Gli XFiles di Cabot Cove: Parte 2 (racconto – fanfiction)

(Il racconto che state per leggere è una fanfiction che vede il crossover di due serie Tv: “Xfiles” e “La signora in Giallo”. Conosco entrambe, ma sono più preparata con “la signora in giallo”. Siete quindi invitati a segnalarmi qualsiasi errore commetta con i personaggi di Xfiles inseriti nella storia. L’ho scritta su ispirazione di un post su LivelloSegreto di @lookacomics, con passione e amore per queste serie e senza alcuno scopo di lucro. Questa è la seconda parte e spero possa piacervi)

Per leggere la parte 1: https://log.livellosegreto.it/oliviabenson2/gli-xfiles-di-cabot-cove-parte-1-racconto-fanfiction

“È una cittadina molto tranquilla! Un giorno che non lavorate potete venire a fare qualcosa di rilassante! Gite in barca, escursioni, oppure pescare!” Per quanto visita ufficiale, Skinner aveva comunque optato per non far portare ai due agenti un mezzo loro. Aveva parlato con lo sceriffo Mort Metzger, un ex poliziotto di New York che si era spostato nel piccolo paese da diversi anni diventandone sceriffo e prendendo il posto di un certo Amos Tupper, che però risultava ancora irrintracciabile. Cosa che aveva ovviamente profondamente scosso Mulder: un’altra coincidenza molto strana. Lo sceriffo, su ordine di Skinner, era passato a prenderli alla stazione dei pullman per portarli subito dalla signora Fletcher. Come spesso succedeva con la polizia, non era contento che ci fossero degli agenti dell’FBI, ma quantomeno cercava di nasconderlo. “Certo, oggi chi va a pesca deve fare attenzione!” proseguì lo sceriffo “Vedete quelle nubi? C’è una tempesta in arrivo. Avete detto che ripartite stasera?” “Sì, con l’ultimo pullman.” Affermò Mulder osservando fuori dal finestrino l’orizzonte nero, in netto contrasto con il cielo terso che ancora li sovrastava e che li aveva accolti nella cittadina. “Ma, esattamente, cosa dovete chiedere alla signora Fletcher di tanto urgente?” “Si tratta più di un avviso che di altro.” Rispose Dana Scully “Abbiamo notato che la signora Fletcher è stata coinvolta in molti casi di omicidio… lei si renderà conto che quando c’è il coinvolgimento di una persona civile in affari di polizia, è sempre pericoloso.” “Ah…” lo sceriffo Metzger parve incupirsi. “Ha collaborato anche con voi?” L’uomo, si schiarì la voce prima di dire: “La signora Fletcher fa parte della comunità ed è molto amata. Capirete che non siamo a Washington, né a New York. Qui qualsiasi aiuto per mantenere la quiete è benvenuto…” Aveva detto di sì. Con molti giri di parole. Ma era un sì. Mulder e Scully si lanciarono un’occhiata. “Comunque, qualsiasi sia il problema, posso garantire io per la signora Fletcher: ogni sua ‘intrusione’” tolse una mano dal volante per fare le virgolette in aria “Non è mai stata intralciante né ha mai compromesso le prove.” “Mi scusi se glielo chiedo,” intervenne allora Fox Mulder “ma le sue… collaborazioni con la signora Fletcher… sono state tanto numerose?” Dana Scully lo fulminò con lo sguardo, ma i suoi occhi si inquietarono quando notò che lo sceriffo si attardava a rispondere. “Se devo essere sincero…” disse infine “C’è in effetti un tasso di omicidi molto alto in questa città, per le sue dimensioni almeno. Non so, ogni tanto mia moglie scherza che potrebbe essere colpa di qualche lontana maledizione lanciata da qualcuna delle povere donne bruciate con l’accusa di stregoneria. Ma sapete, si tratta comunque di delitti tipici dei luoghi molto piccoli: gelosie, invidie, forme di arrivismo… oppure è qualcuno che viene da fuori e si porta dietro altre persone che voglio ucciderlo… Ok, forse c’è stato qualche caso più importante… però ripeto, nelle occasioni