Parole

Ricordi e un po' di presente

Cosmic radiation

Luigi

Questo nostro mondo (2016)

Il mondo è davvero brutto, peccato perché sembra bello. Quanta violenza inaudita ovunque, figlia di pazzie e istigazioni sanguinose.

Quanto sangue, quante lacrime. Quanto orrore questi morti chiedevano la pace, capiscono di non servire a nulla nelle loro tombe desolate, fredde, marce.

Tanti senz’anima si aggirano tra di noi, infettandoci.

Luigi

Anche nonno (2016)

Sono bellissimi, intelligenti, vispi.

Mi lasciano sempre distrutto, vorrei avere più forza, anche per riuscire a giocare con loro.

Ma io sono il nonno.

Luigi

O irresponsabile

Mi dice che sono un uomo privo di controllo e norme. Mi fa credere di essere ingovernabile e pazzo senza una guida che mi strigli. Non ha torto. Mi sarei già perso nei vicoli bui del malaffare dell’anima. Sarei preda di istinti indomabili, sorretti solo dalla ricerca del piacere.

Pur riconoscendo questa è la verità non mi voglio accettare in questa prospettiva inseguo di buon grado l’idea di essere “normato”.

Luigi

Esami (2016)

Ma quante volte ho scritto: gli esami non finiscono mai.

Oggi come tanti anni fa mi son trovato dietro la cattedra, rilassato e un pochino malinconico. Mi sono rivisto in cattedra con i miei studenti. Ho davvero dato l’anima per loro.

Quanti volti ricordo, tutti con nostalgia. Oggi sono donne e uomini alcuni quarantenni, da non credere.

Quarantenni.

Luigi

Tante cose (2016)

Sto facendo tanto: esami di stato, valuto futuri insegnanti, piccole attività all’Università, sono stanco fisicamente ma mi ritrovo più sereno perché mi pare di essere più vivo.

Tutto sommato ne vale la pena.

Luigi

Mi preparo

… a lunghe passeggiate in cima alla collina, e vedrò poi l’universo intero al di là delle valli bruciate e arse.

Luigi

Giugno 2016 La fatica

É il segnale del lavoro forte, ma io la temo. Temo che mi porti via, senza un vero motivo se non punire la mia sfacciata intolleranza alla vecchiaia.

Luigi

Nonni

Me lo avevi detto del nonno Gino, non mi importa di quello che dicevano loro, a dirti il vero ho proprio rimosso tutto, lo ricordo appena appena in viso. Quando ero piccolo piccolo ricordo che andavamo a mangiare da loro e che in casa preparava tutto una sorella (Giselda, suora laica) che ricordo cattiva. Mi ricordo che quando è morta (la nonna Maria diceva a seguito di un’infezione presa tagliandosi con una scatoletta di tonno) io sono rimasto molto impressionato. Di quel ceppo della famiglia mi sono interessato pochissimo dal punto di vista affettivo. Io ero legato al nonno Mario e alla nonna Maria. Comunque in qualche modo quando le cose non sono andate bene i N*** ci hanno anche aiutato. Ma non mi sento in debito con loro perché poi le cose sono andate in un certo verso. I nonni miei, quelli in casa, mi hanno permesso di studiare il papà non mi ha mandato a lavorare neppure quando ce ne sarebbe stata la necessità. È questa l’eredità che mi hanno lasciato, una cosa molto grande che mi ha permesso di vivere ora degnamente. Con l’andare degli anni ho potuto scoprire papà al quale via via mi sono sempre più affezionato perché ho capito chi era. Ancora adesso non passa giorno che non lo ricordi non rimpianga tutto il tempo che ho perso quando non ci capivamo. La mamma era più istintiva, era la mamma ma mi capiva meno del papà, tutto ciò l’ho intuito bene durante il periodo breve che ho passato con loro quando mi sono separato. Ricordo benissimo: una sera ero andato a cena forse da Renata tornando a casa loro li ho trovati alzati tutti e due ad aspettarmi in pensiero, saranno state le 11 e mezza al massimo. Quella sera ho anche capito che dovevo al più presto trovarmi una soluzione altrove. Comunque sì la mamma era molto bella.

Luigi

Nonni

I nonni, con cui vivevo, erano amorevoli. In tutto. Il nonno era di origini artigiane, tutti artigiani i suoi antenati, costruivano case. Anche il nonno costruiva case. Aveva costruito anche la chiesa del paese, ne andava fiero. Forse c'erano delle foto da qualche parte. Ne avevo vista una, da piccolo, era sopra il tetto proprio di quella chiesa. Ma ora lo immagino su una trave, sospesa, in legno, ma è la stessa situazione ritratta in una fortunata immagine, realizzata a New York.

Assomiglio al nonno. Era grasso e bonario, ma disponibile e taciturno, in questo non mi assomigliava. Quando si stancava di sentirmi argomentare mi rimproverava dicendomi che da grande avrei fatto “il poeta”. Che bello, quando mi diceva così ero contento, mi piaceva già da ragazzo la poesia. Il nonno, invece, conservava nel cassetto del comodino da notte le favole dei Fratelli Grimm. Teneva anche la dentiera, rosa, in un bicchiere d'acqua. Rivedo quella camera da letto, la mia camera e la loro, dormivo con loro. Ricordo, stranamente solo sole, mai momenti grigi, ricordi grigi, neppure quando dovevo chiare aiuto perché mi ero fatto la pipì addosso.

Com'era bello e piacevole sentire il caldo naturale della splendida trapunta imbottita della nonna. Come era bella quella coperta, anche quella ricordo perfettamente: losanghe trapuntate, era ancora il rosa il colore che dominava. Gli scuri erano in legno, quattro parti, verde scuro. Quando al mattino erano socchiusi entrava il sole, i raggi, invariabilmente, facevano brillare lunghe fasce di pulviscolo, animato.

Io mi coprivo anche d'estate, non amavo soffermarmi su quelle cose, vive e un po' paurose.

Luigi