi perché certe cose non andavano dette o condivise e a come esprimere correttamente il sostegno e volendo anche il dissenso per alcune idee esposte dalla stessa. L’amicizia c’è stata anche fuori dalla rete: durante il terzo anno della triennale, conobbi e uscii per molto tempo con dei ragazzi legati alla comunity che mi aiutarono a capire meglio quali erano i problemi che affrontavano ogni giorno, come alcune delle contraddizioni che si erano create al suo stesso interno (il caso arcilesbica).

Io stessa, per molti anni, mi sono posta domande sulla natura del mio essere. Ho sempre saputo però di trovarmi bene nel mio femminile. Non trovo questo aspetto la parte più importante di me, ma c’è e mi sta bene così. E al momento, sono ben felice con Cyborg, il mio ragazzo. E spero che questo momento si estenda per molti e molti anni. Con lui mi sento al sicuro e non baratterei questo sentimento bellissimo con nulla. La sua presenza è una delle cose che mi trattiene dall’autodistruzione e dall’abbattimento completo. Dunque potete capire quanto è preziosa.

Ma tornando all’inizio, tornando alla domanda che mi sono posta, all’idea che forse se non avessi conosciuto questa comunità Nikita non sarebbe mai nata… Continuo a pensare che non è vero che sarebbe andata così. Nikita sarebbe arrivata da me però forse non l’avrei raccontata nel modo giusto. E così vale per tutti gli altri personaggi appartenenti alla comunità LGBT+ che con il tempo si sono “presentati” nella mia testa.

Anche se a volte è un termine che mi sfugge, non mi piace mai parlare di “creazione” quando parlo di storie e personaggi. Per tanti motivi. Il primo è profondamente personale: noi umani in realtà non siamo creatori, semmai possiamo arrivare a essere cocreatori in una realtà già esistente e già pensata. Qualsiasi cosa nascerà dalle nostre mani, in natura esiste già, magari in forme inaspettate e nascoste. Il secondo è che ho sempre sentito i personaggi come dotati di una vita loro, indipendentemente dal mio intervento: io non ho che l’onore di raccontare una parte della loro vita, la più importante magari. Sono autrice, non creatrice. E per quanto mi senta legata ai miei personaggi, per quanto so che c’è qualcosa di me dentro di loro, non mi considero in un ruolo di potere nei loro confronti.

Se Nikita si fosse presentata a me anni fa, al massimo l’avrei raccontata come una ragazza mascolina e nulla più. E in questo modo il personaggio avrebbe perso molto della sua unicità.

Tra questa notte e domani mattina consegnerò sul portale dell’università la mia tesi di laurea, dove parlo proprio di questo: il fatto che per svilire il movimento, lo stesso venga ridotto a una semplice “agenda di propaganda”. La storia della “Lobby Gay” e della “Teoria del Gender” è destinata a tenerci compagnia per un bel po’. Insieme alle accuse verso chi come me crea personaggi così di farlo perché ci sono “cascati” o peggio ancora per “convenienza”. Io so che Nikita ci farebbe sopra una risata. Spero che sarò anch’io capace di fare così e di tirare dritto proprio come ho fatto durante lo streaming.

Ora però, parliamo un po’ di lei. Nikita nasce a Mosca con il nome Nikolay. Anche se capisce subito di non riconoscersi come identità maschile, non scopre subito le carte in tavola. Riesce a nascondersi facilmente anche grazie a una passione che ha notoriamente attribuita al genere: quella delle armi. Nikita adora le armi. Suo padre è un ex dipendente di una fabbrica di armi e collezionista incallito, ben felice di vedere quello che considera il suo figlio maschio iscriversi all’esercito. Dislocata nella Zona a vent’anni, Nikita inizia come militare e fa conoscenza di una Loner tenuta prigioniera che l’aiuterà a realizzare quale è la sua vera identità. Dopo uno scambio di ostaggi, sicura che la sua amica sia libera, Nikita si trasferirà in Svizzera e con i soldi guadagnati nella Zona inizierà un processo di transizione. Una volta completato lo stesso, taglierà i ponti con la famiglia e lavorerà al poligono di tiro più importante di Zurigo. Il richiamo della Zona è forte, così come il desiderio di rivedere la sua amica. Ma l’esercito non la lascerà rientrare in quanto persona transgender. Diverso sarà invece il parere del capo dei Mercenary: egli sa che Nikita non sbaglia mai un colpo, né una pugnalata e la chiamerà a far parte della sua fazione. Così, a ventinove anni, Nikita tornerà nella Zona e inizierà la sua storia. Le regole per giocare con lei saranno: 1 – fabbricare il più possibile le armi utilizzando il crafting 2 – mai accettare missioni contro la fazione dei Loner 3 – cucinare con le parti dei mutanti va bene, ma mai mangiarle: i piatti creati sono per il commercio. 4 – ok l’alcool, mai la sigaretta (ma la può vendere)

Legenda: Racconto = Racconto di fantasia ( se vicino c'è “– fanfiction” : racconto di fantasia che utilizza personaggi creati da altri autori)

Opinione personale = espressione di un parere sul quale si può essere d'accordo oppure no a puro scopo di stimolo riflessivo

Aneddoto personale = Storia reale ma con il punto di vista esclusivo della sottoscritta

Storia vera = storia vera esterna alla sottoscritta, che si limita a illustrare i fatti e le fonti

Autopromozione = Blogpost dedicato all'autopromozione di qualcosa di mio