Una riflessione sui rapporti

L’altro giorno, mentre parlavo con una collega, mi sono sentito di farle un apprezzamento sul suo operato lavorativo. Quando un* professionista mi dimostra di avere capacità e valore, mi viene naturale esprimerlo. La sua risposta ad un semplice complimento mi ha fatto riflettere.

Questo terzo log nasce da questa riflessione. Dalle tante volte in cui mi è stato raccontato di episodi di mobbing nel mondo lavorativo o tossicità nei rapporti interpersonali. Per tutte le volte in cui avrei voluto rispondere che forse togliere il palo dal b-side del dirigente X sarebbe stata la cosa migliore. Ma nella calma del mio essere zen in realtà non l’ho fatto. Ho preso un bel respiro, ascoltato lo sfogo e supposto che il mondo andasse così.

In questo testo non vi parlerò di videogiochi, di film, fumetti o libri. So che sono strumenti narrativi che si adoperano da decenni a denunciare queste efferatezze emotive ma vorrei in questa discussione dare spazio ad altro. Vi racconterò di un comportamento diffuso che mi ha portato a riflettere (eccessivamente) sulla condizione di una generazione e mezza.

Come dicevo mi è capitato di ascoltare molte persone profondamente a disagio in determinati ambienti. Scavando nelle esperienze ho compreso che questo disagio a volte non nasceva dal contesto ma dal non sentirsi mai apprezzati o all’altezza. Questo inevitabilmente andava ad inficiare la stima di sé e la propria creatività. Sono riuscito a tracciare delle narrazioni ricorrenti che capitando abbattono quasi sicuramente la persona coinvolta. Eccone alcune:

Sarebbe una lunga lista, qualcuna di queste esperienze l’ho anche vissuta personalmente e non la augurerei mai a nessuno. La riflessione nasce da queste confessioni che mi sono state raccontate che io interpreto come denunce vere e proprie di realtà empatiche. Vittime involontarie di coloro che sono stati infettati da uno strano morbo culturale: soggiogare l’altro attraverso la sofferenza.

Giuro, non è un sequel del log su Bloodborne (anche se può sembrarlo dal tono super dark e vampiresco), è solo una fotografia della società di oggi o di una parte di essa. Non è la prima volta che rifletto su questo tema (è la prima che ne scrivo però), ho fatto ricerche, il capitalismo che ci mette uno contro l’altro e altri super pippotti sociologici che blablabla numeri e statistiche che sono ovviamente importanti e tristemente comprovati. Però, c’è sempre un però (come il MA del primo log):

c’è una cura dall’essere stronzi? E se proprio non c'è, esiste un modo per essere immuni?

Mi spiego meglio: subiamo queste indicibili esperienze sul lavoro, nelle sfere personali e perfino in famiglia da tempo immemore. Dalla nostra infanzia, lungo quel terribile periodo della nostra adolescenza (se sei riuscito ad avere una bella adolescenza, bella lì, ti stimo) fino a stamattina quando ci è arrivato il messaggio in cui ci venivano respinte le ferie richieste due mesi fa. Sappiamo che questi eventi semplicemente esistono e anche questo tipo di persone, che ci sono sempre state, le viviamo da quando eravamo in fasce e nemmeno sapevamo cosa significassero le parole “negativo” o “toxic”. È come la pubblicità per i millennials, ci vivi dentro mica te ne accorgi che poi sei plagiato per il resto della vita.

Il problema grosso che mi fa riflettere è la risposta “shit happens”, la certezza che ci saranno altri eventi simili nel nostro futuro. Siamo rassegnati ad un atteggiamento tossico che ci rovina la giornate una dopo l’altra per poi guardarci indietro e capire che questi giorni non ci verranno restituiti. No emotional cashback for us.

Personalmente ho provato in passato ad attuare una politica di tagli, senza accoltellare direttamente le persone ma allentavo i rapporti o ponevo loro fine (ai rapporti 😇). Mi allontanavo o tenevo a distanza persone che provavano sempre a tenermi con la testa china ricordandomi di stare in silenzio, che fare rumore poi avrebbe soltanto fatto capire agli altri di non essere in grado di fare alcunché. Tenermi nella mediocrità perché è meglio così… per loro.

Non so se a te che leggi è mai capitata una cosa del genere, di avere qualcuno nelle tue cerchie ristrette di fidatissimi/colleghi/familiari che si comporta in questo modo. Io spero di no, spero sempre che gli altri abbiano vissuto una vita migliore. Però poi sai che scopro? Che a volte è anche peggio.

