La vita
È, più o meno, “l'incapacità di costruire il futuro”.
Credo di essere sempre stato preda di questa infernale malattia.
Più serio è diventato il problema dopo l'infarto.
Mi sono curato con l'aiuto di uno psicologo e di psicofarmaci.
Alla fine ci si sente “sospesi”, vuoti, nel senso più devastante del termine.
Il trattamento psichiatrico serve a rendere l'animo indifferente,
a smussare ogni spigolo,
a togliere picchi nell'umore.
La “complessità”, che è il senso della vita stessa, viene appiattita, in parte eliminata.
Si fatica a tenere più situazioni sotto controllo,
si vive tranquilli perchè non c'è l'agitazione
dovuta alla soluzione di più problemi contemporaneamente.
La depressione
molto spesso maschera la realtà.
Spesso la depressione non è visibile,
ma è invalidante.
Luigi
Papà
Non ho mai capito nulla di papà, ma ciò è durato moltissimo nel tempo.
Anche da adulto pensavo che lui non mi volesse bene o mi considerasse un po' debole, insignificante.
Che errore: mi apprezzava, mi stimava, andava fiero di me.
Penso di aver iniziato a comprenderlo solo dopo i 50 anni.
Era contento di ciò che via via stavo realizzando:
gli piaceva il mio lavoro,
gli piaceva vantarsi di me,
andava fiero che avessi studiato.
Con l'andare degli anni ha iniziato ad essere meno irascibile, ad essere più vicino a mia madre, a sopportarla e non scontrarsi con le sue ansie e le sue piccole nevrosi, tutte dettate da una depressione che la divorava.
Ricordo che andava a farle la spesa:
prosciutto, pane, mele, verdura, carne...
Non indovinava mai niente
per quanto fosse estremamente ligio al compito:
il prosciutto era troppo grasso o troppo magro,
la carne dura e così via.
Era la mamma che ormai era stanca,
di tutto un po', meno che della vita.
Ammalato, tutto ha iniziato a capovolgersi,
anche -soprattutto- in me.
Volevo vederlo quasi ogni giorno,
un attimo, una frazione di minuto,
ma volevo vederlo.
Ed ho capito quanto gli volessi bene,
ho capito quanto lui contasse per me,
quanto mi abbia sempre sostenuto
solo adesso riesco ad averlo chiaro.
Luigi
Ritrovarsi
E' difficile riportare la testa a posto,
dopo anni di lavoro
e meccanismi
che imponevano una strada
da percorrere.
E' anche difficile ritrovare
il rapporto giusto
con le persone
tra le persone.
Dopo anni, forse 45,
ho ritrovato scritti
mai dimenticati,
pensieri spesso acerbi,
quasi lucidi sempre sinceri.
Subito ha vinto la curiosità
quindi stupore
malinconia e ansia.
Luigi
Maggio 2016
Le difficoltà stanno tutte nella partenza:
avviare i motori,
riflettere,
non lasciarsi soggiogare.
Sono un uomo “pesante”,
privo di leggerezze,
che mi permetterebbero di sfiorare
sorvolando;
ma io mi accanisco
e non lascio la presa.
Mai.
Mi piacerebbe vivere altrove,
con la testa già lo faccio:
non basta.
Luigi
Merini
E bastava
un’inutile
carezza a
capovolgere il
mondo.
(Alda Merini)
Luigi
Neve di maggio
Nevica,
come sempre a maggio.
I pioppi da ogni dove
lasciano i loro fiocchi,
con non so quali speranze.
Luigi
EMDR (2015)
Sto seguendo un percorso guidato per superare lo stress post traumatico di un infarto di 9 anni fa.
La tecnica si chiama EMDR mi pare efficace.
Perché i medici non la propongono ai pazienti dopo un trauma?
La medicina, in generale, non cura fino in fondo i suoi pazienti,
non trovo altre risposte.
Luigi
13.06
Oggi è Sant’Antonio.
A Padova ci sarà la solita folla
di devoti
qualcuno chiederà miracoli.
Sant’Antonio è sempre stato
generoso con tutti noi…
Luigi
Ventimiglia
Qui, ai confini tra Italia e Francia, c’è sempre una luce strepitosa.
Il sole illumina ogni particolare accarezzandolo:
i vicoli, le case, le spiagge e i fiori risaltano nella loro essenzialità.
È anche piacevole ritrovarsi.
Luigi
Maggio 16
Quando mi sveglio
ho mille progetti per la giornata.
Naufragano se c’è un bel sole.
È queso il momento di un caffè,
due ricordi
e una preoccupazione.
Seguo un percorso
che mi aiuti a superare
il mio pensiero fisso,
intuisco qualche possibilità
e spero che possa esserci uno spiraglio
per rinascere.
Luigi