Vita da raider: la cliente sconvolta


È una domenica sera e mi capita una consegna fuori dal centro, in una tranquilla zona di campagna attraversata da una strada principale su cui si affacciano traverse che portano a casette sparse, poggiate ai piedi della montagna. Non so se avete presente: sono quei viottoli, spesso in forte pendenza, altrettanto spesso non asfaltati, ma ricoperti di pietre irregolari, da cui spuntano polvere e vegetazione, e cemento malament posato. È proprio uno di quei viottoli e qualcosa mi dice di scendere dalla bici e spingerla fin su, per non sforzarmi troppo e non far ondeggiare troppo il contenuto dello zaino.

E in queste traverse, a mancare non sono neanche i cani, spesso di piccola taglia. Non mancano, decisamente: ne sbucano cinque o sei, per 25 kg complessivi, e mi circondano, facendo il baccano infernale che i cani di piccola taglia sanno fare. Una strana processione, con me che spingo una bici al centro e questi cani che mi odiano, sulla fiducia, a corrermi attorno, abbaiando come al più grave dei pericoli. Escono i proprietari allertati, mi vedono e cercano di richiamarli: al solito, questi cani da guardia in miniatura hanno la testa dura come il cemento della salita, richiamarli non ha alcun effetto. ANZI.

C'è anche la cliente, che mi vede arrivare con una bicicletta “muscolare” (una volta era una bicicletta e basta, oggi bisogna specificare) e si dichiara, più volte, sconvolta del fatto che l'impero dei panini e della frittura mi abbia mandato fin lì, nel buio, pedalando. La rassicuro, dicendo che non è mica la consegna più lontana che mi sia capitata; lei ancora sconvolta, ritira l'ordine e entra in casa per uscirne dopo poco. Penso sia andata a prendere qualche spicciolo per la mancia, invece chiede soltanto “allora c'è tutto?” Sì, c'è tutto e me ne vado.

Si ripete la scena di prima, coi cani urlanti che mi vorticano attorno, è la mia ultima consegna del giorno.
Il mattino dopo, trovo la bicicletta con una ruota tutta sgonfia, ho evidentemente bucato su quella salita o lungo la strada del ritorno. Si scoprirà essere una spina di dimensioni ridicole, lunga appena abbastanza da forare il copertone e aggredire la camera d'aria.