In ogni caso, ascoltando questi amici mi sono reso conto che è un problema diffuso, che tenere sottotono il dipendente o l’amico è una moda che non ha luogo (capita anche all’estero) e non ha razza (ao perfino nel mondo animale lo fanno anche se non proprio uguale uguale) e forse non ha nemmeno tempo. È nato davvero con il capitalismo? Non credo dai, gli esseri umani fanno schifo da molto prima del capitalism attraverso o meno le religioni e le grosse correnti filosofiche.

Uno degli esercizi che mi impongo quando rifletto sulle cose è quello di guardarle da diversi punti di vista. Sarà l’addestramento in estetica dell’università ma quando succedono COSEH mi chiedo quale sia il punto di vista dell’altro fronte. Se fronte si può chiamare. Mi sono chiesto: può davvero questa risposta istintiva e comportamentale essere basata sulla paura?

Tenere a bada gli altri per non diventare mai obsoleti o per non sentirsi minati nella propria autodeterminazione. Può davvero essere questo? Io sono convinto che non sia una giustificazione totalizzante. Non penso nemmeno ci sia una giustificazione valida per essere stronzi ma solo una scelta da prendere. Poi penso che la paura governa molti atteggiamenti umani, che è il primo passo verso il lato oscuro e che in contrapposizione con l’amore è presente in Donnie Darko in molti modi (dannazione, mi ero ripromesso di non parlare di film).

Personalmente non ho mai sentito il bisogno di degradare gli altri, la vittoria di un* mi* compagn* è la mia vittoria come lo è la sconfitta, ed entrambe le occasioni sono ottime scuse per una serata al bowling con delle birre. Nonostante abbia subito questa tipologia di trattamento non ho mai sentito il bisogno di dargli adito o di “vendicarmi” di ciò che mi fosse stato fatto. È vero che siamo solo fili d’erba al vento della vita ma questo non vuol dire che bisogna provare a buttare gli altri negli uragani o tra le mani di un cavallo.

Poi ognuno è fatto come è fatto eh, ci sono mille e una situazioni che richiedono di essere efferati stronzi o si viene fagocitati e sputati, bisogna lasciare che ogni individualità si esprima per come è stata programm… coff… per come sente di dover essere.

Però boh a me questo atteggiamento sta sul ca’ e vorrei che le persone che hanno vissuto questa esperienza, quelle che la stanno vivendo ancora adesso per un motivo o per un altro, abbiano la forza di andare avanti per la propria strada e riuscire a guadagnare più EXP possibili anche da questa merda. Sperando che quando sarà il momento di avere la possibilità di fare lo stesso, faranno la scelta giusta e non replicheranno i comportamenti da stronzi che hanno incontrato lungo il proprio cammino. Forse è proprio per questo che succede, per capire come si è veramente. Se essere team blu o team rosso, Super Mario o Elon Musk, Yoshi o Godzilla.

Io sono sicuro che nel tempo sarà la gentilezza a vincere, combatteremo i loro soprusi con i nostri complimenti e dove loro creeranno paura noi daremo il cinque per formare un futuro migliore.

Lo so, è stato il solito pippotto da blablaologo senza capo né coda, ma spero possa essere d’aiuto. Personalmente lo è stato per fortificarmi nel mio intento di spronare alla ribellione gentile e per chi legge di sentirsi compreso e non solo in questo mondo. Perché poi è la solitudine quella che ci ammazza dentro e, a volte, anche fuori.

PS: La persona di cui parlo all’inizio mi ha lasciato basito perché non aveva mai ricevuto un complimento sul lavoro. In realtà l’ho presa come rappresentante di tutte quelle persone che hanno un pessimo rapporto con il proprio ambiente lavorativo e mi raccontano molto spesso qualcosa di simile. Il mondo del marketing e in generale dell’ arte è pieno di questa negatività se lasciamo da parte le schifezze da bestie che accadono negli uffici.

PPS: Non so per quale motivo ma per tutto il tempo in cui ho riflettuto su questa tematica ho pensato a Hank Scorpio, personaggio comparso in un unico episodio dei Simpson. Era ovviamente un Evil Genius ma trattava i suoi dipendenti in modo valoriale e con attenzione e amore. Si, è uno di quei momenti in cui quelle cose che pensavi non ti sarebbero mai servite nella vita poi tornano a bussare alla porta e puff ora ti servo come metafora anti capitalistica, non male eh!


Grazie per essere arrivato fino alla fine di questo blog post. Se ti va possiamo discutere di questo log su Mastodon @MrInk, su Ig o sul canale Telegram

Mi raccomando, be gentle, siamo pianeti in una galassia lontana lontana.