The Tale Beneath
CW: lutti, 25 dicembre, questioni familiari.
Colonna Sonora : Undertale – Toby Fox
La verità è che per me Halloween non è ancora finito.
Essenzialmente i lutti e i morti non vivono soltanto un giorno, e sicuramente non basta uno spazio di 24 ore per ricordarli e metabolizzarli. E perché è il primo 25 dicembre lontano dalla famiglia di sangue, annunciato da una fine legata indissolubilmente a questo giorno. Questo 6 dicembre -il compleanno di madre peraltro- è morta mia zia, sorella di mio padre, Cristina. Tanto per cominciare, è il terzo lutto che subisce padre, e in tutto questo fa ridere quanto la reazione che ricevo maggiormente rimanga l'impazienza di madre che padre si apra un po' di più. So much for the safe space.
La parte paterna della famiglia è di quel carattere cattolico pre-religioso, la gioia di ascoltare e condividere una storia come base sociale e comunitaria, la genuina credenza nei valori della comunità e l'apertura, che cozzano irrimediabilmente con l'istituzione che se ne fa portatrice e i suoi dogmi culturali. Per quanto mi riguarda, semplicemente hanno un forte senso di comunità e un'energia positiva verso ɜ consanguineɜ. Questo carattere si concretizzava nelle due festività fondamentali del Natale e della Pasqua. Cristina rappresentava materialmente e “spiritualmente” queste feste: all'ora di pranzo ci si riuniva con tutta la famiglia a Milano e anche con chi riusciva ad arrivare dal Veneto -dove risiedono ¾ dei miei parenti- ognunɜ con del cibo, dei regali e se stessɜ... C'erano anche vino e “quello che uccide il caffè”, citando mio nonno paterno, Antonio, che è morto due giorni prima del suo compleanno. Lui lamentava sempre, quando lo aiutavamo, di non avere 90 anni, al punto di aver voluto terminare la sua vita prima di compierli. Il suo funerale è stato indetto per il giorno del compleanno di mia sorella, per mantenere quel giusto di pressione suɜ consanguineɜ.
Non si pregava a pranzo, non si parlava di Chiesa, non c'erano canti e simili questioni. Si parlava di noi, si discuteva in maniera straordinariamente pacata (la sottigliezza e l'implicito sono armi in voga tra noi). C'erano i regali e si giocava a ping-pong sul tavolo sparecchiato, si ammirava Colin Firth in Orgoglio e Pregiudizio, che era chiaramente l'idolo di Cristina, come darle torto! La Pasqua aveva un simile carattere: la mattina chi della famiglia voleva andava alla Messa (nessunə del mio nucleo familiare), il resto era pura convivialità, non credo di aver mai sentito nominare Gesù una singola volta, lo dico perché è ciò che mi ha sempre stupita. Se si fosse rimasti al valore sociale della religione, quello che sottolineava Machiavelli, senza fondarci un'istituzione dura e universalizzatrice probabilmente si sarebbero evitate molte cose, ma non è questo il punto.
Il punto è che questo Natale non va così e io sono rimasta ad Halloween, perché gli spettri sono ancora qui attorno a me, ad alimentare in qualche modo la mia tendenza depressiva e auto-colpevolizzante, la parte di Omori in bianco e nero. C'è un motivo se non ho mai aperto quel gioco, probabilmente ne potrei scrivere uno simile. Guardare in faccia i propri orrori primordiali va fatto quando è tempo, e il mio carattere ha già caricato molti muri interiori a testa bassa quest'anno. Sono rimasta ad Halloween infatti -l'anniversario mio e di Sara, la mia compagna-, quando ho ripreso e terminato Undertale, che ha innescato tanti processi che gli dedicherò una pagina a parte.
Quante sovrapposizioni di eventi!
Post scriptum: non doveva essere questa la prima pagina, avevo pronta una sorta di presentazione/nota metodologica invece di un'entrata in medias res, ma a volte va così. Quantomeno, sarebbe la prima volta che pubblico qualcosa nel giorno in cui dovrebbe essere pubblicata. E il 21 dicembre, la notte più lunga (e compleanno di nonna Irene), è un po' in tema con Halloween. Post Post scriptum: ovviamente non è successo nemmeno questo ma ehi, anche nonna ha voluto aspettare un giorno per festeggiare con i parenti.