ordinariafollia

brevi fabulazioni di chi tende a dare realtà alle creazioni della propria fantasia.

opinioni.

Nuvole passeggere si ammassano nel cielo fino ad oscurare il sole, satelliti artificiali di riflessa arroganza...

e par non se ne possa fare senza.

Per quanto possa farti male non è quello pensi che ti farà volare quando non avrai più ali a cui poterti attaccare.

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

ordinariafollia-log_014-2024.

Mi fa ridere, bestemmiare.

Trovare la soluzione di un mistero attraverso l’ironia a scorrimento orizzontale di pagine che nascondono interazioni nel fascino di personaggi ridicoli ed irripetibili.

Mi fa sudare. Annientare tutti i nemici che arrivano sempre in maggiore numero nell’irrefrenabile scorrimento verticale che affolla figure che devono scoppiare e sparire fino al boss, e poi si ricomincia.

Mi fa scordare.

Incastrare mattoncini infiniti che cadono incessabilmente dall’alto accelerando mentre il pavimento si alza se non viene spazzato da combinazioni di righe perfette.

In punta di dita videogames o la vita.

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

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Il primo non stava mai fermo un moscerino della frutta alimentato a pile atomiche e finiva con un piede nell’acqua e perdeva una scarpa sporco, sempre sorridente con l’imperativo assoluto di non essere da meno.

Il secondo era carino delicato come bandiera di panna sulla cima di una torta di Pisa e intrecciava la lenza tra rami impossibili calmo, sempre interrogativo con l’imperativo assoluto essere alla mano.

Il terzo ero io chiacchierone ridanciano, fabulatore, contromano e parlavo e parlavo e parlavo e parlavo vispo, sempre ironico con l’imperativo assoluto di essere umano.

E poi c’era il Grande Pescatore che ancora urla: ma non lo vedi che hai un piede in acqua? ma come cazzo hai fatto a intreccia’ lassù? ma tu non pigli fiato mai?

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ordinariafollia-log_012-2024.

Mangiava vinile, Eraldo il lunedì mattina e sapeva che non avevamo una lira.

Adolescentrici maceratesi figli del borgocentrismo, appesi ad un campanile muto.

Mangiava vinile, Mario il venerdì sera e sapeva che non avevamo una lira.

Adolescettanti maceratesi nipoti dei fiori, illesi da una rivoluzione sconosciuta.

Qualche volta facevo colletta durante lo struscio del corso perché non potevo proprio fare a meno di vinile.

Mario lo sa, ci ha visto passare tutti occhi innamorati e saccocce vuote. Anche Eraldo lo sapeva.

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ordinariafollia-log_011-2024.

Guidare mi piace sono un Guido mancato in silenzio o con la musica al volante seduto tendente all'infinito.

Avere l'automobile a 18 anni era il coronamento della virilità un attestato naturale per la maggiore età la metamorfosi per il nuovo stadio dell'evoluzione prima del tramonto e dopo il pallone.

Guidare ed avere porte di ferro con finestrini da chiudere a chiave ed un sedile riservato alla fidanzata al migliore amico al bisognoso, allo sconosciuto.

Guidare per sentire di essere nella splendida giornata spiccare dal ramo della pista di pattinaggio per arrivare a Porto Recanati, a Rimini, alla Grecia puntando alla Luna.

Guidare per andare a finire in un bar sotto il mare quindi trovarsi seduto sul divano con un libro in mano ed un paio d'ali iridate che sembrano tanto leggere ma ti reggono.

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ordinariafollia-log_010-2024.

Mezzanotte

e sei sola in mezzo alla strada nella macchina senza benzina di un amico

e viene un gendarme che ti chiede cose strane alle quai

non sai rispondere

e ridi per non piangere.

Mezzanotte

e sei sola in mezzo alla strada in un corpo enorme che funziona da solo anche senza di te

e seppure ti appartenga non lo riconosci ma va bene così

e viene un gendarme e ti chiede cose sciocche alle quali

non vuoi rispondere

e non piangi per poterne ridere.

Mezzanotte

e sei solo in mezzo alla strada con la fotocopia di te stesso

e un gendarme dice: amo i tuoi disegni e tu

sorridi per non rispondere

perché sei il tuo principe azzurro

sei la tua fata

sei in una carrozza gialla senza benzina e senza cavalli ed è

mezzanotte e un minuto.