in cui la signora Fletcher è rimasta coinvolta, non c’è mai stato da parte sua alcun tipo di intralcio.” (1) “Però ammettete che c’è una situazione anomala per quel che riguarda gli omicidi.” “Se sono sotto interrogatorio, vorrei andare nel mio ufficio.” Avevano abusato troppo del buon atteggiamento. “Vi chiediamo scusa. Non è nostra intenzione offendere nessuno. Neanche la signora.” “Scusatemi voi.” Disse allora Metzger “Questa tempesta improvvisa mi sta innervosendo. Siamo arrivati comunque.” Parcheggiarono davanti alla casa della signora Fletcher: una graziosa casetta a due piani, bianca con il tetto verde scuro spiovente e un giardino molto curato. Scesero tutti insieme dall’auto, ma lo sceriffo li precedette. Fu lui a bussare alla porta, dopo essersi tolto il cappello. Questa si spalancò quasi subito. La signora Jessica Fletcher comparve sulla soglia. Indossava un bel maglione di lana con decorazioni floreali e dei pantaloni di tela pesanti. Era uguale alle foto che c’erano nei suoi libri. Da giovane, doveva essere stata una donna molto bella. “Signora Fletcher buongiorno. Ci sono questi signori che desiderano parlare con lei. Immagino… da soli…” “Preferiremmo di sì.” Disse calma Dana tirò fuori il distintivo “Buongiorno signora Fletcher. FBI. Sono Dana Scully e lui è il mio collega Fox Mulder.” “FBI?” fece la donna, sorpresa, ma non preoccupata. “Sì. Possiamo entrare?” “Oh certo! Prego accomodatevi! Stavo giusto preparando del tè!” “Io tornerò verso le sei per riaccompagnarvi al pullman.” Disse lo sceriffo. Poi sussurrò (ma Mulder lo sentì) alla signora Fletcher “Se c’è qualche problema, mi chiami.” Jessica chiuse la porta e fece un cenno ai due: “Andiamo in cucina, lì staremo comodi.” Un rombo che fece tremare pure il vetro delle finestre. Le luci della casa erano tutte accese, ma fuori sembrava già essere notte. Le nuvole che avevano visto all’orizzonte nel tratto di strada tra la fermata e la casa della signora, ora sovrastavano completamente il cielo. Una cappa nera e minacciosa. “Una tempesta? Avevano detto che poteva arrivare… ma ha fatto proprio in fretta!” la signora Fletcher si avvicinò alla finestra del salone per guardare fuori. Questo diede modo ai due agenti di guardarsi intorno. Il salone però non presentava alcuna anomalia. Anzi: l’odore dei libri e del camino acceso fecero provare un senso di calore e di accoglienza anche a Mulder. Osservò la biblioteca della donna e notò la gran quantità di libri gialli presenti, insieme a manuali di varia natura e diverse raccolte di poesie. Grandi classici e perfino alcuni libri di filosofia, affiancavano manuali di giardinaggio, di pesca e di caccia all’anatra; la raccolta completa dei romanzi e dei racconti di Sherlock Holmes, scritti da Arthur Conan Doyle, condivideva lo scaffale con diverse riviste letterarie e un testo dedicato all’architettura; Poe e San Tommaso D’Aquino erano divisi da alcuni testi di biologia… Leggeva molto, la signora Fletcher. E non leggeva solo libri gialli. Il fischio della teiera li attirò definitivamente in cucina, dove sul tavolo era poggiata una bellissima macchina da scrivere. “Non usate computer?” domandò Mulder. “Uso anche quello. Ma a volte mi piace tornare alle vecchie abitudini. Quanto zucchero?” “Io non prendo tè.” Fox Mulder osservò attentamente la cucina. Mobili vecchi, molti utensili in vista. Niente di anomalo. O forse troppo normale. “Per me giusto un cucchiaino. E grazie.” Disse Dana. Si accomodarono entrambi e la signora Fletcher, dopo aver servito una tazza fumante a Scully, si sedette dirimpetto a loro. “Allora, a cosa devo la vostra visita?” Era tranquilla, forse giusto un po' sorpresa, ma per nulla agitata. A Mulder questo