Ducks
Il perdere la propria umanità è colpa del singolo o la conseguenza di un contesto inumano?
È a questa domanda che Kate Beaton cerca di rispondere con “Ducks”, racconto autobiografico a fumetti edito in Italia da Bao Publishing.
L'autrice infatti, una volta terminati gli studi, decide di ripagare immediatamente il debito studentesco emigrando per lavorare nei giacimenti di petrolio dell'Alberta, la terra promessa canadese degli anni '00 per i guadagni facili e sicuri.
Il contesto in cui sprofonda lentamente ma inesorabilmente è quello di un ambiente alienante, isolato da quello che lei stessa più volte considera essere il “mondo reale”, grigio proprio come le tavole del fumetto.
È altresì un ambiente a forte prevalenza maschile, e questo è un elemento chiave nel comprendere la potenza del racconto. Kate è una delle pochissime donne presenti nello stabilimento e diventa costante preda di oggettificazione, molestie e violenze così ripetute e normalizzate da entrarle nell'anima.
Al sessismo estenuante si affiancano problematiche di cui i grandi capi dello stabilimento non parlano, più preoccupati a festeggiare un tot numero di ore senza incidenti-cause di perdite di tempo: la malattia mentale, la depressione, l'abuso di droghe, la salute fisica di chi è costretto a respirare un'aria inevitabilmente contaminata.
L'autrice però non scrive un'opera di denuncia sulla violenza di genere fine a se stessa, ma cerca appunto di riflettere su chi detiene veramente la colpa: il singolo operaio alienato dal contesto o chi questo contesto lo costruisce e concede, ponendo il profitto al primissimo posto?
Ducks è in questo senso un grande lavoro sulle zone grigie e su come sia fondamentale il discorso attorno alla cultura patriarcale non tanto per attaccare il singolo uomo o i maschi tutti (anzi, nell'opera stessa si ribadisce che gran parte degli operai non ha mai mostrato comportamenti tossici nei confronti delle operaie), quanto per demolire un sistema deleterio, logorante e più connesso al capitalismo sfrenato di quanto si creda.