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

ordinariafollia-log_009-2024.

Io c'ero e non dormivo

osservante ribelle osservavo.

Alle mie spalle il camaleonte chiese di passare davanti

e non vidi differenza per dire di no.

Io c'ero e non dormivo.

Alle mie spalle una donna dalla pelle molto chiara, a seno scoperto, chiese di passare davanti

e non ebbi sentimento per dire di no.

C'ero ed ero.

Alle mie spalle il gufo chiese di passare davanti

e non trovai argomento per dire di no.

C'ero.

Alle mie spalle la sirena chiese di passare davanti

e non mi vennero rime per dire di no.

Io c'ero.

Alle mie spalle la volpe chiese di passare davanti

e non c'era motivo per dire di no.

Davvero c'ero.

Alle mie spalle la iena mi chiese di passare davanti

ed era tanto il dolore per poter dire di no.

C'ero c'ero e c'ero.

Alle mie spalle il gorilla mi chiese di passare davanti

e non ero così pesante da saper dire di no.

C'ero

quando distribuirono l'intelligenza e tutti quanti

mi passarono davanti

ma io

che fretta avevo?

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

ordinariafollia-log_008-2024.

Facciamo finta che io

sia una vagabonda dello spazio alla guida di una Falchetta del Millennio alla ricerca del Diamante del Tempo.

Nella notte indefinita.

Facciamo finta che tu

sia un ballerino ammalinconicato che danza sgraziato sui fili del Fato.

Nella pioggia della vita.

Facciamo finta che la terza persona singolare

resti singolare

e nella sua matematica anomalia risplenda.

Facciamo finta che noi

inseguiti dalle Sturmtruppen dell'Impero Galattichen indossiamo solo una maglietta bianca con uno slogan volgare e per la gioia di coloro che apprezzano la natura morta quando è ancora viva: non abbiamo le mutande. Nemmeno le scarpe.

Facciamo finta che voi

avete ancora trent'anni e vi guardate l'amore negli occhi, sulla spiaggia di una vecchia fotografia

tornate indietro senza passare dal Via. E siete belli e siete forti.

Facciamo finta che loro

siano l'oro

per un'ora, perdutamente, siano di nuovo tutti bambini.

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

ordinariafollia-log_007-2024.

Se nasci gatto prima o poi una donna bellissima ti trova e 11 volte su 10 ti trasforma in uomo.

Quando sei uomo satollo sul divano nell’ammollo superpomeridiano 11 volte su 10 stai in silenzio.

Quando stai in silenzio una piccola parte dei tuoi pensieri si avvia scodinzolando indolente e 11 volte su 10 arriva in un giardino segreto.

Quando sei nel giardino segreto non puoi fare a meno di toccare tutto e 11 volte su 10 fai una collana.

Quando fai una bella collana dopo averla ammirata con compiacimento 11 volte su 10 ne fai dono alla donna che ti ha fatto uomo.

i testi e i disegni sono di Saio Giampaolettiordinariafollia.net

ordinariafollia-log_006-2024.

C'è stato un periodo in cui essere sociale era un'esigenza, una necessità.

Uscivo di casa appena fatto pranzo e mi piantavo alla pista di pattinaggio nel mezzo della profonda notte del primo pomeriggio maceratese. L'olfatto cerebrale lanciava i miei pensieri per centinaia di chilometri di piste di possibilità. Intanto che aspettavo.

Entusiasmo, nel freddo degli inverni che non facevano alcuna paura.

Comunicare è bello, specie per chi ama la propria voce. A volte penso che ululare alla luna sia più gratificante rispetto allo spiegare per quale motivo sia importante la diagonale difensiva oppure come si calcola il letame di scorta di una stalla.

Ululare alla luna senza altro motivo dell'esprimersi.

Cavo fuori da me segni e aggiungo qualche colore, da qualunque me.

Per te.

Sulla panchina della pista di pattinaggio, protetto dai pini e dal vento che viene a giocare. In un livello segreto del metaverso. Nella scia di nubi d'alta quota di Nettuno.

Con la stessa esigenza di spremere fuori giaggioli dai bei vividi fiori. Da qualunque me.

Per qualunque te.

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