non piacque. Quando si scambiò un’occhiata con Dana, le fece capire che era meglio che a parlare fosse lei. “Signora Jessica Fletcher, giusto? Scrittrice di libri gialli e ha anche avuto il ruolo di insegnante di criminologia a New York per un periodo. Tutto esatto?” “Sì, certo.” “Mi scusi… è un po' difficile quello che stiamo per chiederle. Ma vede, abbiamo fatto delle… delle ricerche per… la compilazione di alcune statistiche. E abbiamo notato il suo legame con molti casi di omicidio.” “Più di un centinaio.” Si intromise Mulder. La signora Fletcher sgranò gli occhi, come colta di sorpresa: “Così tanti?” “Non ci siamo permessi di contarli, vede il punto non è il numero…. È più il fatto che lei è presente e interviene anche nelle indagini a preoccuparci.” Un altro tuono fortissimo pose una momentanea pausa al discorso. La lampadina sfarfallò per un attimo, portandoli dal buio alla luce in rapida sequenza. Quando si stabilizzò, Dana riprese il discorso. “Signora Fletcher, capisco la sua buona volontà, chi non la capirebbe: tutti noi in una situazione di particolare stress o se è coinvolto qualcuno a cui teniamo, vogliamo essere d’aiuto. E certamente in tanti casi il suo intervento si è rivelato prezioso per l’autorità. Sappiamo che lei è riconosciuta da molti agenti di polizia come una risorsa preziosa. Ma c’è un fatto: lei non è della polizia.” La signora Fletcher socchiuse gli occhi e annuì: “Credo di capire dove volete arrivare.” “Non ho dubbi, anche perché lei è molto intelligente. Ma ho bisogno di chiederle formalmente una cosa: quella di cercare di non lasciarsi coinvolgere più. Le indagini, e lei lo sa, sono qualcosa di serio e difficile ed è molto pericoloso se un’informazione che le autorità preferiscono tenere riservata dovesse saltare fuori. In più sono molte le persone con cui la polizia può trovarsi a dover combattere: i giornalisti, le talpe e… senza nulla togliere agli agenti onesti, anche le purtroppo possibili corruzioni interne.” “Avete davvero fatto questo lungo viaggio da Washington” la signora Fletcher approfittò della lunga sorsata di tè di Dana per parlare “per chiedermi formalmente di non interessarmi più di un qualsiasi caso di omicidio?” “Esatto signora.” Disse Dana. Prese un respiro profondo e parlò con la voce più dolce che riuscì a impostare: “Voglio essere sincera: ho letto i rapporti e trovo veramente straordinario l’aiuto che è stata in grado di dare, almeno lì dove è stato riportato. Lei ha sicuramente contribuito molto alla giustizia. Ma c’è anche un altro motivo per il quale le chiediamo questo passo indietro. Vede signora, oltre alle indagini, lei ha spesso messo la vostra vita in pericolo. E forse anche quella di altre persone innocenti. È una responsabilità enorme, per la polizia e non solo. Sa, ammetto che non avevo avuto modo di leggere i suoi libri, ma ho trovato il tempo di leggerne uno prima di partire. Sembrerà una lusinga o forse una minaccia, ma le parlo sinceramente: penso che perdere il suo talento per aver deciso di occuparsi di un caso che non le apparteneva, sarebbe un grave danno per la letteratura.” A quelle parole, la signora Fletcher proruppe in una risatina vivace e simpatica: “Lei mi lusinga infatti. Ma le dirò, comprendo perfettamente la sua preoccupazione e la apprezzo molto.” Sembrava sincera in quell’affermazione. “Anche io ho letto i suoi libri sa?” si intromise allora Mulder “Tutti. In meno di quattro giorni.” Dana si allarmò, provò a richiamare con lo sguardo il collega, ma lui fissava intensamente la signora Fletcher che lo ricambiava nuovamente sorpresa. “Quattro giorni? Giovanotto sapevo che molti facevano nottata per i miei romanzi, ma…” “Sono un lettore molto