la tana di Belzebu

sono solo e ho paura, paura di non "essere", attesa per la fine, un prima ed un dopo che ho già vissuto nella tua presenza.

si desidera e si spreca...

avrei voluto avere più tempo, più tempo per capire più cose, ed invece il tempo l'ho buttato via inseguendo le rondini in un cielo abbagliante, ho trovato i tuoi occhi scuri e mi ci sono perduto dentro, ma anche nel tuo cielo non ho fatto altro che perdere tempo, sino a quando tutto si è compresso e le orecchie hanno iniziato a fischiare, tutti i demoni hanno iniziato ad urlare soffocati dallo spazio ridotto in cui li avevo confinati, sino all'ultimo, procrastinando il traguardo di quella felicità di cui ho avuto paura, perché della felicità quella vera io ho sempre avuto paura, perché non sono capace ad essere felice, perché io sono incapace di essere felice. Resto fermo, non sono più nel tuo cielo, e ne mio cielo le rondini ormai sono lontane, a rimandare la felicità ormai si è fatto tardi e nella notte che arriva spero di trovare una quiete, quest'ultima è sorella minore della felicità, un surrogato un antidolorifico di quel dolore cronico, che non passa mai, che si chiama vivere...

e il destino ?

il mio cuore accartocciato sanguina te la mia vita è un soldato morente che urla il tuo nome non ci sono più lettere da dedicarti per comporre parole che io conosca i sogni fatti di te si spaccano nel triste risveglio vorrei correrti addosso, abbracciarti e travolgeri come una tempesta cadere a terra in un eterno precipitare tra roccia e sogni, tra polvere e sogni... non più vie per i miei passi non c'è più destino per le mie lettere...

il tempo come Socrate...

il maestro Socrate non accettava, non riconosceva il tempo come assouto, il tempo è un'astrazione mentale che non esiste, il passato non è più, a volte purtroppo, il fuuro, per lo più spaventoso non è ancora... E alora, il presente come linea di separazione tra due cose che non esistono come fa esso stesso ad esistere ? Vi lascio con questa domandina da pococ in questa fresca giornata di prefazione alla primavera. Avremo modo di parlare del tempo e della sua percezione.... Avremo modo o avremo "tempo"

citazione strana

la guerrà è un infanticidio rinviato di vent'anni. Oriana Fallaci

il dolore senza la laurea

se un pescatore prova dolore e compassione per quei morti in mare, un pescatore, un "ignorante" con il sale nella pelle, con il pesce tra le pieghe delle mani, se un uomo che lotta ogni giorno con quell'immenso mostro azzurro e buio, se quest'uomo può comprendere e provare un dolore per una ingiustizia cosi grande e potente, come è possibile che un'altro uomo figlio dell'universalità, un uomo che ha conosciuto la filosofia del diritto, un uomo magister della nazione non conosca nemmeno la retorica del dolore... La mia nave è là il mio comandante un pescatore....

un amore piccolo

c'è un amore piccolo di una lacrima in un vicolo di un pensiero unico per un istante magico di uno sguardo identico fatto di magia ed erotico ti penso ad ogni attimo che diventa "issimo" come l'infinito cosmico

gli scacchi

un pedone bianco in fuga dal suo re una regina nera sta spettando me gli scacchi sono divisi in nero e bianco sai se il tempo fosse un gioco all'amore giocherei alte son le torri, alfieri come eroi corrono i cavalli ma è tardi ormai per noi per il pedone bianco regine non ce n'è ma oggi una regina ha guardato in me la vita è una scacchiera i pezzi siamo noi siamo anime di legno e non ci sono eroi a giocare in questa vita siamo rimasti in tre una regina nera, un pedone e un Re una regina nera in fuga dal suo Re un pedone bianco sta aspettando te gli schacchi son divisi tra nero e bianco sai se il tempo fosse un gioco all'amore giocherei

