Quando ho incontrato il web, le BBS stavano già cedendo il passo e le avevo viste solo a casa di amici di amici, più ricchi, che si potevano permettere certe bollette. Non ho fatto le scuole massime, quindi non ho visto le BBS all'università.
Quando ci siamo conosciuti a vicenda, oltre alla bolletta si doveva pagare anche l'accesso alla rete, così decisi di pagare il doppio obolo appena aprì un provider nella mia cittadina. C'era Windows 95 e bisognava accedere al provider attraverso una specie di terminale. Il tizio del provider era venuto personalmente a casa, a configurare il modem, interno, per la prima connessione. A presentarci.
Quando, insieme al tizio, abbiamo immesso una stringa in un primordiale motore di ricerca, non ricordo quale, nel testo c'erano tre xxx di fila. Sua iniziativa: era il suo modo di meravigliarmi, mostrandomi la causa primigenia della creazione del web. Il motore di ricerca, credo, fosse Hotbot.
Dopo diversi secondi, ecco apparire uno di quei tipici siti dell'epoca, con la griglia di immagini di anteprima, cliccando sulle quali si accedeva a versioni di risoluzione solo leggermente più alta.
Quando sono arrivati gli abbonamenti per l'accesso a internet, nei negozi, ho abbandonato il tizio. Penso di aver acquistato una scatolaccia della TIM con dentro solo un CD e qualche credendiale per l'accesso. Poi abbandonai anche la scatolaccia, quando l'accesso divenne gratuito con le offerte di diversi gestori: Tiscali, Infostrada, SuperEva e altri nomi persi per strada.
Quando ho scoperto che c'erano tanti appassionati di manga e anime, grazie ai webring e ai link lasciati nei guestbook, ho deciso che un sito volevo averlo anche io. All'epoca, Geocities era sinonimo di siti amatoriali, pessimo html, gif animate, effettacci in Java per chi volesse proprio stupire. Penso alla classica immagine riflessa in movimento e altri effettui ingenui e spensierati, come il web di allora.
Quando ho scoperto che firmare un guestbook non mi bastava più, mi sono attrezzato per IRC, il client dominante era mIRC rigorosamente piratato. Con quegli appassionati di manga e anime mi sono incontrato più volte, nonostante la timidezza e l'incapacità di prendere confidenza con gli altri in tempi umani. Siamo stati alle fiere del fumetto quando erano ancora poche, ci si beccava a Roma.
Quando ho iniziato a interessarmi agli MP3, scoperti a una fiera a Roma grazie al leggendario CD del Progetto Prometeo, ho iniziato a cercarli su WinMX. Lo preferivo a tutti gli altri, scomparsi nel tempo (Limewire, Bearshare) o meno (eMule/aMule).
Quando la messaggistica istantanea è iniziata a diffondersi, parlo di ICQ (35128028, aggiungetemi!), le possibilità di comunicare in tempo reale sono aumentate e le chat si sono divise. IRC era ancora vivissimo e pimpante quando, per qualche motivo, a volte ci appartavamo nelle chat private, prima in due, poi si finiva con l'invitare tutti quelli che ancora stavano su IRC, operando questo spostamento di massa senza un motivo reale.
Poi ci si è spostati praticamente su ICQ (e Messenger poi), abitando comunque le vecchie chat su irc.azzurra.org, perché poteva capitare la persona di passaggio e dovevamo accoglierla.
Quando giocava l'Italia, nei mondiali 1998, la connessione era velocissima. Certo, quanto poteva esserlo una connessione analogica di quasi 30 anni fa. Tutti a guardare la partita, a me non me ne è mai fregato nulla degli sport da miliardari della lira e milionari dell'euro.
Quando è uscito libero@sogno, la prima tariffa semiflat (prima dalle 16 alle 8, poi dalle 18.30, poi dalle 21...), è stata la rivoluzione/liberazione che tutti aspettavano. Basta con le ore di connessione contare, era il momento di far girare i file.
Quando abbiamo appurato, collettivamente, che ICQ era molto più pratico per le discussioni più raccolte, per spedirsi file di grandi dimensioni (le grandi dimensioni dell'epoca), per il semplice fatto di non dover badare ai comandi per la gestione dei canali e degli operatori, per la registrazione dei nick e tutto il resto, ci siamo spostati definitivamente su ICQ, tanto i contatti ce li avevamo e, ormai, la gente era quella. Non si poteva fare /slap, però.
Quando serviva qualche file particolare, lo cercava e, probabilmente, trovavo su Astalavista.
Quando è uscita l'ADSL a prezzi umani, ho aspettato ancora diverso tempo, ancorato a libero@sogno che era ancora parecchio più economico. Poi ho ceduto, come tutti, e eMule ha scalzato WinMX dal trono.
Quando ho giocato per la prima volta online, era Final Fight sul Mame, una delle più grandi invenzioni della storia. Assieme al Progetto Prometeo. Anni dopo, però, è uscito World of Warcraft, che è un pezzo della mia vita e merita uno scritto tutto suo. Lungo. Lo farò mai? Chissà.
Quando i telefonini hanno iniziato a connettersi alla rete (i famosi mega prima e giga dopo), ho capito presto che il giocattolo stava iniziando a rompersi. Da allora, è tutto un eternal september: se avete letto fin qui, non devo spiegarvi cosa sia, aggiungo solo che non ho trattato specificamente il tema Usenet/newsgroup perché non ho molto da dire. È un mezzo forse parallelo ai forum, per certi versi; in ogni caso, sia i forum che i newsgroup non sarebbero dovuti morire, ma tempo e società fanno le selezioni.
Quando è uscito Facebook, era un posto bellissimo, un mezzo bellissimo, e lo è stato per qualche anno. Lo vivevo, tuttavia, con la tristezza dentro: anche stavolta avevo capito presto. Penso sia stata la più grande disgrazia degli ultimi decenni, l'inizio della fine, un qualcosa in grado di cambiare in peggio la società nei secoli dei secoli, minandola alle basi. Una deflagrazione incontrollata a livello sociale, politico, culturale prima di tutto. C'è un prima e un dopo, e del dopo dovranno occuparsi gli storici del futuro, quale che sia la forma del futuro che ci sopravvivrà.
Tutto allo sfascio e potrà solo peggiorare, ormai per una serie di fattori, ma so chi sia stato ad accendere la miccia, me ne sono accorto prestissimo.
Quando ho scoperto il Fediverso, è stata una specie di epifania, un ritorno al passato: una riscoperta, quindi, di certe situazioni e sensazioni. Un ritorno a precise concezioni della propria esistenza nella rete, a quello che dalla rete esigiamo e che alla rete sentiamo di dovere.
Non è più qualcosa di nuovo, è una giostra che gira da diversi anni, ormai. Chissà cosa succederà tra un anno, cinque, dieci.