avido” proseguì Mulder “e c’è una cosa che mi ha sorpreso: la perfezione con la quale lei descrive tutto, dagli omicidi alle indagini. Di solito, in narrativa, ci si permette di commettere tante ingenuità a favore di una lettura scorrevole o commerciale. Lei invece non sbaglia un colpo, signora…” Di nuovo quella risatina allegra: “Ah detto da un agente dell’FBI è un complimento non da poco!” “Sa che, da che ho scoperto il suo nome legato a tanti e diversi casi, ho pensato che potesse essere proprio la collaborazione con la polizia ad aver affinato le sue doti… ma poi ho guardato bene le date di pubblicazione e ho capito che il suo è un dono naturale.” Anche se ancora non era chiaro dove volesse andare a parare il suo collega, Dana non lo fermò. Era anzi sorpresa dell’attenzione all’uso delle parole che Fox stava applicando. “Beh, forse. In realtà penso dipenda dalle mie molte letture, e dalla mia passione naturale per il genere, oltre alla mia curiosità.” Proseguì la signora Fletcher, sempre raggiante. “La sua biblioteca, in salotto, è bellissima. Ho riconosciuto alcuni libri della mia infanzia…” proseguì Fox, ricambiando il sorriso ma in modo nervoso. “Oh sì. E non è neanche tutta! Negli anni ho dato via molti libri. Altri purtroppo si sono rovinati…” la donna si incupì “…E altri ancora non ho avuto il coraggio di tenerli dopo la morte di Frank.” “Suo marito?” Lei annuì. Fox chinò la testa. “Condoglianze.” “È stato molto tempo fa… spesso leggevamo assieme, passandoci i libri, oppure ero io a leggerli ad alta voce, la sera, per lui. Lui leggeva, ma meno di me, era più un uomo d’azione. Ma se mi portava un mazzo di fiori, aveva anche un libro da consegnarmi.” Il sorriso si illuminò di nuovo. “Posso chiederle cosa… è successo?” Dana si tese e lanciò un’occhiataccia a Fox. Ma lui rispose con uno sguardo che le chiedeva fiducia. “Un brutto male.” Rispose la signora Fletcher “Che fortunatamente, lo dico a posteriori, non ha portato troppa sofferenza nel nostro ultimo anno insieme. Frank era preoccupato per me più che per lui… non è stato facile… e forse scrivere mi ha aiutato.” “Il cadavere che ballò a mezzanotte.” “Il mio primo romanzo, sì. C’era tutto quello che piaceva a me dei gialli e a Frank dei film d’azione.” “Ha dedicato a lui e a un certo Grady il libro, infatti…” “Grady è mio nipote, figlio di un fratello di Frank. Ci siamo occupati di lui da adolescente, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente.” Questa seconda informazione inerente una morte provocò una reazione piuttosto evidente in Fox. “Tutto bene giovanotto?” domandò preoccupata la signora Fletcher. Dana stava per dire qualcosa, quando un nuovo e potente tuono esplose all’esterno, le luci di tutta la casa si spensero e la cucina sprofondò nel buio.

(1) Cabot Cove ha una percentuale di omicidi per numero di omicidi più alta di qualsiasi altra città reale o immaginaria che sia. Nessun personaggio della serie sembra farci caso, tranne appunto lo sceriffo Metzger nell’episodio “Jessica e la mela parte 1”. Fonte: https://www.dailymail.co.uk/news/article-2191990/Murder-capital-world-Quiet-seaside-town-Cabot-Cove-named-dangerous-place-Earth.html

Legenda: Racconto = Racconto di fantasia ( se vicino c'è “– fanfiction” : racconto di fantasia che utilizza personaggi creati da altri autori)

Opinione personale = espressione di un parere sul quale si può essere d'accordo oppure no a puro scopo di stimolo riflessivo

Aneddoto personale = Storia reale ma con il punto di vista esclusivo della sottoscritta

Storia vera = storia vera esterna alla sottoscritta, che si limita a illustrare i fatti e le fonti

Autopromozione = Blogpost dedicato all'autopromozione di qualcosa di mio