Il doppio copertone all'americana

Rumore metallico

Crepitìo radio

Bentornati, mascalzoni e sicofanti, il vostro Danny Catenaccio è di nuovo con voi per raccontarvi della sconvolgente sorpresa che stamattina gli ha mandato di traverso uno dei furti più grandiosi della sua carriera. Mettetevi comodi, perché c'è da restarci secchi.

Ogni malandrino come si deve sa che, dove c'è il sindaco Carter, c'è anche qualcosa di prezioso da spazzolare. Di solito il bottino è ben protetto dai suoi gorilla, ma nella Valley, dove vive solo gente rispettabile della Testudo bene, lo staff del sindaco tiene la guardia bassa.

Il piano era quello che al mio socio Johnny Rumble piace chiamare “il doppio-copertone all'americana”, un trucchetto vecchio come il cucco, ma che non delude quasi mai: uno dei soci si infiltra nella struttura da derubare e costruisce dall'interno una copertura per i suoi complici.

E Johnny si era preparato per bene, credetemi! Aveva scoperto dove abitava uno dei camerieri assoldati dal sindaco Carter per il suo esclusivo ricevimento sotto al tendone, un raccomandato incapace che era entrato nella squadra di Carter per le preghiere di un qualche zio importante, un noto speculatore edilizio che ha costruito metà del quinto distretto.

Beh, Johnny ha aspettato il malcapitato cameriere di Carter sotto casa, si è infilato nel portone dietro di lui, salutandolo come se fosse un inquilino del palazzo e poi ha fatto le scale fino al piano del cameriere. Appena quello apre la porta di casa, Johnny gli salta addosso, gli sbatte la testa contro una parete e lo trascina nell'armadio a muro in cui il ragazzo, scapolo, teneva scope e prodotti di pulizia.

Johnny è un bastardo fortunato, perché l'armadietto in questione si può chiudere a chiave, perciò ci chiude dentro il cameriere e rastrella l'appartamento per cercare quello che gli serve: la divisa da lecchino di Carter (giacca e cravatta azzurri, perché quello sporco despota di Carter ama circondarsi di gente vestita d'azzurro – lo fa sentire pulito), il tesserino di riconoscimento e la carta d'identità... pardon, il Documento Unico del ragazzo, adesso è così che lo chiamano, da quando carta di identità e carta di credito sono diventati un unico tesserino di plastica con un microchip comune.

Per finire, Johnny passa parte della notte a contraffare il tesserino, sostituendo la sua foto a quella originale, dorme nel letto del ragazzo – mentre quello ancora riposa nell'armadietto delle scope – e la mattina dopo se ne va, fresco e sbarbato, al comizio elettorale del sindaco, prendendo subito servizio.

È a questo punto che entro in gioco io. Di buon mattino vado al mercato del ventesimo distretto e, in cambio di due spicci, compro sei casse piene di cibo d'imitazione – avete presente? Pesce sintetico che viene messo in stampi a forma di pesce per sembrare meno disgustoso, carne sintetica stampata in 3D per ricordare una bistecca alla fiorentina, palle di amido a forma di patata, insomma, quel genere di roba. Quindi noleggio un furgoncino, e ci carico dentro, nell'ordine:

1) la PodeRossa, la mia fida motocicletta; 2) le casse di cibo scadente; 3) due valigette di pelle acquistate al mercato delle pulci, anch'esse piene di cibo finto.

Quindi metto in moto e vado al comizio prima che arrivino i veri fornitori. Johnny mi fa entrare nella cucina del tendone e mi accompagna dal cuoco. “Ehi, capo, sono arrivate le materie prime.”

“Va bene, scarica tutto lì,” dice lo chef, e io mi metto all'opera.

Con un tempismo perfetto, arriva in quel momento la corazzata dei liquori, pronta per rifornire il party del sindaco. L'autista, in tenuta militare, scende e sblocca il cassone blindato avvicinando il suo Documento Unico. E il forziere del tesoro si spalanca davanti ai nostri occhi. File e file di splendide bottiglie di whisky scozzese single malt, importato da qualche città del Paese Esterno e sopravvissuto agli assalti dei predoni del deserto.

Il militare recupera dal cassone quattro valigette per liquori di lusso, di quelle con l'interno sagomato che ricalca la forma delle bottiglie. Sei in ogni valigetta, per un valore di quasi quarantamila Corazze.

Non vi prenderò in giro, ci vuole destrezza e parecchio allenamento per fare quello che ho fatto, ed è per questo che io sono Danny Catenaccio, l'artista delle truffe e dei furti con scasso, mentre voi passate il vostro tempo ad ascoltare i racconti delle mie malefatte sperando un giorno di diventare bravi quanto me. Ma ecco dunque cosa ho fatto: mi sono caricato le valigette da mercato delle pulci insieme a due casse di cibo fasullo e ho cominciato a camminare di buon passo verso la cucina, urtando il militare e facendo cadere tutto quello che trasportavo.

Non immaginate che casino, ragazzi! Pezzi di cibo sintetico dovunque, roba sparsa per tutta la cucina. Al militare, allenato per resistere ai peggiori tentativi di furto e di aggressione, sfugge di mano una valigetta, una sola, che prontamente afferro, sostituendola con l'altra, piena di gamberoni d'imitazione. Prima che il militare possa accorgersi del guaio io sono già a bordo del furgone e sto filando via con la sua valigetta.

Che fortuna, Catenaccio si è procurato una valigetta di ottimo whisky scozzese, direte voi. E invece no, perché quando l'ho aperta ho rischiato che mi venisse un colpo. Volete sapere cosa c'era dentro? Beh, sintonizzatevi sulla mia frequenza all'ora della prossima trasmissione. Per oggi vi saluto, mascalzoni e sicofanti di Testudo!

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Fine della trasmissione