il conflitto

il conflitto è la logica del nostro tempo, nelle parole, nei modi e nelle intenzioni... Affermo questo con il cuore pieno di rammarico, come padre, uomo ed essere umano, non vedo alcuna via d'uscita praticabile al momento, si parla di integrità delle intenzioni e la questione è complessa oltre che per lo più davvero davvero disgustosa, il capitalismo che per sopravvivere necessità di bruciare se stesso, di incarna in questa nuova fenice digitale, tuttavia questa nuova fenice 2.0 ha sembianze gasteropodi, si appiccica ai luoghi alle persone, e mentre le distrugge le lusinga con false promesse di nuovi modelli di vite più intelligenti ideali per individui sempre più "soli", la frase si sarebbe conclusa forse meglio con la parola "stupidi", ma ho deliberatamente deciso di sacrificare l'effetto in considerazione della "considerazione" che voglio e che devo riservare al mio prossimo, perché, le scelte sono e restano, individuali, fare la cosa giusta, dire la cosa giusta è responsabilità del parlante non del committente per remota iniezione. La pratica ormai rodata ed adottata ampiamente della particellizzazione delle decisioni è imperante e dopo una più o meno lunga battuta di arresto nel dopoguerra ha ripreso la sua vitalità, il suo vigore e lo vediamo lo respiriamo ogni giorno. Questa forma mentis è alle basi del successo, ad esempio, della Germania Nazista, che ha applicato il principio delle deresponsabilizzazione dell'individuo, la nascita del "piccolo" burocrate efficiente e puntuale. La logica sociale applicata tecnicamente, letteralmente come "tecnica" prevede, appunto, una deresponsabilizzazione degli organi decisionali, figurativamente, preposti, gli individui appartenenti a questi organi, in essi inquadrati, de facto non decidono, in quanto l'azione è scomposta in innumerevoli piccole adempienze, spesso di ordine burocratico, che gli individui sono chiamati a riscontrare in maniera più puntuale possibile. queste adempienze sono volutamente piccole e poco leggibili nel quadro globale. Piccoli individui che compiono piccole azioni percepiranno l'appartenenza ad un sistema complesso ed elitario, ma la realtà si mostrerà nel complesso differente, la realtà di questa "visione" ce la racconta Gùunter Anders, "allievo" di Martin Heidegger, aver la percezione di fare la cosa giusta, perché di adempie al proprio dovere, ma tradotto si obbedisce agli ordini, ecco spiegato il funzionamento e la non percezione da parte degli individui coinvolti, della macchina dello sterminio Nazista. Quanto sopra ci viene spiegato dalla scrittrice e giornalista Gitta Sereny, nelle sue interviste agli operatori quadri dei campi di sterminio, nessuno percepiva davvero l'accadere di quei fatti atroci perché l'attenzione era posta sullo svolgimento del "lavoro" l'esecuzione ottimale delle funzioni assegnate. La vecchia e disgustosa lusinga "...Io obbedivo agli ordini..." non nasconde quindi un tentativo di fuga in molti casi, ma è davvero una non comprensione dell'insieme oltre ad un non comprensione della domanda stessa: "Lei sapeva, capiva, perché non ha agito per evitare ? " Le meccaniche di cui sopra sono oggi collaudate ed efficienti per il nuovo nazismo commerciale, il quadro bancario che propone su ordine del "direttorissimo" investimenti su titoli deteriorati e piccoli risparmiatori per un misero tornaconto personale in benefit e, o gratifiche di qualsivoglia natura, lo fa perché gli è stato ordinato, lo fa perché è il suo lavoro, lo fa bene, ma oggettivamente dal nostro punto di vista non fa la cosa giusta, nemmeno per un attimo, idem l'operatore al telefono sottopagato dalla multinazionale dell'energia che vende contratti capestri a persone poco abili nel destreggiarsi e nel comprendere nella confusione di un'aggressione telefonica, le pieghe truffaldine e scorrete della strepitosa offerta. I medici che prescrivono farmaci su spinta delle case farmaceutiche, che pur curando e non facendo danno, anzi al contrario risolvendo la malattia in molti casi, operano nella condicio mentale del "fare la cosa giusta..." ma non è così. Vi invito alla lettura leggera ed irritante dei numerosi libri di denuncia scritti dall'amico Dott. Paolo Cornaglia Ferraris. La decisione finale spetta a noi, a me, a (TU!) mio prossimo, io decido per me, per gli altri e viceversa. O riusciamo a comprendere questo meccanismo di comune interesse, di comunità, o inevitabilmente il nostro futuro sarà nuovamente e fortemente compromesso. Questa scelta giusta non potrà essere demandata in modo alcuno a classi dirigenti espresse da questo vecchi capitalismo, queste potranno solo, come sempre, costringerci a danzare come serpenti oscillando davanti alle lusinghe di un flauto che non sentiamo suonare. Il fare collettivo è il solo modo, agire nel giusto, le istruzioni non portano necessariamente alla migliore evidenza creativa, perché nella creatività tipica dell'individuo e nella sua condivisione con la collettività sta la via per la salvezza.

l'aquilone

meravigliosa da farmi male creatura di acque e sale un aquilone che spezza il filo nell'infinito sale ogni bacio è un chiodo fisso piantato in mezzo al cuore che solo un'altro bacio adesso adesso può levare per questo cuore disperato che sanguina parole per questo buio mai rishiarato dai tuoi occhi il sole per questi specchi grigi e stanchi il tuo riflesso è il mondo per un pittore senza tela sei solo tu lo sfondo la neve fredda che scalda il cuore ed è un eterno inverno abbracciami ancora amore e spegni questo inferno e non guardare sola il cielo ma alta prendi il volo tra le stelle disegna un sogno e non sarò mai solo

l'anima degli insetti

al contrario di alcuni insetti, la nostra anima funziona al contrario, veniamo al mondo farfalle per diventare piano piano vermi...